«C’è chi si laurea con una stretta di mano, io mi sono laureato con un messaggio su whatsapp».
È questo il racconto che Alessio De Giuseppe, studente di comunicazione dell’Università di Bologna, fa della propria seduta di laurea. Seduta che si è tenuta in sua assenza, a causa della chiusura delle Università per contrastare la diffusione del coronavirus. La vita accademica però va avanti nonostante la sospensione didattica, un modo per assicurare continuità in una situazione che normale non è. «Qualche giorno prima della mia discussione – continua Alessio – ho scritto al mio relatore per quando e come avrei discusso la tesi. Mi ha risposto che sarebbe stata esaminata dalla commissione senza la presenza di noi studenti». Poi, la valutazione ufficiosa: «Valutazione eccellente – ha scritto il relatore su whatsapp ad Alessio – complimenti dottore!». Una situazione paradossale che però non ha tolto al neolaureato la voglia di festeggiare: «Anche se al momento è sconsigliato uscire a Bologna e la gente è in preda alla psicosi, questo week end voglio uscire a far festa. Meno male che a causa dell’epidemia i miei nonni hanno deciso di non partire dal Salento per vedermi discutere la tesi, visto che non c’è stata nessuna discussione».
Mi hanno appena laureato via whatsapp. #unibo ai tempi del #coronavirus #laurea pic.twitter.com/ajzljna3Rb
— Alessio De Giuseppe (@alessiodegiu) March 4, 2020
Ma la chiusura delle università non lascia tutti soddisfatti: «Non so nemmeno se festeggerò la mia laurea, in questa situazione così incerta non ho più la stessa voglia di festeggiare che avevo prima». Gloria Marsano, laureanda di Scienze Politiche, avrebbe dovuto discutere la tesi il prossimo tredici marzo. Per garantirle la sessione, la sua università le ha garantito di poter discutere la sua tesi da remoto. «Capisco e condivido le disposizioni prese per motivi di salute, ma un evento di questo tipo è sempre più bello dal vivo. Dopo tutto lo sforzo che ho profuso nello scrivere la tesi, non sembra nemmeno che io mi stia laureando».
Saverio Gendusa, 23, siciliano iscritto alla facoltà di farmacia dell’Università di Camerino, per far fronte all’impossibilità di esporre la tesi all’università ha deciso di ricreare l’atmosfera di un’aula magna direttamente al ristorante dove ha organizzato il ricevimento di laurea. «io e il mio coinquilino abbiamo deciso di festeggiare insieme la nostra laurea, è così abbiamo deciso di prenotare il ristorante dove organizzare il ricevimento con i nostri parenti. La chiusura dell’università non ci ha scoraggiato e abbiamo fatto preparare la sala del ristorante come se fosse un’aula universitaria e lì abbiamo discusso da remoto la nostra tesi di laurea insieme ai nostri familiari venuti per l’occasione».
Insomma, sembra che Saverio abbia preso la situazione con filosofia: «Queste sono occasioni in cui l’importante è stare in compagnia delle persone a cui si vuole bene, divertirsi e festeggiare coi propri affetti la chiusura di un ciclo costato tanti sacrifici».
di Silvio Puccio e Simone Di Gregorio