Una colonna di auto e pullman sta attraversando il Nord Africa. È la carovana Sumud (fermezza in arabo), partita da Tunisi. Direzione: Rafah, valico sud della Striscia di Gaza. Più di mille attivisti e attiviste si congiungeranno il 12 giugno al Cairo, con i solidali che arriveranno da 54 Paesi di tutto il mondo per unirsi alla Global March to Gaza.
Dalla capitale egiziana partiranno per una camminata di 40 chilometri che dovrebbe arrivare al confine il 15 giugno 2025. La marcia, si specifica sul sito della missione italiana, sarà pacifica. L’obiettivo non è forzare il confine, ma «negoziare l’apertura del terminal di Rafah con le autorità egiziane, in collaborazione con ONG, diplomatici e istituzioni umanitarie».
Da tutto il mondo per la Global March to Gaza
Il movimento è nato da attivisti e medici che hanno prestato servizio a Gaza negli ultimi due anni di operazione militare israeliana. Per l’Italia aderiscono associazioni come Associazione di Solidarietà con il popolo palestinese, Rete No Bavaglio, Laboratorio Ebraico Antirazzista e tante altre, oltra a singoli cittadini. «Siamo in duecento», dicono dall’organizzazione italiana, «e agiamo in cooperazione con la Freedom Flottilla», la rete di ONG che ha promosso il viaggio di Madleen, l’imbarcazione a vela con a bordo dodici attivisti fermata dalle autorità israeliane in acque internazionali.
Una partenza, quella verso il Cairo, che non avrà il supporto diplomatico del Ministero degli Esteri italiano. «Dalla Farnesina hanno detto che non possono darci sostegno consolare e ci sconsigliano di andare», dicono dall’organizzazione. «La riteniamo una mossa politica, visti i molti legami del nostro Paese con Israele». Le attiviste e gli attivisti si sono, però, preparati con formazioni interne sui loro diritti e sui contesti che attraverseranno, in particolare sull’Egitto, «che ringraziamo. Gli incontri che alte delegazioni hanno avuto con le ambasciate egiziane sono stati positivi e di apertura».
La marcia verso Rafah è sostenuta anche da venti europarlamentari, fra cui gli italiani Marco Tarquinio, Mimmo Lucano e Brando Benifei, che hanno inviato una lettera al presidente egiziano Al-Sisi per chiedere autorizzazione e supporto per la spedizione.
La carovana Sumud verso la Global March to Gaza
Donne e uomini da tutti i Paesi del Maghreb si sono uniti a Sumud. La missione nordafricana è sostenuta dall’Unione generale tunisina del lavoro, dall’Ordine nazionale degli avvocati, dalla Lega tunisina per i diritti umani e dal Forum tunisino per i diritti economici e sociali.
Adesso la carovana è nella Libia occidentale, dove, come mostrano alcuni video pubblicati sui social da alcuni partecipanti, è stata accolta ed assistita dalla popolazione locale. Il Paese, però, ha due amministrazioni rivali e, come riferito da un funzionario del convoglio ad Al Jazeera, Sumud non ha ancora avuto l’autorizzazione ad attraversare la Libia orientale.
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