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Esclusiva

Febbraio 12 2020.
 
Ultimo aggiornamento: Aprile 28 2021
Le mille e una corsa: ecco la nuova Ferrari

Presentata a Reggio Emilia la 66° Ferrari della storia della Formula 1. Si chiama SF1000: Il nome è un omaggio alla longevità della scuderia di Maranello, che proprio quest’anno correrà in Francia il suo millesimo Gran Premio

Il 28 giugno saranno mille: mille gare della Ferrari in Formula 1. Nessun’altra scuderia può vantare una storia così profonda nella massima competizione motoristica del mondo. Quando si parla di Formula 1 si finisce col parlare di Ferrari, e viceversa. Difficile dire chi abbia dato più fama a chi. Si tratta di un binomio inscindibile, di un sodalizio senza tempo.

La nuova monoposto presentata a Reggio Emilia non assomiglia per nulla alla prima “Rossa” che Alberto Ascari portò sul podio a Montecarlo, nel lontano 21 maggio 1950. Il Campionato del mondo Piloti di Formula 1 era al suo secondo Gran Premio, il Cavallino al suo esordio. Il mondo si stava rialzando dalla guerra, la maggior parte dei circuiti delle gare erano ricavati da vecchi aeroporti militari, il ruolo della tecnologia nelle corse era ancora limitato e la “158” dell’Alfa Romeo, guidata da Nino Farina e progettata da Enzo Ferrari, dominava la scena. Il dominio era però destinato a durare poco, perché già due anni dopo, complice anche il ritiro della scuderia milanese, la Ferrari si aggiudicò il primo titolo mondiale costruttori e piloti, dando avvio alla storia più vincente della Formula 1.
Da allora, la Rossa ha inanellato 238 trionfi, che hanno portato alla conquista di 16 titoli costruttori e 15 campionati piloti, e ha visto l’alternarsi di piloti leggendari alla guida delle proprie auto.

Alberto Ascari alla guida della Ferrari nel 1952
Alberto Ascari alla guida della Ferrari nel 1952

Una storia di successi interrotta dal digiuno di vittorie degli ultimi 12 anni, che ha suscitato quella “fame di vincere” tanto auspicata dal Presidente John Elkann e che non ha mai abbandonato la tradizione della scuderia, nemmeno nei periodi più bui. Il peggiore in assoluto fu il ventennio dal 1979 al 2000, epoca durante la quale la Ferrari non riuscì a portare in trionfo nessun pilota, e a Maranello si poterono festeggiare solamente tre titoli costruttori. La luce poi tornò insieme a un talentuoso pilota tedesco di nome Michael Schumacher, che inaugurò un quinquennio di egemonia rossa.
Ora la fame di vincere è tornata a farsi sentire. Il 2008, anno dell’ultimo titolo costruttori, è un ricordo lontano per gli addetti ai lavori e per i milioni di tifosi in tutto il mondo. Lo è persino per Charles Leclerc, secondo pilota, che all’epoca frequentava le scuole elementari.

Charles Leclerc

La nuova SF1000 si carica dell’entusiasmo che accompagna l’inizio di ogni stagione, ma anche di grandi aspettative: «Abbiamo osato molto, introducendo concetti nuovi e correggendo i difetti cronici» ha spiegato Mattia Binotto, team principal della scuderia. «La macchina andava forte in rettilineo ma soffriva in curva. La nuova SF1000 ha rimediato a questo problema venendo incontro alle richieste dei propri piloti, e possiamo dire di essere pronti per disputare una grande stagione».
Appuntamento dunque al 15 marzo, a Melbourne, per l’inizio del mondiale: allora tutti vedranno quanta fame ha la Ferrari.