Esclusiva

Aprile 2 2025
Strasburgo approva il ReArm Europe: maggioranza divisa, il Pd si ricompatta

Fratelli d’Italia si astiene, Forza Italia vota a favore, la Lega è contraria: «Manca una voce unica dal governo», incalza Zingaretti

Con 399 voti a favore, 198 contrari e 71 astenuti, al Parlamento di Strasburgo è stata approvata la risoluzione annuale sull’attuazione della politica di sicurezza e difesa comune europea. Le mani alzate all’interno dell’emiciclo danno l’ok anche all’emendamento diciannove, quello che «accoglie con favore il piano ReArm Europe in cinque punti».

Le notizie, fra gli eurodeputati italiani, sono due. La prima è la divisione dei tre partiti di governo; la seconda è che il Partito democratico, dopo la spaccatura di poche settimane fa, è riuscito a trovare una quadra e si è accordato sul «sì». 

Fratelli d’Italia si è astenuto perché «i numerosi emendamenti hanno contribuito a sbilanciare un testo che andava nella giusta direzione», come spiega il capodelegazione al Parlamento europeo Carlo Fidanza subito dopo la votazione. Le modifiche a cui fa riferimento sono riferite principalmente alle «varie critiche all’amministrazione americana. Così come al superamento dell’unanimità in Consiglio e alle previsioni di un aumento delle spese militari incompatibile con i nostri vincoli di finanza pubblica».

Favorevoli gli eurodeputati di Forza Italia, dopo che martedì, in Parlamento, Antonio Tajani aveva detto che «la difesa comune europea è un sogno che ha bisogno di decenni di lavoro». Contraria, invece, la Lega. Da questa divisione inizia l’intervento del capodelegazione del Pd, Nicola Zingaretti: «La realtà è che in Italia non esiste una maggioranza sulla politica estera. Il governo non garantisce una voce unica». 

«Non nascondo che fra di noi c’è stato un dibattito vivace – aggiunge – nella fase emendativa ribadiremo la nostra posizione di una richiesta di radicale cambiamento delle proposte di riarmo di Ursula Von der Leyen e voteremo contro gli emendamenti che ripropongono l’indirizzo». In particolare, Zingaretti fa riferimento a quello sull’aumento urgente delle spese militari oltre il 2% (contenuto nel Libro Bianco sulla Difesa), votato invece a favore dai dem Giorgio Gori e Pina Picierno.«Riteniamo – hanno scritto su X – che la mediazione ottenuta sia preziosa e abbia permesso di non distinguere la delegazione dal gruppo socialista. Crediamo fortemente che l’Europa come sosteneva Altiero Spinelli debba essere “una terza forza” autonoma ed indipendente, in cui difesa, sicurezza, energia e industria diventino gli asset strategici per garantire pace e stabilità».

Contrario, invece, il Movimento Cinque Stelle (così come Avs), che sabato 5 aprile a Roma scenderà in piazza contro la «catastrofe europea del riarmo». «Il Parlamento europeo ha detto sì a un rapporto in cui hanno infilato un emendamento che dà letteralmente un bel Welcome al Piano ReArm» ha scritto sui social Giuseppe Conte. «Non c’è ombra di difesa comune, solo un pericolosissimo riarmo dei singoli stati che fa brindare i tedeschi e piangere l’Italia».

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