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Esclusiva

Gennaio 9 2020
“Willkomen auf dem offenen Meer”, Benvenuti in mare aperto

Il 14 dicembre il movimento delle sardine è sceso in piazza anche a Berlino. Andrea e altri otto ragazzi hanno organizzato l’evento ricco di colori e musica sotto la porta di Brandeburgo dove le sardine hanno cantato, ballato e manifestato per la pace e l’uguaglianza.

“Le sardine di Berlino si riuniscono sulla scia delle sardine d’Italia per un flash mob pacifico a favore dei sentimenti di tolleranza, solidarietà e uguaglianza” (Die Sardinen in Berlin treffen sich, wie die Sardinen in Italien, um an einem friedlichen Flash Mob für Toleranz, Solidarität und Gleichberechtigung teilzunehmen). Questo è il testo che ha accompagnato l’evento, creato su Facebook, per dare appuntamento alle sardine tedesche sotto la porta di Brandeburgo il 14 dicembre. 

Andrea ha 22 anni ed è tra i tanti che hanno risposto “parteciperò” all’evento, è una fiera sardina di Berlino, «in tedesco rimane proprio così: sardina», mi spiega ridendo. Vive in Germania ormai da quattro anni, da quando dopo aver conseguito la maturità alla “Deutsch Schule Rom” ,scuola superiore tedesca con sede a Roma, decide di iscriversi alla “Freie Universität Berlin” per studiare Scienze della comunicazione , un percorso che divide con lo studio della storia dell’arte. In realtà è l’amore per la musica che lo spinge a lasciare casa sua per il suono di una città sempre viva e ritmata. «Berlino è multiculturale, una culla per tutti noi. La cosa più bella è che dà spazio ad ogni tipo di pensiero», ed è proprio la “diversità” e la “musicalità” che caratterizzano il branco di sardine del mare del nord. 

sardine Berlino
La presentazione di Andrea ai manifestanti di “Fridays for future”

Una settimana dopo la prima manifestazione a Bologna una ragazza di Frascati, Thokozile Martucci Schiavi, propone sul forum di Italiani a Berlino di organizzarsi anche lì seguendo l’esempio delle altre città d’Italia . I commenti , tanto per cambiare, non sono tutti positivi. “Anche qui sta schifezza” , “ Noi siamo qui per lavorare e voi venite e a distruggerci” «e tanti altri commenti , sai di quel tipo che spingono noi sardine a batterci». Mi racconta Andrea. Non curante dei soliti brontoloni e leoni da tastiera , Thokozile organizza la manifestazione, con il totale appoggio di Mattia Santori, portavoce delle sardine di Bologna. Andrea conosce il movimento ed entra a far parte del gruppo Facebook , ma sente il bisogno di dover fare di più. «Ho proposto a Thokozile di coinvolgere tutti gli studenti universitari ,non solo quelli italiani, informarli attraverso il volantinaggio per esempio. Lei è subito rimasta entusiasta da questa idea, era una grande opportunità per far arrivare a più giovani possibili i valori del movimento.  Sono subentrato quando gli altri otto ragazzi erano già alla terza riunione, ma si è creato un gruppo unito sin da subito. Ho chiesto il  supporto del consiglio studentesco che ci ha appoggiati e in più ho coinvolto i manifestanti di “Fridays for future”. Ho spiegato loro attraverso un powerpoint che cosa fossimo noi sardine. E’ stata la prima volta in cui ho parlato di qualcosa in cui credevo davvero, ed è stato bellissimo!». E’ passato del tempo da quella presentazione, ma la voce di Andrea è ancora emozionata e piena di passione.«Tutti i ragazzi mi hanno risposto : “Si, noi vogliamo esserci”».  Una risposta , nata secondo Andrea, dalla condivisione di ideali semplici come tolleranza , solidarietà e uguaglianza, ma mai banali, che caratterizzano le sardine.«Concetti semplici che la politica spesso dimentica nei propri discorsi. E se c’è così tanta gente che manifesta per essi vuol dire che esiste davvero un problema di cui dobbiamo preoccuparci. Abbiamo bisogno di politici che ci rappresentino davvero , di discorsi veri che arrivino ai nostri cuori e riportino all’attenzione i valori e i diritti ignorati». Secondo Andrea quella delle sardine è una manifestazione globale per questo ha ricevuto così tanto appoggio in tutto il mondo. «Ogni paese ha il suo Salvini, qualcuno pronto ad intimidire e puntare il dito contro gli stranieri, a seminare paura nella gente. Cito Salvini, ma io non ho manifestato perché odio Salvini. Lui è diventato un simbolo di tutto ciò contro cui scendiamo in piazza, ma definirlo come bersaglio del movimento mi sembra una minimizzazione e un paradosso. Non è un’opposizione all’opposizione».

 

sardine Berlino
Traduzione: “Sono una sardina”

Uomini e donne provenienti da ogni parte del mondo hanno intonato “Bella ciao” sotto la porta di Brandeburgo. Le sardine ,per riunirsi , non hanno scelto un posto qualunque, ma il simbolo della Germania riunificata e del trionfo della pace sulla guerra.«E’ stato incredibile poter suonare sotto la porta di Brandeburgo in onore delle sardine, una scenografia e un’emozione unica». Andrea non è solo appassionato di musica , ma compositore e produttore egli stesso. Ha organizzato,  insieme ad altri ragazzi, la scaletta musicale e l’impianto tecnico del palco, e ha chiuso la manifestazione con un DJ set di 59 minuti insieme ad un suo amico. «Abbiamo organizzato tutto con le nostre forze, e durante la manifestazione abbiamo istituito un crowdfunding per sostenere le spese dell’evento e donare il ricavato ad un’associazione che decideremo insieme , una volta raggiunto l’obiettivo». 

Andrea non sa bene come si evolveranno e in quali mari nuoteranno in futuro , ma è certo che «dalle sardine nasce molto altro». E da quelle di Berlino è nato un gruppo di ragazzi che vogliono allargare gli orizzonti della comunità di italiani in Germania, e che continueranno a lavorare insieme per portare avanti questi ideali. « Ci piacerebbe realizzare un carro per il Carnevale della cultura che si tiene alla fine di giugno. Sarebbe la prima volta che sfila un carro italiano e sarebbe bello colorarlo di tutto questo».  

 

sardine Berlino
Andrea e le altre sardine che hanno organizzato la manifestazione a Berlino

 

Andrea cita una frase di Crozza « Non so dove andranno le sardine, ma mi stanno simpatici perché sono le difese immunitarie dell’Italia contro l’odio». Ed è bello pensare che queste difese immunitarie siano partite proprio da casa nostra , dall’Italia, per proteggerci da sostanze nocive come odio e razzismo.