Roma, viale Furio Camillo. Civico 22. Quello che potrebbe sembrare un classico ristorante orientale, ad uno sguardo più attento si rivela un ponte sul futuro. Ad accoglierti dei cordiali camerieri…robot.
Un nome giapponese, Mikaku, che tradotto significa “sapore”. Un esperimento della ristorazione 2.0 nella Capitale, che ha preso forma grazie ad Angelo, cinese arrivato in Italia per inseguire la sua passione per la cucina.
«Li ho comprati nel mio Paese con un investimento importante», spiega il titolare. «Ogni robot costa circa 8000 euro più le spese necessarie a portarlo qui dalla Cina, che comprendono dogana, Iva e tasse varie».
È come se C1-P8, personaggio dell’universo fantascientifico di Guerre Stellari, interagisse con te. Mentre il droide della celebre saga era in grado di attivare qualsiasi macchinario, quest’ evoluzione “culinaria” di intelligenza artificiale serve un sushi di ottima qualità e tanti prodotti tipici.
«Il robot è una bella novità e ha portato qualche cliente in più, ma la cosa davvero importante è il cibo, che da noi è molto buono», ci tiene a precisare Angelo con orgoglio.
Un tablet, una app e il gioco è fatto. Basta programmare il percorso attraverso una telecamera installata sul capo dell’automa e, una volta inviato l’ordine dall’applicazione, resta l’attesa del cliente per le gustose pietanze e per il simpatico e professionale cameriere.
Arriva in silenzio, conosce la strada a memoria. È puntuale, preciso e gentile. Si ferma accanto a te e con un bip ti autorizza a prendere il piatto dal vassoio. Poi basta premere il pulsante exit e se ne va con discrezione ringraziando, già pronto a soddisfare future richieste.
«Non devono sostituirci, ma aiutarci. Ho tanti camerieri perché alcune cose è meglio farle a mano».
La tecnologia è una risorsa dell’umanità ed è giusto utilizzarla quando possibile. Il futuro è già arrivato, corre veloce e per non lasciarsi travolgere bisogna andare in quella stessa direzione.