«Le strade quando sei da sola sono diverse». A dirlo è Nicoletta, una ragazza di 27 anni, mentre descrive una sensazione che molte donne conoscono fin troppo bene. «Sono le stesse vie, strade, che fai tutti i giorni, eppure quando sei sola inizi a provare paura», ti guardi intorno, acceleri il passo, tutti gesti che nel tempo diventano abitudini.
È il primo rapporto Univ-Censis, chiamato “La sicurezza fuori casa” a fotografare la realtà che le donne vivono tutti i giorni. Il 67,3% di loro ha paura di rientrare a casa la sera da sola, mentre l’81,8% percepisce un aumento della pericolosità nello spazio pubblico. Nel solo 2024 sono state denunciate più di 6mila violenze sessuali, in aumento del 34,9% rispetto al 2019.
«Io abito in una zona centrale di Roma, ma la sera quando parcheggio, prima di scendere dalla macchina mi guardo sempre intorno. Non c’è mai nessuno per strada e questo mi agita parecchio», dice Sara non soltanto per raccontare come la paura modifichi la routine ma anche per spiegare con quanta frequenza il timore della violenza sia reale: «Avevo 17 anni, stavo tornando da scuola, c’era un uomo che continuava a seguirmi. Quando sono arrivata al portone di casa, mi ha messo le mani addosso. È scappato solo perché un vicino lo ha visto e ha urlato. Era pieno giorno».
I numeri parlano chiaro. Il 25,6% delle donne ha subìto almeno una molestia nella vita, il 23,1% uno scippo, il 29,5% è stata seguita. Non tutte denunciano. Ma quasi tutte cambiano qualcosa: orari, percorsi, routine. Valeria ricorda la notte degli europei di calcio 2024 a Berlino: «Un gruppo di ragazzi ha iniziato a seguirci. Abbiamo cambiato strada e siamo tornate in hotel. Dopo un po’ abbiamo visto che erano fermi ancora lì».
Il 38,1% degli italiani ha rinunciato almeno una volta a uscire per timore di essere aggredito, percentuale che sale al 52,1% tra i giovani. C’è chi compra lo spray al peperoncino, chi invece come Caterina prova a non farsi troppo condizionare: «Se so che sarò da sola a rientrare cerco di organizzarmi di conseguenza, prendo un taxi, propongo un posto vicino casa, faccio in modo di non trovarmi in situazioni di pericolo».
A queste realtà si intrecciano le tante storie di fidanzati, amici e colleghi, che avvertono le difficoltà dell’altra parte e agiscono di conseguenza. «Accompagno spesso le mie amiche – dice Alessandro – perché se sono più tranquille loro, mi sento meglio. Una volta, tornando da un sottopassaggio buio, mi sono spaventato anch’io. Al ritorno da solo ho fatto il giro largo, ci ho messo più tempo, ma mi sentivo più sicuro». Non è solo questione di pericoli reali, ma anche di indifferenza. «Una volta una donna si è sentita male in mezzo alla strada – racconta –. Mi sono fermato io e un altro ragazzo. Gli altri? Passavano e basta. Come se non fosse affar loro».
Alessandro racconta ancora: «La strada di casa mia è buia e lunga. L’ho sempre percorsa a piedi. Ma da quando mia sorella più piccola ha iniziato a uscire mi sono reso conto che per lei non è lo stesso. Quello che per me era normale, per una ragazza può non esserlo».
A Roma nel 2024 sono stati denunciati 271.033 reati. Le rapine sono aumentate del 51,3%, i borseggi del 68%, i numeri aiutano a capire la portata di un fenomeno, ma non bastano: servono gesti concreti, che sappiano rispondere alle esigenze di tutti, soprattutto di chi si sente più fragile.
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