Attenzione! Questo articolo è stato scritto più di un anno fa!
!
Esclusiva

Maggio 14 2020.
 
Ultimo aggiornamento: Maggio 15 2020
“Liberi di Imparare” e “Together”, nuove idee per insegnare

I due percorsi didattici della ONG, nati nel periodo dell’epidemia per gli studenti di tutto il mondo, rivolti anche ai rifugiati

Sono nati, grazie a Still I Rise (ONG internazionale che si occupa dell’educazione e protezione dei minori profughi) due nuovi progetti gratuiti per permettere ai ragazzi di mantenere e ampliare la routine scolastica: “Together” e “Liberi di Imparare”.

Il primo è una piattaforma e-learning per studenti tra gli 11 e i 17 anni di tutto il mondo, rifugiati e non. «Together è iniziato a metà aprile e sta andando molto bene», come spiega Michele Senici, direttore dell’educazione della ONG e ideatore del progetto.

Sono 11 i corsi per i ragazzi, a cui si possono iscrivere in modalità diverse a seconda delle loro condizioni: «per gli europei la pratica è più facile e l’accesso avviene tramite registrazione con un Google form; per gli studenti rifugiati, invece, condividiamo i codici di accesso e, con il supporto delle guide in diverse lingue che gli inviamo, in tre passaggi sanno come accedere».

Il progetto di Michele Senici per coinvolgere gli allievi non europei vede la partecipazione di diversi soggetti: «il lavoro che stiamo facendo è quello di contattare altre ONG, associazioni o anche cittadini che hanno la possibilità di diffondere queste risorse a altri studenti rifugiati, potenzialmente raggiungendo tutto il mondo. È molto bello il fatto che ci sono stati alcuni cittadini che hanno contribuito: magari conoscevano una famiglia di rifugiati che vive nella casa accanto e si sono attivati per portare queste risorse».

Le lezioni sono tutte registrate e in inglese: vanno dalle basi di matematica a temi sullo sviluppo psicologico e sociale. Verrà anche introdotto un corso base di arabo nei prossimi giorni. Per fare tutto ciò si è cercato di superare il problema del digital divide, già presente tra i rifugiati prima ancora dell’emergenza sanitaria: «Nel momento in cui la pandemia è arrivata anche le agenzie intergovernative, in particolare UNHCR, si sono chiesti come portare internet ai rifugiati. Nel 2020 l’accesso al mondo online dovrebbe essere considerato come una priorità indipendentemente dal virus». “Together” si è trovata davanti a un bivio: «potevamo o lasciar perdere o continuare questa sfida: abbiamo continuato cercando di rendere la piattaforma disponibile nonostante questo problema. Abbiamo scelto Google Classroom, essendo facilmente accessibile, e abbiamo creato video lezioni brevi con applicazioni che permettono di consumare poco mantenendo la qualità. Abbiamo fatto delle ricariche telefoniche per i nostri studenti per garantire l’accesso a internet monitorando, però, la partecipazione ai corsi. C’è un digital divide non indifferente e non possiamo immaginare i nostri studenti rifugiati alla scrivania con il MacBook Pro della mamma o del papà, però con il cellulare sì, essendo più diffuso e Google Classroom è disponibile anche per mobile e come applicazione è molto leggera. Tutto quello che potevamo fare per facilitare l’accesso l’abbiamo fatto».

“Together” è una sfida «per portare in questo momento di crisi, di fatica e di ridefinizione di questo mondo nuovo degli spunti online per generare interesse nei confronti dell’educazione. “Together” continuerà a crescere, usciranno altri corsi e il nostro fine potrebbe essere quello di avere un materiale didattico online preparato e organizzato da poter diventare una risorsa per tutti gli studenti rifugiati nel mondo».

Il secondo progetto di Still I Rise è “Liberi di imparare”, proposta educativa pensata, invece, per le scuole superiori italiane. Il suo scopo è avvicinare gli studenti a temi di attualità, attraverso quattro moduli, spiega Serena Toscani, responsabile relazioni con le scuole e ideatrice del progetto. «Il primo si occupa del linguaggio dell’emigrazione e offre una panoramica generale sui dati. Il secondo modulo è basato sui diritti dei minori, mentre il terzo e il quarto programma sono sviluppati tramite video dai nostri tre project manager sul campo, Giulia, Michele e Giovanni, che spiegano le varie situazioni in Grecia, Turchia e Kenya. Nello specifico il terzo modulo è sui diritti dei minori legati alla situazione a Samos, invece il quarto si aggancia di più all’idea di scuola internazionale e alla mission di Still I Rise».

C’è poi un quinto modulo aggiuntivo e facoltativo basato sulla mostra “Through Our Eyes”: «mostra fotografica resa virtuale, che coinvolge gli studenti in una visita online».

Finora la risposta delle scuole nei confronti del progetto è stata duplice: c’è chi ha inserito “Liberi di imparare” nell’attuale didattica a distanza e c’è chi ha espresso il desiderio di far partire i moduli il prossimo anno. «Penso che la discriminante sia la disponibilità del dirigente di far approvare la proposta. Alcuni hanno espresso la difficoltà di inserire una proposta così “densa”, come mi hanno detto, all’interno del programma scolastico già avviato e a fine anno».

“Liberi di Imparare” è una proposta educativa molto flessibile, grazie al fatto che i materiali sono reperibili su una cartella di Google Drive e ogni professore può dedicare il tempo che preferisce per ogni singolo modulo. Serena Toscani però ha riscontrato una difficoltà: «noi abbiamo deciso di rendere tutto il materiale disponibile previa iscrizione della classe. Dopo avermi contatto il professore deve compilare un form, così noi possiamo avere la conferma che si tratti di una classe di un istituto superiore, e poi inviamo il link. I docenti questo non se lo aspettano e pensano di avere il materiale dopo avermi contatto, invece sono tutti step necessari». Nonostante questi problemi tecnici, “Liberi di Imparare”, secondo l’ideatrice del progetto, mantiene i suoi punti di forza: flessibilità, accessibilità anche a distanza e l’obiettivo di sensibilizzare i giovani su tematiche importanti e poco trattate nelle scuole.