«Quando noi diciamo “San Rocco ci salverà”, ci crediamo davvero amico mio. E a oggi, a Siano, non ci sono stati casi di contagio da coronavirus: nessuno!». Che sia per la protezione di san Rocco, o per il rispetto delle regole sanitarie, di certo il professor Francesco Caiazza, storico locale, ha ragione e a Siano, paese di 9724 anime in provincia di Salerno, non ci sono finora stati casi di Covid-19, unico comune nell’Agro nocerino a non aver registrato positivi. San Rocco, patrono del paese è, per tradizione, protettore dei fedeli dalla peste. Viene festeggiato il 16 agosto con una processione «che raccoglie oltre venti mila persone» ci dice Rocco Di Filippo, Assessore alle politiche sociali.
San Rocco visse nel XIV secolo, prima a Montpellier, in Francia, poi a Roma, dove a vent’anni fu infettato dalla peste. Soccorreva in ospedale i malati, una mattina si risvegliò con febbrone e un’ulcera a piagargli la gamba sinistra. Stando al racconto, fuggì nel bosco per isolarsi, attendendo la morte. Vennero invece in suo aiuto un angelo e un cane – divenuti suoi simboli su tutte le immagini sacre – che lo curarono fino a quando fu in grado di tornare in città, dove però non venne riconosciuto, finendo poi a morire, per errore, in un carcere. In Italia ventotto comuni e una miriade di frazioni portano il suo nome, da tanti venerato come protettore dei degenti in ospedale, delle vittime della peste, dei prigionieri.
Giorgio Marchese, sindaco di Siano, ha coordinato il piano di controllo capillare assieme a forze dell’ordine e Protezione Civile: «Il 24 febbraio sono tornate dal nord 300 persone che hanno comunicato motivo e percorso dello spostamento. Le abbiamo chiamate e monitorate ogni giorno. È stato richiesto alla cittadinanza di mettere a disposizione eventuali seconde case per permettere la quarantena a chi rientrava, laddove non sia stato possibile abbiamo attuato misure particolari per evitare focolai di contagio». San Rocco sì, insomma, ma anche buone politiche.
Presenti anche due RSA, residenze sanitarie assistenziali, le strutture a Siano sono state attenzionate dall’ASL (Azienda Sanitaria Locale) e dall’amministrazione: «Sono stati tutti tamponati, pazienti e infermieri, e tutti son risultati negativi. Lo sforzo è stato possibile grazie all’aiuto di vigili, Protezione Civile e sianesi: i fedeli han pregato San Rocco, ma la caparbietà della comunità nel rispetto delle distanze è stata decisiva». Lo scorso anno è stata organizzata una rievocazione storica del Santo, radunando migliaia di persone: «Un momento di condivisione e festa che ha accomunato i credenti nella preghiera per il patrono. Speriamo di replicare nel 2020 a ripeterci», spiega l’assessore Di Filippo.
La chiesa di San Rocco è stata completata nel 1785 e di recente ristrutturata. Composta da due edifici nati come “congreghe”, sorge dove nel XVI secolo c’era una cappella in onore di san Sebastiano, primo protettore del paese «Siano e san Rocco sono una cosa sola, uno non può prescindere dall’altro. San Rocco è nella storia del paese, è il DNA sianese, è la vita civile. La festa del 16 agosto dura per più giorni, momento di unioni familiari e porta anche benefici economici alla comunità con i turisti e chi ritorna a casa. Dal 9 marzo, ogni sera alle diciannove preghiamo dunque, via social media, con una novena a San Rocco. Non manca mai tra noi: il popolo la segue, ci tiene», dice don Crescenzo Aliberti, parroco della chiesa.
Il 6 maggio 1998 Siano fu fra i comuni più colpiti nella piana del Sarno da una frana che causò decine di vittime: «Anche in quel caso, così come col terremoto del 1980 in Irpinia e la pioggia di lapilli per l’eruzione del Vesuvio del 1944, tutti abbiam pregato San Rocco, senza arrenderci mai», conclude il professor Caiazza. «Che San Rocco faccia il miracolo per me non è un dogma. L’umanità è fatta di sensazioni, sensibilità, emozioni e io attribuisco a tutto ciò un certo valore». Lavandosi le mani, stando a distanza, monitorando i movimenti dei cittadini Siano per ora l’ha scampata e San Rocco vede la sua leggenda rinverdire.