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Esclusiva

Febbraio 27 2020
Game, Set and Match. L’addio di Maria Sharapova al tennis

«Dando la mia vita al tennis, il tennis mi ha dato una vita», così la tennista russa ha annunciato il suo ritiro. Vincitrice di 36 titoli WTA – circuito mondiale femminile – e di 5 trofei del Grande Slam, la Sharapova ha dato l’addio

«Come ti lasci alle spalle l’unica vita che tu abbia mai conosciuto?», si domanda Maria Sharapova ripercorrendo i successi che in 28 anni di carriera l’hanno resa la zarina del tennis mondiale. Nella lettera per Vogue e Vanity Fair la tennista ha raccontato anche momenti di difficoltà, come il suo tormentato rapporto con gli infortuni e la scoperta di essere positiva al doping nel 2016.

A soli 17 anni vincitrice a Wimbledon, Maria è stata per lungo tempo l’icona mondiale del tennis femminile. Il rapporto con il padre-allenatore Yuri è stato decisivo per la sua carriera. Fu lui a portarla a soli 8 anni negli Stati Uniti all’accademia di Nick Bollettieri, la fabbrica di talenti più famosa del globo. Da quel momento le è stato sempre a fianco seguendola nella maggior parte del circuito. «Mi mancheranno i momenti seduti con mio padre sulla panchina del campo d’allenamento» racconta la Sharapova.

Tanto importante per lei quanto controverso nelle sue azioni, il padre ha fatto spesso discutere per i suoi comportamenti antisportivi. Erano gli Australian Open del 2008 quando Yuri, durante i quarti di finale contro l’allora numero 1 del ranking, la belga Justine Henin, si è reso protagonista di un brutto gesto. Dagli spalti del Melbourne Park, portandosi il pollice al collo, mimò il taglio della gola verso l’avversaria di sua figlia, un gesto che fu molto criticato. 

«Guardando indietro, mi rendo conto che il tennis è stata la mia montagna. Il mio percorso è stato riempito di valli e deviazioni, ma i panorami dalla sua cima erano incredibili».

Una carriera che però ha visto il suo punto più buio nel 2016, quando in una conferenza stampa Maria dichiarò di essere stata trovata positiva al test antidoping durante gli Australian Open. Si trattava di un farmaco, il meldonium, che la tennista assumeva per problemi di diabete.

«Dopo 28 anni e cinque titoli del Grande Slam, sono pronta a scalare un’altra montagna, per competere su un diverso tipo di terreno». Non solo terra rossa, cemento e erba, la Sharapova è stata regina anche fuori dai campi da tennis. È stata per anni la tennista più pagata al mondo, ancor più di Serena Williams. Il dualismo con l’atleta americana, vincitrice di 23 titoli del Grande Slam, è stato tra i più avvincenti. Ad avere il predominio è stata la Williams, che ha vinto 20 delle 22 sfide tra le due. La Sharapova si è “accontentata” di vincere fuori dal campo, raggiungendo – tra sponsor, eventi, pubblicità e merchandising – guadagni da oltre 30 milioni di dollari a stagione. 

Game, Set and Match. L’addio di Maria Sharapova al tennis

La lettera della campionessa si chiude con i dubbi sul futuro e con una certezza: «Il tennis mi ha mostrato il mondo e mi ha mostrato di che pasta sono fatta. Qualunque cosa sceglierò per il mio prossimo capitolo, per la mia prossima montagna, continuerò a spingere. Continuerò ad arrampicare. Continuerò a crescere».