Una serata di fine febbraio e un gruppo di amici a cena in un ristorante. Nei primi giorni di paura per l’arrivo del virus in Italia, l’incubo Covid-19 a Fondi inizia così. In silenzio, facendosi strada tra un gruppo di anziani riuniti per passare insieme qualche ora spensierata. Quando ancora non ci sono divieti. Quando tutti vivono ancora la propria vita senza restrizioni.
Il “focolaio” del virus nel basso Lazio nasce in quel momento. All’origine di tutto c’è il contatto avuto, da uno dei partecipanti alla cena, con un parente rientrato dal Nord Italia. Inizia allora una diffusione lenta ma costante. Fino alla drastica decisione di giovedì 19 marzo, quella di “sigillare” la città. Lockdown, chiusura. Fondi diventa la prima zona rossa del Centro-Sud. La prima città del Lazio a subire un blocco totale o quasi, fino a nuovo ordine.
«Un provvedimento preso dalla regione dopo attente valutazioni, in accordo con ASL e Prefettura», spiega il vicepresidente della Provincia di Latina Vincenzo Carnevale.
«Una scelta necessaria per il numero di casi registrati in città – continua Carnevale – e che almeno per ora non sarà estesa ad altri comuni della provincia». Tra le restrizioni, spiccano il divieto di allontanamento e di accesso al territorio del Comune, la sospensione delle attività degli uffici pubblici e la soppressione di tutte le fermate dei mezzi pubblici, trasporto ferroviario compreso. Possibilità di svolgere invece l’attività veterinaria e tutti i lavori in modalità domiciliare e a distanza.
Importanti le rassicurazioni sul fronte sanitario. «In questo momento – afferma Carnevale – non ci sono particolari criticità negli ospedali della provincia e la ASL sta rispondendo bene all’emergenza. Il presidio ospedaliero di Fondi è stato rinforzato e l’ospedale di Gaeta si sta riorganizzando con i reparti dedicati alle malattie infettive. Anche il Santa Maria Goretti di Latina sta rispondendo bene».
Non si ferma l’attività del MOF, il mercato ortofrutticolo che è da decenni un punto fermo dell’economia cittadina. «È una struttura di portata nazionale – continua Carnevale – e già da settimane sono attive tutte le procedure per la messa in sicurezza degli operatori. Sono stati messi a disposizione per l’emergenza anche dei termoscanner e ogni giorno sono rispettati tutti i protocolli previsti. La situazione è monitorata, i cittadini devono stare tranquilli».
Il provvedimento speciale adottato per la città sarà in vigore fino al 5 aprile. «I fondani sono forti, niente può abbatterli. Dimostreranno ancora una volta di essere un popolo unito e coeso e ripartiranno più forti di prima per affrontare le difficoltà dei prossimi mesi. In questo senso – conclude Carnevale – c’è anche grande solidarietà e disponibilità da parte di tutti i comuni della provincia».
La città è chiamata adesso alla prova più dura. Una prova da affrontare con coraggio. Una prova da affrontare insieme.