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Esclusiva

Marzo 3 2020.
 
Ultimo aggiornamento: Aprile 7 2021
Buttigieg, l’addio dell’enfant prodige

L’ex sindaco di South Bend ha annunciato il suo ritiro dalla corsa per la nomination democratica e ha dato il suo endorsement a Joe Biden per rafforzare il fronte moderato in vista del Super Tuesday

Lunedì sera è arrivata la notizia che un aereo privato si stava dirigendo da South Bend a Dallas dove si trovava in quel momento Joe Biden per una convention. Di lì a poco Pete Buttigieg avrebbe dato il suo endorsement all’ex vice-presidente di Obama così come ha fatto la senatrice del Minnesota Amy Klobuchar.

L’ex sindaco di South Bend (nello Stato dell’Indiana) si era ritirato dalla corsa per la nomination democratica nella giornata di domenica dopo la deludente prestazione in South Carolina dove aveva preso solo l’8% dei voti arrivando terzo dopo Sanders e Biden. 

Buttigieg era stato una rivelazione in queste primarie democratiche.

Avendo alle spalle solo un’esperienza politica come sindaco della cittadina dell’Indiana, era diventato popolare per essere il primo candidato dichiaratamente gay a partecipare alle primarie. Durante il suo mandato da sindaco, inoltre, si era arruolato nell’esercito e aveva passato 7 mesi in Afghanistan come ufficiale dell’intelligence navale. 

Aveva suscitato molto stupore il risultato da lui raggiunto nei primi due Stati in cui si sono svolte le primarie, arrivando primo in Iowa davanti a Bernie Sanders e secondo, di pochissimo, in New Hampshire. 

La tenuta di Buttigieg ha iniziato a scricchiolare con il caucus in Nevada svoltosi questo 22 febbraio dove è arrivato terzo dopo Bernie Sanders e Joe Biden, ottenendo solo 3 delegati. 

Infine, la disfatta in South Carolina, dove è arrivato quarto. E’ probabile che Buttigieg abbia scontato un calo di popolarità negli Stati meno etnicamente omogenei, come il South Carolina, dove il voto degli afroamericani ha contato molto ed è stato capitalizzato invece dal vice di Obama. Buttigieg ha così deciso di andare a rafforzare il fronte dei moderati appoggiando Biden insieme a Amy Klobuchar che, nonostante il terzo posto in New Hampshire, ha lasciato la corsa avendo ottenuto risultati insufficienti in Iowa, Nevada e South Carolina. 

Il risultato in South Carolina è stato particolarmente importante perché, così come i successivi endorsement di Buttigieg e Klobuchar, annuncia chiaramente il delinearsi di un fronte anti-Sanders che attualmente è in testa con 60 delegati a fronte di Biden che ne ha 53. Anche il timing dei due ex-candidati non è casuale, alla vigilia del Super Tuesday, quando verranno assegnati, attraverso le primarie in 14 stati, 1357 delegati (il 34% del totale). 

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Sanders è dato in vantaggio in Texas e California, Stato che elegge il maggior numero di delegati nel “Super Martedì” (415), mentre potrebbe andare male in Stati come Virginia e North Carolina che hanno composizioni etniche simili al South Carolina dove ha raccolto solo il 19,9% dei voti e che invece ha votato per Biden che ha ottenuto uno schiacciante 48,4%. Questa battuta d’arresto di Sanders sembrerebbe dimostrare come quest’ultimo non abbia una base elettorale così ampia e fatichi ad essere competitivo fra gli elettori non bianchi. 

Questa difficoltà di Sanders e l’incognita della discesa in campo del miliardario Mike Bloomberg rendere particolarmente importante l’appuntamento del Super Tuesday che, secondo i precedenti, è un appuntamento importante per capire chi sarà il candidato democratico alla Casa Bianca. 

Dopo il Super Tuesday si vedrà probabilmente chi sono i due sfidanti che si contenderanno la nomination. Se il miliardario Bloomberg che ha deciso di scendere in campo a partire dal 3 marzo o Biden, galvanizzato dell’endorsement  dei suoi due ex sfidanti e dalla vittoria in South Carolina. Lo stesso Biden sembrava molto meno competitivo solo qualche settimana fa visti i pessimi risultati in New Hampshire e Nevada e alcune non proprio brillanti apparizioni televisive che lo vedevano poco reattivo. 

Biden avrà quindi due obiettivi nel Super Tuesday: da una parte dimostrare di essere il candidato moderato che può sfidare Sanders, dall’altro dovrà rimanere vicino a quest’ultimo in termini di delegati. Per fare ciò dovrà andare molto bene negli Stati con molti elettori afroamericani e bianchi moderati come North Carolina, Alabama e Virginia. A cui Sanders potrebbe rispondere capitalizzando il seguito che ha in Stati come Texas e California. 

Infine c’è l’incognita Bloomberg che ha speso 500 milioni di dollari in annunci in tutti gli Stati che votano il 3 marzo ma che per ora è dato soltanto terzo in Texas e North Carolina e quarto in California. Egli dovrebbe dunque portare a casa un risultato oltre le aspettative per dare un senso alla sua candidatura. 

Foto in evidenza: Pete For America, Public domain, via Wikimedia Commons