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Esclusiva

Febbraio 26 2020.
 
Ultimo aggiornamento: Febbraio 27 2020
Processo Weinstein: una vittoria a metà per il “Me Too”

L’ex produttore cinemotografico Harvey Weinstein è stato giudicato colpevole per due dei cinque capi d’accusa per cui era processato. Dopo il verdetto è stato portato in ospedale per un malore, ma dovrà aspettare in carcere la prossima sentenza

Harvey Weinstein, l’ex produttore cinematografico statunitense di film come “Kill Bill” e “Bastardi senza gloria”, è stato giudicato colpevole dalla New York State Supreme Court per lo stupro dell’attrice Jessica Mann e per aver commesso atti sessuali criminali nei confronti della sua ex segretaria Miriam Haley. Weinstein rischia dai 5 ai 25 anni di carcere, ma bisognerà aspettare l’11 marzo per la sentenza definitiva. Il giudice ha stabilito che resterà in prigione fino ad allora nonostante la richiesta per i domiciliari da parte dei suoi avvocati a causa delle precarie condizioni di salute. Weinstein si è presentato al processo sorridendo, appoggiato ad un deambulatore, ma dopo aver ricevuto il verdetto ha avuto un malore. È stato portato al Bellevue Hospital di New York per dolori al petto, pressione alta e palpitazioni al cuore. I suoi legali hanno chiesto assistenza medica anche per quando sarà trasferito in carcere.

Il processo era cominciato il 6 gennaio in seguito alle accuse di Jessica Mann e Miriam Haley che portarono all’arresto dell’ex produttore nel 2018. Dopo le prime rivelazioni in pubblico molte altre donne hanno confessato di essere state molestate e stuprate da Weinstein, un totale di 105, ma non sono state ascoltate durante il processo perché l’evento non era accaduto nella giurisdizione di New York. Questo ha portato diverse attrici ad unirsi nel movimento femminista “Me Too” contro le violenze sessuali e le molestie subite dalle donne,e da cui è nata l’organizzazione “Times Up”.

L’hashtag #MeToo e #Weinstein è virale sui social. Su Twitter l’attrice Rose McGowan, una delle promotrici del movimento e anche vittima delle molestie di Weistein ha twittato: “Oggi è un giorno potente e un enorme passo avanti nella nostra guarigione”. Mentre Asia Argento, l’attrice italiana che aveva dichiarato di essere stata stuprata dal produttore a 21 anni, posta una foto su Instagram in cui ringrazia il coraggio delle donne che hanno denunciato gli abusi.



In realtà, quella contro Harvey Weinstein, è una mezza vittoria. Non bisogna dimenticare che i crimini peggiori di cui era accusato sono rimasti impuniti. I dodici giurati, sette uomini e cinque donne, non hanno raggiunto l’unanimità sull’accusa di aggressione sessuale predatoria risparmiandogli così l’ergastolo, pena prevista dallo stato di New York per questo crimine. L’imputato ha sempre respinto queste accuse, continuando a ribadire la consensualità da parte delle vittime. Anche il suo avvocato, Donna Rotunno, ha insistito su questo punto durante il processo e ha accusato le vittime di aver avuto rapporti consensuali con Weinstein per aiutare la propria carriera. Ci sono voluti diversi anni e la forza di centinaia di donne solo per portare il produttore davanti ad un processo che alla fine l’ha giudicato colpevole, ma per metà.