Attenzione! Questo articolo è stato scritto più di un anno fa!
!
Esclusiva

Maggio 22 2020
Pac-Man fa 40: storia di un videogioco cult

Dalle sale giochi di inizio anni Ottanta agli smartphone del nuovo millennio, compie 40 anni la “pallina mangia-tutto” più famosa del mondo

Giappone, fine anni Settanta. Toru Iwatani è un giovane designer di Namco, colosso nipponico della produzione di videogiochi. In una tranquilla serata di marzo, è seduto al ristorante con i suoi amici e aspetta una pizza, guardandosi intorno distratto. Arrivato il piatto, addenta goloso la crosta esterna, poi la osserva, notando qualcosa. «Ecco! – ricorderà – somiglia a un disco con la bocca». È l’ispirazione, Iwatani inizia a lavorare subito al nuovo progetto. Passa un anno e mezzo e da quella fatale fetta di pizza nasce Pac-Man, il videogioco più famoso del mondo.

IL GIOCO

Pac-Man 40

Pac-man attraversa labirinti per mangiare tutto quello che incontra: “puntini”, frutti, premi di varia natura. Nel muoverlo, il giocatore è obbligato a evitare gli agguati dei fantasmi Blinky, Inky, Pinky e Clyde che, distribuiti tra i vari livelli del gioco, corrono più veloci di lui e cercano di catturarlo. Agli angoli dei labirinti, quattro power pills danno a Pac-Man il potere di mangiare i fantasmi, che si colorano di blu per qualche secondo indebolendosi. Questi possono però rigenerarsi sotto forma di occhi, in un meccanismo che diventa di volta in volta sempre più frenetico. Dopo aver mangiato tutti i “puntini” di un labirinto, Pac-Man colleziona punti e sale al livello successivo, organizzato secondo le stesse strutture. Le fasi di gioco, sempre più incalzanti, sono intervallate da scenette umoristiche. Tra i protagonisti, c’è spesso Blinky.

IL MISTERO

Pac-Man 40

Il livello 256 ha turbato il sonno di milioni di videogiocatori per anni. È il momento in cui il gioco, che in teoria potrebbe continuare all’infinito, “implode” per un bug di sviluppo che ne rende impossibile il proseguimento. Sono nate leggende, si è parlato di fantomatici superamenti e di record improbabili. Tutti mai provati per davvero. Negli anni Novanta, la questione è risolta da MAME, l’emulatore che simulando la vittoria del livello della discordia, scopre il possibile continuum di Pac-Man per altri 255 livelli. 

TROPPO CARINO PER AVERE SUCCESSO?

Il gioco entra in commercio nel maggio 1980. Il nome, che deriva dal giapponese pakupaku (tradotto “chiudere e aprire la bocca”), è stato poi cambiato per la distribuzione nel mercato statunitense. Si temeva che l’iniziale Puckman potesse essere storpiato e diventare Fuckman. A qualche mese dall’uscita, il gioco viene presentato all’Amusement and Music Operators Association di Chicago e definito «troppo carino per avere successo». La previsione è presto smentita. Nella prima parte degli anni Ottanta la Namco piazza sul mercato milioni di gadget e macchine da gioco. Pac-Man diventa pian piano un simbolo, il videogioco per eccellenza. La sua iconografia viene associata all’intero mondo dei videogame.

CULT

A 40 anni dalla sua prima apparizione, il “disco giallo” più famoso del mondo oggi spopola nell’immaginario collettivo. La Pac Mania ha ispirato film come Pixels (2015), cortometraggi, libri, merchandising e cartoni animati. Buckner & Garcia, duo di musicisti americani, pubblicano all’inizio degli anni Ottanta un album intitolato Pac-Man Fever. Il filippino Manny Pacquiao, tra i pugili più forti del primo decennio degli anni Duemila, costruisce sul soprannome The Pacman i suoi straordinari successi. Nel 2016, un sondaggio della rivista americana Time racconta come la “pallina mangia-tutto” resti ancora, nonostante l’avanzare dei tempi, uno dei videogiochi più amati della storia. 

Leggi anche Boom della pirateria