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Esclusiva

Gennaio 27 2020
La Giornata della memoria, fra il ricordo del passato e le battaglie del presente

A 75 anni dalla liberazione di Auschwitz, le celebrazioni in tutta Italia. Le parole di Beppe Sala, Liliana Segre e Papa Francesco.

Come ogni 27 gennaio, anniversario della liberazione di Auschwitz da parte dell’Armata Rossa, oggi si celebra il giorno della memoria. Tante le manifestazioni, soprattutto nelle scuole medie e superiori, per ricordare l’orribile eccidio compiuto durante la Seconda Guerra Mondiale dai nazifascisti.

La Giornata, istituita dal governo italiano nel 2000, è anche e soprattutto un’occasione per guardare nel torbido passato dell’Italia, che sotto il regime fascista fu protagonista della deportazione di migliaia di ebrei italiani attraverso le “Leggi razziali”. Un’occasione quindi di trasmettere alle nuove generazioni il peso delle nostre responsabilità attraverso lo strumento del ricordo, portato alacremente avanti in questi ultimi mesi grazie agli incontri nelle scuole organizzati dalla senatrice Liliana Segre e da sempre promossi da esperti e sopravvissuti dell’Olocausto.


Giornata della Memoria


A Milano c’è stata un’importante iniziativa di solidarietà promossa dal sindaco Beppe Sala, che ha affisso sull’uscio della sua abitazione un cartello con scritto “Antifa Hier” (qui vive un antifascista) in risposta alle scritte antisemite comparse nei giorni scorsi sulla porta di un appartamento di Mondovì dove abita il figlio di Lidia Rolfi, deportata per motivi politici che ha dedicato tutta la sua vita alla Memoria, pubblicando anche un libro sulla sua esperienza (Le donne di Ravensbrück). Il comune, nel cuneese, ha organizzato una fiaccolata di solidarietà per stringersi attorno alla comunità ebraica.

Nel suo Angelus del 26 gennaio, Papa Francesco ha voluto ricordare l’eccidio nazifascista. “Davanti a questa immane tragedia, a questa atrocità, non è ammissibile l’indifferenza ed è doverosa la memoria. Siamo tutti invitati a fare un momento di preghiera e di raccoglimento, dicendo ciascuno nel proprio cuore: mai più!”. Anche Liliana Segre ha voluto esprimere il suo pensiero in questa importante commemorazione e lo ha fatto citando Antonio Gramsci: “Indifferenza è abulia, è parassitismo, è vigliaccheria, non è vita. Perciò odio gli indifferenti”. Secondo la Senatrice a vita, le parole del filosofo e politico “rendono bene il senso di una malattia morale che può essere anche una malattia mortale. L’indifferenza – continua la Segre – racchiude la chiave per comprendere la ragione del male, perché quando credi che una cosa non ti tocchi, non ti riguardi, allora non c’è limite all’orrore. L’indifferente è complice. Complice dei misfatti peggiori”.