Esclusiva

Maggio 19 2025.
 
Ultimo aggiornamento: Maggio 20 2025
«Non solo cibo e medicine, a Gaza deve entrare anche la stampa»

Nella sede del consiglio dell’Ordine un incontro per ricordare i 219 reporter uccisi nella Striscia e la necessità di mobilitarsi per una vera copertura mediatica

Con il suo drone raccontava Gaza, prima e dopo l’offensiva dell’esercito israeliano. È stato ucciso anche per questo Mahmoud Isleem, reporter di 25 anni che lavorava anche per Reuters e l’agenzia turca Anadolu. E proprio da un drone dell’IDF è stato colpito mentre filmava un’operazione umanitaria a Beit Lahia il 15 marzo scorso. Con un suo ricordo, attraverso il servizio di Chiara Avesani per Presa Diretta, si è aperto l’incontro Verità su Gaza: giornalisti uccisi e stragi ignorate, promosso da Amnesty International Italia, Articolo 21 e Controcorrente Lazio e tenuto lunedì 19 maggio 2025 nella sede del Consiglio nazionale dell’Ordine dei Giornalisti a Roma.  

Non solo un ricordo dei 219 giornalisti uccisi nella Striscia dagli attacchi israeliani, ma un momento per pensare a forme di mobilitazione «per pretendere sicurezza per i colleghi sul posto e squarciare velo che copre qualunque cosa si muova sulla Palestina», dice il presidente dell’Ordine Carlo Bartoli nei saluti iniziali. Poi la parola passa al rappresentante di Articolo 21 Giuseppe Giulietti, storico sindacalista della stampa ed ex deputato: «Giusto chiedere che i media internazionale entrino a Gaza, ma perché non trasmettiamo quel poco che arriva dai giornalisti palestinesi che sono lì? Dobbiamo supportarli e pretendere che, oltre cibo e medicinali, entrino anche telecamere». 

giornalisti uccisi gaza

Verità per Gaza: verso uno sciopero dei media 

Tante le iniziative proposte, iniziando dall’invito di Articolo 21 di aderire alla protesta “Il sudario”, lanciata dal professore Tommaso Montanari, del 24 maggio e di appendere dai balconi delle redazioni lenzuoli e teli bianchi. Uno sciopero trasversale dell’informazione è un’idea ribadita da più interventi. «Sarebbe un segnale che la nostra categoria può lanciare alle altre per rompere il silenzio e fare rete nella comunità», dice Chiara Avesani, giornalista di Presa Diretta e rappresentante della Rete #NOBAVAGLIO. «Può essere pensata in vari modi – aggiunge – Con comunicati letti dai vari media e su messe in onda differenti. O può essere una giornata di lavoro il cui corrispettivo può essere devoluto a sostenere i colleghi palestinesi». 

Alhassan Selmi: «Ogni giorno riceviamo minacce sui nostri telefoni »

Fra i vari nomi intervenuti anche Lucia Goracci, inviata del Tg3 collegata da Kerem Shalom, uno dei luoghi del sud d’Israele più vicini a Gaza e sede di un valico attraverso cui potrebbero entrare i minimi aiuti umanitari annunciati dal premier Benjamin Netanyahu.

Dal nord della striscia si collega anche Alhassan Selmi. Dietro di lui il giubbotto antiproiettile con scritto “Press”. «L’IDF cerca in tutti i modi di silenziarci. Ogni giorno riceviamo minacce sui nostri telefoni – racconta – Lo fanno perché siamo fonte dell’unica speranza per il nostro popolo: che la gente fuori si accorga di quello che sta succedendo». A distanza c’è anche Raffaele Oriani, ex collaboratore de Il Venerdì di Repubblica che nel 2024 si dimette in protesta contro la linea del gruppo GEDI. 

Concludono l’evento i rappresentanti delle organizzazioni della stampa. Stefano Ferrante dell’Associazione Stampa Romana e Guido d’Ubaldo, presidente Odg Lazio e Vittorio di Trapani, presidente della Federazione Nazionale della Stampa Italiana, che, per ultimo, lancia un monito contro la delegittimazione dei giornalisti palestinesi, accusati di fare propaganda per Hamas. «È la stessa che viene fatta contro chi vuole rompere il muro di gomma. È stato fatto anche con organizzazioni come Amnesty International, accusata di stare dalla parte degli autocrati». È di pochi minuti prima la notizia che la Ong – presente anche il portavoce italiano Riccardo Noury – che si batte per i diritti umani è stata dichiarata “organizzazione indesiderata” dalla Procura Generale di Mosca.  

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