Esclusiva

Gennaio 30 2025
Bookstorie, la libreria che ascolta i suoi lettori

Chiara Calò racconta di come il centro culturale sia diventato un punto di riferimento per l’intero quartiere

«L’identità di una libreria indipendente si definisce nel rapporto con il quartiere e nella capacità del libraio di ascoltare i propri lettori». Chiara Calò, proprietaria di Bookstorie, sceglie con molta attenzione le parole da utilizzare: non parla di “cliente”, ma di “lettore” proprio per mostrare il nesso paritario tra lei e chi entra nel suo negozio.

Nel quartiere Montesacro, a Nord-Est di Roma, circondata dal Parco delle Valli e dal fiume Aniene, la libreria indipendente è diventata un punto di riferimento per gli abitanti della zona a partire dall’estate 2019, quando quattro amiche, Carla Campus, Ornella Gaudio, Francesca Schipa e Chiara Calò, decidono di mettersi in proprio. «Lavoravo in una libreria Ubik a Monterotondo, in provincia di Roma. A un certo punto ho deciso di lasciare e provare a fare qualcosa di mio», racconta Calò seduta tra scaffali di libri con in sottofondo le note di What a Wonderful World di Louis Armstrong. Il progetto ci ha messo un po’ per diventare realtà perché ciascuna di loro aveva altre attività e altri interessi, ma alla fine la società Bookstorie è stata registrata a maggio del 2019 e il negozio ha aperto di lì a due mesi.

«All’inizio è stato difficile perché ci siamo subito scontrate con la pandemia da Covid-19, ma dopo neanche un anno e mezzo abbiamo anche contribuito a far nascere un nuovo centro: la libreria Ubik in via Cupra, vicino la stazione Tiburtina». Il posto in cui è stato aperto il nuovo centro non è casuale: lì vicino aveva da poco chiuso un negozio di libri molto più grande, una «ferita» la definisce Calò. «Conoscevo il direttore e insieme abbiamo deciso di gestire entrambi i punti vendita che, anche se hanno due profili e due storie molto diversi, rappresentano un centro culturale per i quartieri dove vivono».

Ancora una volta la scelta del lessico non è data dal caso: la libreria è un’entità viva che svolge un ruolo attivo nella comunità in cui si trova e «noi cerchiamo di ascoltare e di accogliere i nostri lettori». Assieme a loro, Bookstorie ha creato un gruppo di lettura Il mestiere di leggere nato come risposta a un’esigenza di approfondimento e di consapevolezza della gente che vi gravitava attorno: i partecipanti si riuniscono due volte al mese e sono guidati da un tutor che di volta in volta li introduce all’opera e all’autore sia dal punto di vista letterario che storico. «Abbiamo letto William Faulkner, José Saramago e David Levit, ma ci possono essere anche incontri con alcuni autori contemporanei». È stato merito di un loro lettore se a settembre la libreria ha avuto come ospite lo storico Carlo Greppi, autore di Un uomo di poche parole. La storia di Lorenzo che salvò Primo. Da queste riunioni emergono molte sollecitazioni e proposte: da qui è venuta fuori, tra le altre, anche l’idea di fare qualcosa di simile per i bambini.

Proprio mentre Calò sta parlando, entrano una madre e un bimbo presi per mano che si dirigono nell’area per l’infanzia, dove sono esposti i romanzi di Emilio Salgari e di Charles Dickens. Lo scrittore italiano offre un esempio di come la scelta del libraio si rifletta sulla composizione del catalogo: «Per lui ho una passione infantile e quando ho visto i miei nipoti leggere il Corsaro nero ho rivisto in loro per un momento la curiosità e l’esperienza della scoperta che io avevo fatto da bambina».

Intorno a lei si vedono libri di storia antica, saggi sul presente, graphic novel e le ultime novità editoriali. Ogni libro presente è il punto di equilibrio di una doppia natura: essere una libreria di proposta con il libraio al centro ed essere una di servizio dove il cliente può trovare quello che cerca. Perché la letteratura resta afona senza qualcuno che stimoli la curiosità: «Ho più dubbi che certezze, ma se guardo tanti miei colleghi che lavorano anche in posti molto difficili e che hanno la capacità di individuare quelli che poi diventeranno grandi casi letterari, allora capisco che il segreto è saper ascoltare i lettori».

I ricordi si affastellano nella mente di Calò. A un certo punto però si rammenta di una lettrice che ha deciso di aprire una libreria tutta sua: «È stato un momento di grande gioia. Non l’ha fatto per me certo, ma aver condiviso un percorso e vederla approdare a questo mestiere mi rende contenta. È proprio bello e anche molto divertente».