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Esclusiva

Giugno 10 2020
Giornale di Sicilia, da Garibaldi al web in 160 anni

Nato ancor prima dell’Italia unita, le sue cronache si sono intrecciate coi fatti più importanti della storia d’Italia. Ha ospitato le opinioni degli intellettuali più celebri: Sciascia, Capuana, Pirandello. La storia

A Palermo, il 7 giugno 1860, dieci giorni dopo l’ingresso in città di Giuseppe Garibaldi e delle sue Camicie Rosse, nasce un giornale. Costava sei carlini, moneta locale, si chiamava Giornale Officiale di Sicilia e, di ispirazione liberale, rompeva l’antico monopolio  della stampa legata ai Borboni.

Centosessanta anni dopo resta il quotidiano più letto in Sicilia. Le sue pagine hanno ospitato l’opinione di intellettuali celebri, lo scrittore Leonardo Sciascia fu assunto come praticante, ma si licenziò pochi mesi prima dell’iscrizione all’Albo dei giornalisti per motivi morali, come li definirono i colleghi: non voleva occupare un posto ambito da tanti giovani cronisti. Pitrè, De Amicis, Capuana, Pirandello, il pittore Guttuso ma anche Dumas, Hugo, Flaubert: collaborarono tutti. «Centosessanta anni di storia – racconta Marco Romano, vicedirettore responsabile della testata – sono un’eredità importante che ci proietta nel futuro, e che ci aiuta a tenere la barra dritta nonostante le trasformazioni del nostro tempo».

Giornale di Sicilia
L’inserto del Giornale Di Sicilia dedicato al suo centosessantesimo anniversario

Le cronache del Giornale di Sicilia si sono intrecciate con la storia d’Italia: dal referendum istituzionale del 1946, al terremoto che squassò la valle del Belice nel 1968, dal giallo della strage di Ustica alla violenza di Cosa Nostra raccontata dalle inchieste di Mario Francese. Fu tra i primi a scrivere articoli sullo strapotere dei corleonesi, la famiglia mafiosa di Totò Riina che per questo ne ordinò l’assassinio. Morì tornando dalla redazione il 26 gennaio 1979, ucciso sotto casa. Lasciando il giornale ripeteva ai colleghi un affettuoso ritornello: “Uomini del Colorado, vi saluto e me ne vado…”. «Abbiamo raccontato la mafia senza sconti – continua Romano – denunciando le storture di questa terra e le opacità della sua politica. Nella mia stanza c’è una gigantografia di Francese, vogliamo che la sua eredità sia un faro sul lavoro che ogni giorno portiamo avanti».

Giornale di Sicilia, da Garibaldi al web in 160 anni
Mario Francese

Al Giornale di Sicilia padre Pino Puglisi, il prete del quartiere Brancaccio beatificato nel 2013 da Papa Francesco, raccontò le minacce ricevute prima di essere ucciso perché esortava i giovani ad allontanarsi dalla malavita.

Una testata, infine, che trae la propria forza dal legame con la terra che racconta: «Se si conosce il territorio – spiega Marina Turco, capo della redazione del Tgs, il canale tivù dedicato all’informazione del Giornale di Sicilia – si padroneggia anche l’informazione. Noi crediamo parecchio nell’informazione sul territorio, le storie, che sono il modo migliore per conoscere la realtà in cui si vive e il primo mezzo di contrasto alle fake news».