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Esclusiva

Giugno 6 2022
I dinosauri attraggono bambini, ma il film è per gli adulti

Jurassic World – Il dominio è l’ultimo capitolo della saga iniziata nel 1993 da Steven Spielberg

Il film è una dichiarazione d’amore alla saga giurassica. Peccato che per lasciare spazio al sentimentalismo si sacrifichi la trama.

Dal 2 giugno, lo spettatore può andare al cinema a vedere Jurassic World – Il dominio e giocare a contare i riferimenti ai capitoli precedenti. L’impressione è che sia stata fatta una lista da cui era necessario spuntare più voci possibili. L’appassionato apprezzerà sul momento, ma potrebbe rimanere con un amaro retrogusto di “già visto” all’uscita dalla sala.

All’evento promozionale alle Terme di Caracalla a Roma, sabato 28 e domenica 29, sono stati oltre diecimila i partecipanti e molti erano bambini, ma la pellicola sembra scritta per gli adulti. I dinosauri e i giocattoli a loro ispirati attirano i bambini, però sono i grandi il pubblico ideale. Già nello scorso capitolo era necessaria una conoscenza della trilogia originale, ma comunque lo spettatore saltuario poteva godersi la missione per salvare gli animali giurassici. Questa volta i dinosauri sono un contorno inevitabile e necessario per portare a conclusione le storie di tutti i personaggi principali delle precedenti cinque pellicole.

Nel 2018, Jurassic World – Il regno distrutto aveva gettato le fondamenta per un epico scontro uomo/dinosauro. Si prospettava un enigma filosofico su chi fosse più meritevole di dominare il pianeta e sulle implicazioni di una convivenza. Tutte premesse che vengono riproposte nei primi minuti della pellicola per poi essere accantonate fino alla battuta finale. Sono passati quattro anni da quando i dinosauri sono liberi sul pianeta, eppure c’è ancora chi si sorprende di vederli e non sa come gestirli. Dovendo dare spazio a due rapimenti e un’infiltrazione, è inevitabile sacrificare parte del worldbuilding: un peccato dopo che per cinque film sono stati gli uomini a entrare nel mondo dei dinosauri, non poter approfondire di più lo scenario contrario e quanto grande sia stato davvero l’impatto sulla popolazione.

Per chi si chiede solo che fine abbiano fatto i vari protagonisti, sarà un film magnifico, pieno di incontri e ritorni tanto attesi e romanticismo. Incantati dalla relazione di Owen Grady (Chris Pratt) e Claire Dearing (Bryce Dallas Howard), si potrebbe quasi non notare che la critica alla folle avidità dell’uomo, una costante della saga, perde di mordente. Il “cattivo” umano è solo e poco incisivo. Gli altri “cattivi”, le locuste, ricordano le zanzare giganti di Jumanji e non affascinano lo spettatore come i precedenti cattivi, i grandi carnivori.

In realtà, anche il carnivoro di questo film, il Giganotosauro, che non è poi tanto gigante, non regge il confronto con l’Indominus Rex o il Tirannosauro. Altri carnivori compaiono nel corso dei 146 minuti, ma le morti sullo schermo sono poche – ad esempio, meno di quelle in Jurassic World – ma più cruente. Tutti i dinosauri, erbivori e carnivori, però, sembrano più finti di quanto non siano. L’effetto nostalgia spinge ad adorarli lo stesso, ma trasmettevano più emozioni negli scorsi capitoli.

Nonostante le debolezze delle pellicola, l’occhio si fa lucido quando risuonano i brani della colonna sonora originale e scappa una lacrimuccia quando appaiono i dinosauri. Come dice la dottoressa Ellie Sattler (Laura Dern), «non ci si abitua mai». Lo conferma il botteghino italiano (negli USA il film esce il 10 giugno): Jurassic World – Il dominio incassa oltre 3.18 milioni di euro nel suo primo weekend di programmazione, arrivando in cima alla classifica del box office, ma è il peggior risultato per la trilogia di Colin Trevorrow.

Con questo film, la saga giurassica volge al termine, così come era successo nel 2001. Tra quattordici anni si vedrà se ci sarà una nuova trilogia reboot. Dopo Jurassic Park e Jurassic World, potrebbe essere la volta di Jurassic Universe.