Una cosa è certa, il coronavirus non si trasmette attraverso internet. Infatti, i social network pullulano di utenti che si confrontano e si fanno domande. Come quella di Franco, tormentato dalla possibilità che la sua mascherina scada:
«Visto che di mascherine FFP2 – FFP3 non se ne trovano più, si potrebbe dopo opportuni lavaggi con acqua calda e Amuchina riutilizzarle? Oppure dopo trattamento con raggi ultravioletti o altri disinfettanti efficaci?»
Nonostante il Ministero della Salute abbia già chiarito la sua posizione in merito: «[…] la mascherina non è necessaria per la popolazione generale in assenza di sintomi di malattie respiratorie». Lo stato di incertezza attuale si ripercuote in molti utenti che riversano sul web le proprie paure e i propri dubbi sull’epidemia. Gruppi come Coronavirus Gruppo Italia Covid-19 o Coronavirus Covid-19 raccolgono migliaia di commenti di persone che tentano di capirci qualcosa in più.
«Perché nessuno tocca l’argomento fumo?», si chiede Giada preoccupata per i genitori tabagisti, «Mi spiego meglio […], per i fumatori smettere non sarebbe una mossa da consigliare per alleggerirne il carico in caso di contrazione del virus?».
Le risposte sono quasi sempre opinioni degli iscritti che si trasformano in vere discussioni, come in un bar: «Da fumatore hai pienamente ragione, dovremmo toglierlo sto maledetto vizio», le risponde Giampaolo. Se prima dell’emergenza la piazza virtuale minacciava di sostituire quella reale, in un momento di restrizioni alla circolazione la transizione alla piazza social sembra completa.
E ancora, quesiti che possono riguardare gli spostamenti, come emerge dal post di Mimmo: «Secondo voi prendere il treno domani ed andare a Roma e poi prendere la metro per andare a Roma Eur si rischia??? Cosa ne pensate???»
Il web, come al solito, porta con sé lo spettro della disinformazione. Queste pagine Facebook hanno dei regolamenti “anti-fake news” che dovrebbero impedire, per quanto possibile, che le notizie false si diffondano in maniera – stavolta si – virale: «il gruppo nasce per informare e condividere. Chi pubblica notizie non fondate, procurando allarmismo ingiustificato, verrà silenziato per due giorni. Alla seconda segnalazione verrà rimosso dal gruppo», scrive Massimiliano, amministratore e moderatore di “Coronavirus Gruppo Italia Covid-19”.
Rimane comunque spazio per ipotesi complottiste, come quella di Brigitte: «potrebbe essere stato fatto apposta di anticipare le misure di contenimento in Lombardia x far evadere gente e alleggerirsi un poco? È davvero così stupido lo stato italiano ad aver sbagliato mossa?», si chiede alla vigilia del decreto “Io resto a casa”, annunciato dal premier Conte.
Poi i telegiornali a reti unificate per l’annuncio di Conte, la zona rossa estesa a tutta la penisola. Contemporaneamente, le perplessità si riversano su internet: «Si può uscire per fare ad esempio una corsetta da soli? O un giro in bici?» E ancora: «Quali negozi devono rimanere chiusi? Non si capisce niente. Neanche il mio datore di lavoro sa cosa fare»
Non solo dubbi, anche proposte: «Sarebbe utile un diario, dove giorno per giorno scrivere le persone con cui si è stati a contatto (con un minimo di rischio), i luoghi… almeno, se la prendo, riduco i rischi per gli altri», scrive Gabriele.
Twitter è pieno di hashtag che promuovono posizioni sui comportamenti da tenere. #Iorestoacasa, in particolare, ha riscosso successo tra personaggi dello spettacolo e artisti: Giuliano Sangiorgi dei Negramaro, Noemi, Jovanotti, Flavio Insinna, Ligabue e il vincitore di Sanremo Diodato sono alcuni dei nomi che hanno preso parte alla campagna di sensibilizzazione per limitare la diffusione del contagio.
Anche Fiorello, con il suo stile ironico, ha postato un video su Instagram dal suo profilo ufficiale: «Visto il periodo, perché non restiamo a casa? Ancora con questa idea di fare feste e aperitivi? Ma basta, che brutta cosa. A casa si riscoprono giochi nuovi: Monopoli, Risiko, il mimo dei film. State a casa che è meglio».
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