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Esclusiva

Febbraio 10 2020
Come sopravvivere a Sanremo: il festival dei cittadini

Il festival di Sanremo è una vetrina importante per la città ligure. La conduzione di Amadeus ha reso tutti protagonisti dell’evento musicale, inclusi gli abitanti della città. Ma non tutti sono stati contenti di questa iniziativa

«Dedico questa vittoria a Taranto, che deve fare tanto rumore», afferma Diodato, vincitore del 70esimo Festival di Sanremo. La sua targa bronzo in via Matteotti dovrà aspettare, verrà posizionata vicino al vincitore del 69esimo festival, Mahmood, una settimana prima dell’edizione dell’anno prossimo. Il giorno dopo la grande finale il red carpet attraversa ancora il centro di Sanremo fino al teatro Ariston dove le transenne bloccano il passaggio.  La città inizia a svuotarsi: «Sanremo ritorna nel silenzio una volta che è finito il Festival», raccontano i ragazzi in giro per la città. E per la prima volta il “Nutella stage” in piazza Colombo è davvero circondato da silenzio, resta la struttura e gli schermi accesi sulla scritta “Sanremo 2020”.

«Toglieranno tutto entro mercoledì, fino a quel momento non possiamo rimettere gli outdoor». “Sanremo fiorita” è un negozio di fiori sulla piazza che ha ospitato i vari concerti serali, durante l’anno riempie il suo spazio all’esterno di fiori, piante e alberi. «Ci hanno dato l’ordine di togliere tutto 10 giorni prima per lasciare la piazza sgombra. Questo ci ha penalizzati molto. Durante la settimana del festival facciamo questo sacrificio volentieri perché è una vetrina importante per la città e poi riusciamo sempre ad aumentare i guadagni, ma le perdite di quei 10 giorni non si recuperano». Commercianti e ristoratori hanno pareri contrastanti sui benefici che porta ogni anno l’evento musicale. «Questa settimana è bellissima, c’è un’atmosfera unica. Si guadagna tanto, noi facciamo orario continuato infatti». Secondo Norma, commessa del caseificio “Moris” ci vorrebbero addirittura due festival all’anno. Chiara invece aspetta tutto l’anno la settimana in cui potrà incontrare i suoi cantanti preferiti nel bar dove lavora, accanto all’Ariston. I pareri positivi vengono soprattutto dai negozi, bar e ristoranti posizionati intorno la piazza e sulle strade principali. «Il festival è importante per noi e nessuno lo mette in dubbio, ma è sempre concentrato nel centro e ciò che esiste fuori piazza Colombo non conta nulla. Basterebbe allargarsi un po’ per far vivere tutti.È sempre bello vedere tanta gente, il problema è che molti vengono solo per incontrare i cantanti. Non spendono molto oppure frequentano i locali vicino il teatro». Il bar di Dario è su una piazza a soli 400 metri a piedi dal teatro Ariston, eppure ci si accorge subito di un’aria diversa e fin troppo tranquilla. «Non lavoro perché hanno chiuso tutte le strade e la gente non passa dal mio negozio. È bello, ma a me personalmente porta danni». Il negozio vintage di Nicoletta è in una stradina impossibile da raggiungere se non si è armati di pazienza. I controlli della polizia bloccano sia entrata che uscita.

 

sanremo 2020

La conduzione di Amadeus è riuscita a rendere gli spettatori partecipi del festival con molti concerti per le strade principali della città. Questo ha reso necessari maggiori controlli per assicurare la sicurezza di tutti e la riuscita dell’evento. I residenti godono di una vista speciale, ma per loro non è semplice sopportare i varchi di controllo «Io amo il festival, ma non posso metterci ore per tornare a casa o andare a lavoro, devo fare i controlli anche se mi hanno appena aperto la borsa al varco precedente. È tutto bloccato e c’è sempre fila». Il pass non serve a nulla perché facciamo la fila ugualmente, anche se devi andare a lavorare. Siamo costretti a fare mille giri sperando che non passi il vip di turno- Sara abita in un palazzo su piazza Colombo- pero’ se penso che la gente paga per vedere cantare Francesco Gabbani ed io l’ho ascoltato gratis poco fa capisco che ne vale la pena”. Nonostante questo in molti pensano che il festival non faccia che bene a Sanremo e che i controlli e la folla siano un male da sopportare per il bene della città.

«La settimana del festival è positiva per tutti, sono tutti incuriositi dalle persone che arrivano a Sanremo. Quest’anno è cambiato il modo di presentare. L’anno scorso Baglioni ha presentato la canzone, mentre Amadeus si è concentrato sullo spettacolo. Penso che i due siano complementari, a me sono piaciuti entrambi. Le canzoni devono avere la priorità, ma ho apprezzato molto ciò che ha portato Amadeus sul palco perché mi è piaciuto vedere la gente partecipae». Ave Massenz, cittadina di Sanremo, racconta che rispetto a dieci anni fa la città è più aperta: «Io per esempio ho parlato con 5 persone diverse in un’ora».

Un esempio che riassume perfettamente questa settimana,in realtà tutti amano il festival. Alcuni dei Sanremesi o Sanremaschi, in base alle radici, l’ultima sera tirano un sospiro di sollievo ringraziando di essere sopravvissuti anche quest’anno, ma aspettano impazienti l’edizione dell’anno prossimo e cominciano a fare i primi pronostici: «Secondo me lo presenta di nuovo Amadeus l’anno prossimo».