Esclusiva

Ottobre 3 2025.
 
Ultimo aggiornamento: Ottobre 6 2025
Ecco i 20 punti del piano di Trump per Gaza

«Se entrambe le parti saranno d’accordo, la guerra finirà immediatamente», si legge nel testo reso pubblico dalla Casa Bianca

Dalla cessazione delle ostilità, all’ingresso di aiuti umanitari, alla smilitarizzazione della Striscia. Dal rilascio di ostaggi israeliani e prigionieri palestinesi, alla definizione della governance di Gaza, fino al programma per il suo sviluppo e il prospetto che in futuro potranno esserci le condizioni per uno Stato di Palestina.
Di seguito la road map per Gaza resa nota dalla Casa Bianca.

  • 1. Gaza sarà una zona deradicalizzata e libera dal terrorismo, che non costituirà una minaccia per i suoi vicini.
  • 2. Gaza sarà ricostruita a beneficio del popolo di Gaza, che ha già sofferto fin troppo.
  • 3. Se entrambe le parti accettano questa proposta, la guerra terminerà immediatamente. Le forze israeliane si ritireranno fino alla linea concordata per prepararsi al rilascio degli ostaggi. Durante questo periodo, tutte le operazioni militari, inclusi i bombardamenti aerei e di artiglieria, saranno sospese e le linee di battaglia resteranno congelate fino a quando non saranno soddisfatte le condizioni per il ritiro completo e scaglionato.
  • 4. Entro 72 ore dall’accettazione pubblica dell’accordo da parte di Israele, tutti gli ostaggi, vivi e deceduti, saranno restituiti.
  • 5. Una volta rilasciati tutti gli ostaggi, Israele libererà 250 prigionieri condannati all’ergastolo e 1.700 abitanti di Gaza detenuti dopo il 7 ottobre 2023, comprese tutte le donne e i bambini detenuti in quel contesto. Per ogni ostaggio israeliano i cui resti saranno restituiti, Israele consegnerà i resti di 15 palestinesi di Gaza deceduti.

  • 6. Una volta rilasciati tutti gli ostaggi, i membri di Hamas che si impegneranno alla pacifica convivenza e al disarmo riceveranno l’amnistia. Ai membri di Hamas che vorranno lasciare Gaza sarà garantito un passaggio sicuro verso Paesi disposti ad accoglierli.
  • 7. Con l’accettazione di questo accordo, gli aiuti umanitari entreranno immediatamente nella Striscia di Gaza. Al minimo, la quantità di aiuti sarà coerente con quanto stabilito nell’accordo del 19 gennaio 2025 sugli aiuti umanitari, incluso il ripristino delle infrastrutture (acqua, elettricità, fognature), la riabilitazione di ospedali e panifici, e l’ingresso delle attrezzature necessarie per rimuovere le macerie e riaprire le strade.
  • 8. La distribuzione degli aiuti nella Striscia di Gaza procederà senza interferenze da parte delle due parti, tramite le Nazioni Unite e le loro agenzie, la Mezzaluna Rossa e altre istituzioni internazionali non associate in alcun modo con le due parti. L’apertura del valico di Rafah in entrambe le direzioni sarà soggetta allo stesso meccanismo implementato con l’accordo del 19 gennaio 2025.
  • 9. Gaza sarà governata da un comitato palestinese temporaneo e transitorio di natura tecnocratica e apolitica, responsabile della gestione quotidiana dei servizi pubblici e municipali per la popolazione di Gaza. Questo comitato sarà composto da palestinesi qualificati ed esperti internazionali, sotto la supervisione di un nuovo organismo internazionale di transizione, il “Board of Peace”, che sarà presieduto da Donald J. Trump, con altri membri e capi di Stato da annunciare, incluso l’ex Primo Ministro Tony Blair. Questo organismo stabilirà il quadro e gestirà i finanziamenti per la ricostruzione di Gaza fino a quando l’Autorità Palestinese non avrà completato il proprio programma di riforme, come delineato in varie proposte (tra cui il piano di pace di Trump del 2020 e la proposta saudita-francese), e non potrà riprendere il controllo di Gaza in modo sicuro ed efficace. L’organismo si baserà sui migliori standard internazionali per creare una governance moderna ed efficiente, al servizio del popolo di Gaza e capace di attrarre investimenti.
  • 10. Un piano di sviluppo economico di Trump per ricostruire e rilanciare Gaza sarà elaborato convocando una commissione di esperti che hanno contribuito alla nascita di alcune delle città moderne e fiorenti del Medio Oriente. Molte proposte di investimento e idee di sviluppo elaborate da gruppi internazionali saranno prese in considerazione per integrare i quadri di sicurezza e governance, al fine di attrarre e facilitare investimenti che creeranno lavoro, opportunità e speranza per il futuro di Gaza.

  • 11. Sarà istituita una zona economica speciale con tariffe e tassi di accesso preferenziali da negoziare con i Paesi partecipanti.
  • 12. Nessuno sarà costretto a lasciare Gaza; chi vorrà partire sarà libero di farlo e libero di tornare. Incoraggeremo le persone a restare e offriremo loro l’opportunità di costruire una Gaza migliore.
  • 13. Hamas e altre fazioni accettano di non avere alcun ruolo nel governo di Gaza, né diretto né indiretto, in nessuna forma. Tutte le infrastrutture militari, terroristiche e offensive, inclusi tunnel e impianti di produzione di armi, saranno distrutte e non ricostruite. Ci sarà un processo di smilitarizzazione di Gaza sotto la supervisione di osservatori indipendenti, che includerà la messa fuori uso definitiva delle armi tramite un processo concordato di disarmo, supportato da un programma internazionale di riacquisto e reintegrazione, tutto verificato da osservatori indipendenti. La Nuova Gaza sarà pienamente impegnata a costruire un’economia prospera e una pacifica convivenza con i vicini.
  • 14. I partner regionali garantiranno che Hamas e le fazioni rispettino i loro obblighi e che la Nuova Gaza non rappresenti una minaccia per i suoi vicini o per la sua popolazione.
  • 15. Gli Stati Uniti collaboreranno con partner arabi e internazionali per sviluppare una Forza Internazionale di Stabilizzazione temporanea (I.S.F.) da dispiegare immediatamente a Gaza. L’I.S.F. addestrerà e fornirà supporto a forze di polizia palestinesi selezionate a Gaza, in consultazione con Giordania ed Egitto che hanno grande esperienza in questo campo. Questa forza rappresenterà la soluzione di sicurezza interna a lungo termine. L’I.S.F. collaborerà con Israele ed Egitto per aiutare a proteggere le aree di confine, insieme a nuove forze di polizia palestinesi addestrate. È fondamentale impedire l’ingresso di munizioni a Gaza e facilitare il flusso rapido e sicuro di beni per la ricostruzione e la rivitalizzazione di Gaza. Le parti concorderanno un meccanismo di de-conflitto.

  • 16. Israele non occuperà né annetterà Gaza. Quando l’I.S.F. avrà stabilito il controllo e la stabilità, le Forze di Difesa Israeliane (I.D.F.) si ritireranno in base a standard, tappe e tempistiche collegate alla smilitarizzazione, che saranno concordate tra I.D.F., I.S.F., i garanti e gli Stati Uniti, con l’obiettivo di una Gaza sicura che non rappresenti più una minaccia per Israele, l’Egitto o i loro cittadini. In pratica, le I.D.F. consegneranno progressivamente il territorio di Gaza occupato all’I.S.F., secondo un accordo con l’autorità transitoria, fino al completo ritiro, salvo una presenza perimetrale di sicurezza che rimarrà finché Gaza non sarà adeguatamente protetta da eventuali minacce terroristiche.
  • 17. Se Hamas dovesse ritardare o respingere questa proposta, quanto sopra, compresa l’operazione di aiuti rafforzata, sarà applicato nelle aree libere dal terrorismo consegnate dalle I.D.F. all’I.S.F.
  • 18. Sarà avviato un processo di dialogo interreligioso, basato sui valori della tolleranza e della pacifica convivenza, per cercare di cambiare mentalità e narrazioni di palestinesi e israeliani, sottolineando i benefici che possono derivare dalla pace.
  • 19. Mentre la ricostruzione di Gaza progredisce e quando il programma di riforme dell’Autorità Palestinese sarà attuato fedelmente, potranno finalmente esserci le condizioni per un percorso credibile verso l’autodeterminazione e lo Stato palestinese, che riconosciamo come l’aspirazione del popolo palestinese.
  • 20. Gli Stati Uniti avvieranno un dialogo tra Israele e i palestinesi per concordare un orizzonte politico di pacifica e prospera convivenza.