Esclusiva

Aprile 21 2025.
 
Ultimo aggiornamento: Aprile 22 2025
Le voci da Piazza San Pietro (ARTICOLO MULTIMEDIALE)

Il Vaticano si riempie di fedeli, turisti e curiosi alla notizia della morte di Papa Francesco. «È un privilegio essere qui in questa giornata storica»

Il servizio di Simone Salvo da Piazza San Pietro

Sono le dieci del mattino e all’interno della Basilica sembra un giorno come tanti. I turisti ridono e fanno selfie davanti all’altare. Venti minuti dopo inizia a diffondersi la notizia: «Il Papa è morto».

I fedeli dentro la Basilica scoprono della morte del Pontefice

«Stavamo aspettando l’inizio della messa quando all’improvviso è apparsa la notifica sul cellulare», racconta Jeremy, insegnante parigino di 28 anni. Con lui c’è Eve, di un anno più piccola: anche lei insegna letteratura francese nella stessa scuola. «Sono stati minuti di agitazione. Una folla di curiosi ha iniziato ad ammassarsi davanti agli ingressi e nelle vie circostanti. Abbiamo visto fedeli pregare e scoppiare a piangere». Proprio in quei frangenti la Santa Sede decideva di chiudere al pubblico tutte le attrazioni della Basilica. «Speravamo di poter visitare la cupola. Avevamo prenotato un tour guidato, ma è stato annullato». I due giovani professori, però, la prendono con filosofia: «Nella sfortuna è stato, forse, il giorno migliore per venire. Pur non essendo credenti è un’esperienza forte, quasi sacra, trovarci qui in un momento del genere».

Via della Conciliazione si riempie di fedeli

La notizia intanto continua a correre, di smartphone in smartphone, fuori dalle mura del Vaticano. Albert e Hugo, due ventenni di Valencia, si sono da poco svegliati quando leggono le prime agenzie. «Oggi è il compleanno di Roma. Avevamo pianificato di andare a uno degli eventi organizzati dal Comune, ma è stato cancellato tutto. Quindi abbiamo deciso di venire qui a San Pietro a vedere che aria tira». Anche per Marco e Marialaura, romani di 27 anni, i piani per la Pasquetta sono cambiati all’ultimo minuto. «Dovevamo andare ad Ariccia a festeggiare nella villa di un amico, ma è saltato tutto. La morte di un Papa non è qualcosa che succede spesso nella vita. Ci sentiamo privilegiati a essere qui in una giornata storica».

Altri arrivano in Piazza mossi da un bisogno spirituale. «Stamattina in treno mi è successa una cosa speciale», racconta Anahy, di origine peruviana. «Un signore si è avvicinato e mi ha regalato una medaglietta della Vergine Maria. L’ho visto come un segno. Dovevo venire in Vaticano». Anahy ha vissuto tredici anni in Argentina e per questo sente un legame ancora più profondo con il Papa. «Era molto amato, soprattutto in America Latina».

Alle due del pomeriggio il caldo diventa insopportabile. Gruppi di religiosi provenienti da ogni parte del mondo cercano un po’ di ombra sotto il colonnato. «Siamo venuti a pregare per l’anima di Francesco», racconta suor Jennifer, delle Filippine. «Per me era un padre spirituale, un modello di fede e di vita». La monaca appartiene a un gruppo di domenicani in trasferta. Una delle guide è Padre Bayu, trentasettenne di origini indonesiane. «Stiamo vivendo emozioni contraddittorie. La Pasqua dovrebbe essere una festa gioiosa, eppure la notizia di stamattina è stata una sorpresa amara per tutti noi. Un autentico shock».

Per molti, come Bayu, la notizia della morte è giunta del tutto inaspettata. «Fino a ieri sembrava tranquillo. Lo avevo visto ancora lucido al TG delle venti», racconta il signor Guido, mentre aspetta il suo turno per entrare in piazza. «Era tenace, si è mantenuto attivo fino alla fine».

Papa Francesco, in effetti, era reduce da giorni intensi e ricchi di impegni: la visita ai detenuti del Regina Coeli, le celebrazioni del Giovedì Santo, l’incontro con i medici del Gemelli che lo avevano seguito nel lungo ricovero dello scorso febbraio. Nella giornata di Pasqua, lo scambio di regali con il vicepresidente degli Stati Uniti J.D. Vance e la sua ultima apparizione pubblica a Piazza San Pietro. A sorpresa, il Papa ha trovato le energie per benedire la folla e regalare caramelle ai bambini a bordo della papamobile.

Il suo ultimo discorso, letto dal maestro delle cerimonie nel corso della Messa pasquale, è considerato adesso una sorta di testamento spirituale. Un appello contro tutte le guerre e le oppressioni. «Quanta volontà di morte vediamo ogni giorno nei tanti conflitti che interessano diverse parti del mondo! (…) Vorrei che tornassimo a sperare che la pace è possibile, ma nessuna pace è possibile senza un vero disarmo».

Le voci da Piazza San Pietro (ARTICOLO MULTIMEDIALE)
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