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Esclusiva

Aprile 8 2020
Fake news, “Facta” è il progetto che le smaschera

Online dal 25 marzo, “Facta News” è il portale figlio di “Pagella Politica” che contrasta la disinformazione mettendola a nudo. «Scegli a chi non credere» lo slogan del nuovo sito diretto da Giovanni Zagni, scelto fra i componenti della task force governativa per contenere l’informazione troll sul Coronavirus

“No, Conte non dona il suo stipendio sino a fine emergenza Covid-19”, “No, le onde 5G non fanno impazzire l’emoglobina” e “No, la tabella con i sintomi da Covid-19 non è stata diffusa dalla Croce Rossa italiana”: queste sono solo tre fra le fake news smascherate e pubblicate da Facta, spazio online di verifica delle informazioni curato da una parte della redazione di Pagella Politica. Il progetto è in rete dal 25 marzo, l’obiettivo quello di condividere con gli utenti la verità su bufale, troll e notizie non verificate.

Non solo Coronavirus, il sito si occuperà di tutto, portando alla luce il maggior numero possibile di fake, di immagini datate e decontestualizzate e di video girati tempo fa e riproposti in un secondo momento. Un esempio di video fake diffuso di recente è quello che mostra cadaveri chiusi in sacchi neri e ammassati l’uno sull’altro: “No, il video con i cadaveri nei sacchi neri non è stato girato in un ospedale italiano”, ha titolato il 6 aprile il portale guidato da Giovanni Zagni (https://facta.news/2020/04/06/no-il-video-con-i-cadaveri-nei-sacchi-neri-non-e-stato-girato-in-un-ospedale-italiano/).

Fake news, “Facta” è il progetto che le smaschera

Dal lavoro dei redattori fino alle segnalazioni dei lettori tramite un servizio WhatsApp integrato, Facta raccoglie, ripropone e bolla la disinformazione con varie “etichette”. Vengono smentite catene di messaggistica fasulle, news pubblicate su internet e notizie non verificate di media tradizionali.
Nei primi giorni di aprile si era diffusa una notizia secondo cui Bill Gates avrebbe predetto il nuovo Coronavirus per via di una foto su Facebook nella quale lo stesso veniva ritratto con delle provette. Alla foto era accompagnato un testo che voleva la Bill e Melinda Gates Foundation – una fondazione privata americana – autrice di un’esercitazione a fine 2019, che simulava una pandemia causata dal coronavirus.

Facta è stata chiara anche in quel caso: “Bill Gates non ha predetto il nuovo Coronavirus”, spiegando che «a ottobre 2019 il Johns Hopkins Center for Health Security, il World Economic Forum e la Bill & Melinda Gates Foundation hanno ospitato a New York un’esercitazione virtuale chiamata ‘Event 201’ in cui è stata simulata una pandemia globale di coronavirus. L’obiettivo era sottolineare la necessità di una cooperazione globale pubblica e privata per contrastare gli impatti economici e sociali di gravi pandemie».

«Il progetto era in cantiere da mesi», spiega il direttore Giovanni Zagni, fra gli otto componenti della nuova squadra anti-troll messa in piedi dal Governo per osservare il flusso di notizie non verificate in merito al Covid19. Il sito si divide in sezioni, in quella “Antibufala” si trovano fake news, notizie vecchie, notizie satiriche, immagini modificate o fuori contesto e anche la conferma di notizie vere oggetto di dubbi. La redazione è composta da Camilla Vagnozzi, Andrea Zitelli, Alice Pace, Caterina Barbuscia e Simone Fontana.

Fake news, “Facta” è il progetto che le smaschera

Direttore, con Facta è stata colta la palla al balzo della cattiva informazione su Covid19 o era già in cantiere?

«Ci lavoravamo da molti mesi, più o meno dall’estate scorsa. Avevamo già costruito il sito, che era quasi definitivo. Abbiamo colto la palla al balzo su due livelli. Il primo è che in questo periodo, come mai nella mia esperienza, il 90% della disinformazione si concentra su un solo tema che è anche l’unica cosa di cui si discute tutto il giorno tutti i giorni. Il secondo è che abbiamo avuto la possibilità di lanciare un servizio di segnalazione su WhatsApp. Unendo queste due coincidenze abbiamo dato un’accelerata a un progetto che avevamo in cantiere da un sacco di tempo e l’abbiamo messo online».

Come avete organizzato il lavoro in redazione a Pagella Politica?

«Facta ha una redazione dedicata alla quale ci sono state delle aggiunte negli ultimi giorni. C’era la responsabile e alcune persone che lavoravano al the banking e su come mettere in piedi il tutto. I redattori si erano già abbastanza staccati dal lavoro di redazione di Pagella Politica, che continua comunque la propria attività senza alcuna interruzione, proprio in virtù di una struttura seria di persone che già lavoravano al sito».

Oltre alle segnalazioni, come cercate le fake news e che tipo di verifiche fate?

«Il lavoro che c’è dietro non è nulla di così nuovo. Si tratta di attività giornalistica con particolare attenzione alla verifica di contenuti. Se si ha a che fare con foto o immagini, ci sono degli strumenti per verificare se siano state manipolate o utilizzare già altrove sul web. O ancora, se un video sia stato già pubblicato in precedenza con un altro titolo. Questo dal punto di vista tecnico.

Dal lato della valutazione delle fonti, quello sta alla capacità e alla competenza del giornalista, oltre che a chiamare le autorità quando la notizia riguarda loro. Ad esempio, se c’è un comunicato della Protezione Civile che “puzza di falso”, chiamiamo la Protezione Civile per controprova. Se c’è un’immagine sospetta, si fa una ricerca approfondita su Google per scoprire se sia stata utilizzata in un altro momento. Ogni bufala vuole un po’ la sua verifica.

A grandi linee c’è tutta una serie di tecniche che fanno parte del normale lavoro di fact-checking di un giornalista. Abbiamo diviso il sito in sezioni e bollato ogni notizia a seconda dei casi per non avere l’effetto contrario sui social. Se avessimo proposto il contenuto falso così com’era, quello avrebbe ottenuto altre condivisioni, quindi abbiamo etichettato le notizie fake per evitare che qualcuno non capisse».

Fai anche parte della task force messa in campo dal Governo per combattere la disinformazione sul Covid19. Ce ne parli?

«Sì, sono fra le otto persone che fanno parte della squadra. La prospettiva è quella di lavorare senza voler fare alcun tipo di censura. La cosa più lontana dalla mia e dalla nostra volontà in qualunque ambito istituzionale è di promuovere un atteggiamento censorio. Non ci sarà nessun bollino governativo, di base la gente deve essere libera di condividere quello che vuole.

C’è però un bisogno organico di contrastare le fake news, è nell’esperienza di tutti i giorni. Magari non da parte degli utenti più accorti – come possono essere degli studenti di giornalismo – ma basta vedere la chat di condominio di un qualsiasi adulto per trovare tante notizie false, non verificate, dubbie. È un problema molto grande, al quale tutti ora stanno facendo attenzione. Lo stesso Facebook, sapendo che ci sono delle cose che accadono sul proprio social network e che sono un problema, sta cercando di prendere delle misure per evitare che ciò accada».