No, non siamo in Jurassic Park, anche se la storia è la stessa. E no, Colossal non ha davvero de-estinto il ‘metalupo’ di John Snow in Game of Thrones (in realtà un enocione, canis dirus), una specie di canide estinta da circa 10-15.000 anni. È un’impresa senza dubbio affascinante, quella annunciata dalla startup biotech americana, che ha modificato il DNA di un lupo moderno per conferirgli alcune caratteristiche genetiche dell’enocione. Però, per quanto la scoperta risulti un gioco scientifico intrigante, rimane fuorviante per quanto riguarda una sua effettiva utilità dal punto di vista ecologico-ambientale.
Lo sostiene con fermezza Marco Oliverio, professore ordinario di zoologia all’Università La Sapienza di Roma e ricercatore in biologia evoluzionistica. «Dietro c’è sì un’operazione interessante e anche scientificamente intrigante. Però no, non siamo in Jurassic Park». Con entusiasmo per le potenzialità scientifiche della tecnica utilizzata – la CRISPR, sofisticata tecnologia di editing genetico – lo studioso riconosce il valore dell’esperimento in termini di ricerca, ma mette in guardia su un punto chiave: questa non è de-estinzione. E non ha nulla a che vedere con la salvaguardia ambientale.
SOUND ON. You’re hearing the first howl of a dire wolf in over 10,000 years. Meet Romulus and Remus—the world’s first de-extinct animals, born on October 1, 2024.
— Colossal Biosciences® (@colossal) April 7, 2025
The dire wolf has been extinct for over 10,000 years. These two wolves were brought back from extinction using… pic.twitter.com/wY4rdOVFRH
Un lupo mascherato da enocione
Come spiega il ricercatore, l’enocione non è un antenato diretto del lupo moderno, ma appartiene a un genere diverso (Aenocyon), separatosi evolutivamente circa 5-6 milioni di anni fa. I genetisti di Colossal non hanno “resuscitato” una specie estinta, ma hanno modificato 14 geni su decine di migliaia nel genoma di un lupo, alterandone parzialmente l’aspetto per renderlo simile – solo esteticamente – all’enocione. «Il 99,9% del DNA è ancora quello del lupo. Quindi no, non abbiamo riportato in vita nulla. È un lupo che assomiglia ad un enocione».
Il pericolo della “narrazione salvifica”
Il problema più serio è un altro: l’illusione che la tecnologia possa sostituire la conservazione reale degli ecosistemi. Secondo Oliverio, progetti come quello di Colossal rischiano di far credere che le estinzioni non siano più un problema, perché «tanto le specie si possono ricreare in laboratorio». Una narrazione pericolosa che distoglie l’attenzione da problemi più urgenti: fermare le cause dell’estinzione – inquinamento, deforestazione, cambiamento climatico, frammentazione degli habitat – e salvare ciò che possiamo ancora salvare. «Siamo nel mezzo della sesta estinzione di massa. Stiamo perdendo biodiversità a un ritmo mai visto nella storia del pianeta. E molte delle specie che si estinguono oggi non le conosciamo nemmeno: non abbiamo neppure fatto in tempo a dargli un nome».
Un esercizio tecnologico, non una soluzione
Il ritorno dell’enocione, o qualcosa che gli somiglia, non cambierà il destino del pianeta. Né ha senso, secondo lo studioso, pensare di reintrodurre questi organismi nell’ambiente naturale: «Sono OGM, organismi geneticamente modificati. Reinserirli in natura è rischioso, oltre che biologicamente discutibile». Anche l’idea di potenziare geneticamente le specie esistenti per renderle più resistenti ai cambiamenti ambientali viene criticata: «Noi lo possiamo solo studiare l’ambiente naturale, pensare di andarlo a modificare noi con i meccanismi dell’evoluzione biologica che ancora neanche conosciamo completamente, è grande presunzione. Stiamo giocando a fare Dio».
Simboli sì, ma inutili
Infine, c’è un tema di priorità. «Chi riportiamo in vita? Gli animali iconici. I più fotogenici, quelli che attirano di più l’attenzione. Ma gli organismi davvero cruciali per il funzionamento del pianeta sono spesso invisibili: microrganismi, alghe, batteri. Se si estingue una balena, l’ecosistema regge. Se sparisce una specie di fitoplancton, collassa tutto».
Come dimostra il caso di Colossal, la de-estinzione di un animale iconico può suscitare fascino e curiosità. La scienza si dimostra in grado di creare un ponte tra la fantasia del cinema e le realtà di laboratorio. Tuttavia, restano dubbi sulla possibilità che il guardare al passato possa aiutare a risolvere i problemi del presente.