Esclusiva

Aprile 4 2025
Alla Sapienza rabbia e vernice contro i femminicidi

Migliaia di studentesse per chiedere la fine del patriarcato. Non una di Meno: «Vogliamo un CAV in università». Indignazione per le parole di Nordio

Una macchia viola ai piedi della statua della Minerva e una scritta: “Ci vogliamo vive”. Non conosce limiti la rabbia che guida il corteo femminista che giovedì 3 aprile 2025 ha attraversato l’università Sapienza di Roma, prima di bloccare viale Castro Pretorio. Un altro momento di protesta per i femminicidi di Sara Campanella e Ilaria Sula, entrambe ventiduenni, dopo la manifestazione spontanea che ha sfilato per il quartiere San Lorenzo mercoledì sera, non senza momenti di tensione.

Dal presidio al corteo: la Sapienza contro i femminicidi

«Quante volte avremo attraversato gli stessi spazi. Chissà se ci saremo sfiorate anche solo una volta. Ilaria poteva essere chiunque di noi, potevo essere io», grida Vicky, studentessa di Sociologia, al microfono. Anche Sula era iscritta alla Sapienza, frequentava Scienze Statistiche da fuorisede, come tante che hanno manifestato nel pomeriggio soleggiato di Roma.

Alla Sapienza rabbia e vernice contro i femminicidi

Convocato alle 14 da Non una di meno e dai collettivi universitari, il corteo entra dal portico di Piazzale Aldo Moro ingrandendosi di studentesse e studenti e arrivando alla Minerva. La rete del cantiere che circonda il simbolo dell’Ateneo dura poco. La marea transfemminista di circa 3000 persone entra e occupa la scalinata del rettorato, gettando vernice alla base della statua e scrivendo e disegnando con lo spray all’ingresso.

Nuova legge sui femminicidi, ma spariscono i dati

La rabbia spezza la voce degli interventi che si susseguono, le mani tremano per gli ennesimi casi di femminicidio: il 22esimo e il 23esimo del 2025, il nono e il decimo dall’8 marzo. Non numeri ma vite, eppure adesso è più difficile tracciare l’andamento del numero di femminicidi in Italia. «Fino a dicembre 2024 l’aggiornamento della pagina sugli omicidi volontari era settimanale, è diventato mensile senza alcun preavviso», denuncia Donata Columbro, giornalista specializzata in dati, in una lettera aperta intitolata Sciopero per femminicidio, «ma a febbraio e marzo i nuovi report non sono stati pubblicati». 

Alla Sapienza rabbia e vernice contro i femminicidi
Le scritte davanti all’ingresso del rettorato chiuso per lavori

I casi di Sara Campanella e Ilaria Sula hanno suscitato ancora più indignazione e dolore, forse, anche perché avvenuti all’indomani dell’approvazione in Consiglio dei Ministri del disegno di legge che introduce il reato di femminicidio nel codice penale. «Non capiscono che bisogna lavorare da prima», dice Giulia, del collettivo Zaum, «partendo dall’educazione sesso-affettiva nelle scuole e nelle università. Non si può solo piangere le morti dopo». 

Cori e interventi contro la rettrice Polimeni: «Ci serve un CAV, non panchine rosse»

Oltre che al governo Meloni, dure critiche sono rivolte alla rettrice Antonella Polimeni, che mercoledì 2, il giorno del ritrovamento del corpo di Ilaria Sula, aveva diffuso una dichiarazione e chiamato la comunità accademica ad un momento di raccoglimento. «Ci serve un Centro Antiviolenza in Università, non basta quello in via dello Scalo San Lorenzo per tutte le studentesse», dice a Zeta Vicky. «Chiediamo da anni anche un codice anti molestie che sia al passo con i tempi e non parli solo di ‘donne’ ma di ‘libere soggettività’», aggiunge Giulia, «a queste richiesta Polimeni ha risposto solo con la militarizzazione e non investendo in prevenzione».

Alla Sapienza rabbia e vernice contro i femminicidi
I fiori in ricordo di Ilaria Sula davanti alla facoltà di Scienze Statistiche

Momenti di rabbia anche all’ingresso di Scienze Statistiche, dove, ai piedi di una foto di Ilaria Sula, sono stati deposti decine di mazzi di fiori, e davanti al commissariato di polizia interno alla Sapienza: «Fateci vedere cosa c’è qui dove potrebbe esserci un CAV!» . 

Il corteo esce dalla Sapienza, bloccato viale Castro Pretorio

Il corteo esce dalla cittadella universitaria per sfilare su viale dell’Università. Qui viene raggiunto dalla notizia della dichiarazione del ministro della giustizia Carlo Nordio: «Alcune etnie non hanno la nostra sensibilità verso le donne». «Basta con queste cazzate», gridano dal microfono, «anche gli italiani ci uccidono».

Alla Sapienza rabbia e vernice contro i femminicidi
Le chiavi di casa agitate in mano

Viale Castro Pretorio viene bloccato per mezz’ora, prima di riprendere la marcia verso San Lorenzo. Risuonano i cori, ma anche il tintinnio delle chiavi di casa agitate in mano; strumento di difesa nel girare di notte, ma anche rappresentazione del luogo in cui si consuma la maggior parte delle violenze.