«Anche in questo momento di cambiamento e difficoltà, io ho una grande fiducia nel mondo del giornalismo», così Alberto Barachini, il Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio con delega all’Informazione e all’Editoria, alla presentazione della piattaforma interattiva Bodoni. Il progetto, che prende il nome del grande tipografo e innovatore settecentesco, mette l’intelligenza artificiale a servizio dei media e dei suoi operatori e ha visto l’impegno di 40 persone per un totale di più di 18 mila ore di lavoro.
«Oggi lanciamo un progetto che riteniamo decisivo per la qualità dell’informazione. Viviamo in un tempo in cui l’accesso ai contenuti è enorme, ma la distinzione tra informazione professionale e semplice contenuto digitale è sempre più difficile», ha spiegato il presidente della Federazione Italiana Editori Giornali (FIEG) Andrea Riffeser Monti. Il progetto è una collaborazione di FIEG con il centro di ricerca Luiss Data Lab, l’Italian Digital Media Observatory, la software house Geckosoft ed è stato finanziato con il contributo di Google.org, la divisione no profit di Google. Ricordando la genesi del progetto, Mattia Tarelli, Government Affairs and Public Policy Manager di Google, chiarisce come l’iniziativa sia nata dall’Impact Challenge 2023 e sottolinea «la grande soddisfazione di lavorare a soluzioni tecnologiche che risolvono problemi sociali».
In un mondo che corre veloce, i giornalisti non possono permettersi di rimanere indietro. L’AI è già presente in tutte le maggiori redazioni e l’utilizzo massiccio del Machine Learning mette in discussione numerosi posti di lavoro. La piattaforma raccoglie articoli di testate nazionali e internazionali e li mette a disposizione dei giornalisti attraverso un sistema LLM (Large Language Model) e un’interfaccia adatta al lavoro giornalistico.
Bodoni si presenta come una lavagna di grafi interattivi, piccoli punti che rappresentano articoli, collegati tra loro a formare uno schema di relazioni tra notizie, argomenti e fonti. La mappa permette al giornalista di orientarsi tra gli ultimi aggiornamenti e avere una panoramica sulle tendenze del giorno o della settimana. Un’altra funzionalità mostra i trend topic, una rassegna delle notizie più rilevanti e recenti clusterizzate per argomento. La piattaforma promette anche di facilitare l’identificazione delle echo-chambers, spazi digitali chiusi dove le persone sono esposte a informazioni che rafforzano le loro convinzioni, e di individuare i bias cognitivi presenti nelle pubblicazioni.
Lo strumento di assistenza alla scrittura dimostra che l’AI non si sostituisce al lavoro umano, bensì funge da assistente. Aiuta il giornalista nella ricerca dei contenuti e delle fonti, può verificare, correggere e tradurre i testi, ampliare la stesura di articoli e offrire panoramiche su argomenti specifici.
«L’AI non è un ostacolo ma deve essere un’opportunità» sono le parole a Zetaluiss di Alberto Barachini, che non ha dubbi a riguardo: «Utilizzare la tecnologia significa scegliere di dare un futuro al settore giornalistico», che sottolinea come «l’innovazione vorticosa in alcuni ambiti potrebbe avere una ricaduta occupazionale». Ma è proprio a questo scopo che è stato lanciato Bodoni, che il Sottosegretario non esita a definire «una strada virtuosa di sviluppo dell’innovazione» poiché «non serve un giornalismo arroccato sulla montagna, ma uno che torna in strada e ascolta i cittadini».
Soluzioni come il progetto Bodoni, che uniscono lo sforzo umano al progresso tecnologico, si prospettano come l’unica strada percorribile per i giornalisti di oggi perché, come ricorda il giornalista e direttore della Scuola di Giornalismo Luiss Gianni Riotta: «O noi governiamo il cambiamento o il cambiamento governerà noi».