La sensibilizzazione
Rinvii, attese, banner promozionali a sostegno dei manifestanti e contro il razzismo. La maggior parte degli attori che compongono l’industria dei videogiochi nelle ultime settimane si è mostrata favorevole a sposare la causa dei Black Lives Matter. A giocatori e giocatrici non sono passati inosservati i messaggi contro le discriminazioni durante i loading di Modern Warfare e Warzone, le due modalità di gioco di Call of Duty. E nemmeno i tweet di Epic Games, azienda sviluppatrice di Fortnite. Sony, da parte sua, avrebbe dovuto lanciare l’epocale PlayStation 5 agli inizi di giugno, ma l’evento si è svolto solo qualche giorno fa con una diretta Youtube seguita da 12 milioni e mezzo di appassionati.
Infinity word, la società di videogiochi autrice di Call of Duty: Modern Warfare, ha lanciato un aggiornamento per entrambe le funzionalità facendo apparire una schermata nera intitolata “Black Lives Matter” durante il caricamento dei dati. L’impresa con sede a Encino (California) ha anche rinviato la presentazione delle nuove season per Warzone e Call of Duty mobile.
«È una bellissima iniziativa perché in un momento di svago si cerca comunque di sensibilizzare le persone verso una tematica ultimamente molto calda. Magari facendo capire che nonostante la missione principale di questi giochi sia uccidere, è sempre bene distinguere la realtà dalla finzione e adottare comportamenti giusti e civili nella quotidianità. Saper quindi scindere le due cose», dice Chiara, giocatrice di Call of Duty che durante la quarantena ci confida aver trascorso molte ore sul gioco.
Il 5 giugno Epic Games ha twittato a favore della comunità afroamericana tramite il proprio account ufficiale. “Crediamo nell’uguaglianza e nella giustizia, nella diversità, nell’inclusione, che questi valori vadano oltre e che siano superiori alla politica”. La società aveva già rinviato il lancio della terza stagione di Fortnite, mostrando il proprio interesse verso le proteste seguite all’uccisione di Floyd. I colossi dell’industry dei videogiochi hanno commentato la situazione associandosi all’hashtag Black Lives Matter con messaggi di supporto e vicinanza. A Los Angeles si sarebbe dovuta svolgere l’E3 2020, la più importante fiera a tema al mondo, cancellata dal coronavirus. Così le aziende partecipanti sono state costrette a presentare i prodotti con eventi online dal minor impatto mediatico.
Players
«Call of Duty e Fortnite sono stati spesso attaccati per il concetto di violenza. Forse hanno voluto coprirsi le spalle perché se non lo avessero fatto magari sarebbero stati attaccati dai media. Non so se sia una cosa positiva o meno. Anni fa in America un uomo si vestì come nel gioco, armato. Sparò, uccidendole, tantissime persone. Tendo più a credere che sia stata vera solidarietà verso un movimento che ora sta soffrendo e ha bisogno di appoggio. In America il razzismo c’è», sostiene Marco, abile giocatore della modalità Warzone di CoD. Assieme agli amici collegati al network si immerge in una fittizia dimensione di guerra.
La critica
Activision Bizzard, gruppo statunitense produttore e distributore di Call of Duty, nell’ultimo quadrimestre del 2019 ha registrato un utile di 696 milioni con un margine operativo del 49%. I ricavi sono complessivamente saliti di 1,426 miliardi di dollari. Negli ultimi anni la multinazionale ha però ricevuto molte critiche per lo sviluppo dei software, perché accusata di inserire contenuti violenti nei giochi. Le polemiche sono state messe a tacere proprio col progetto Call of Duty Modern Warfare dello scorso anno, apprezzato sia dalla critica che dal pubblico.
“Li abbiamo, spara, spara, sono alle spalle, li vedo… Team eliminato!” si sente intanto urlare dalla camera di Marco. E assieme a lui lo staranno facendo altri 62.7 milioni di utenti attivi: è il numero di player che il gioco ha registrato fra aprile e maggio. Ognuno con un unico obiettivo, fare più kill possibili e vincere la partita. Quando si toglie le cuffie, però, da coscienzioso studente di infermieristica riprende a studiare.