«Mi rendo conto che il tempo vola e che la vita poi è una sola». È Stupendo e a cantarlo è Vasco. Dallo spettacolo del Modena Park sono passati tre anni e Rai1, con La Tempesta Perfetta, coglie l’occasione per narrare la forza dirompente di un concerto unico. Giorgio Verdelli, mente del progetto, l’ha raccontato a Zeta.
«Durante il lockdown, la Rai ha mandato in onda diverse repliche, pensando di riproporre anche Modena Park. Fin da subito, abbiamo capito che non poteva essere solo una proiezione dell’evento. Volevamo dare al pubblico una visione totale, a 360 gradi, con backstage, racconti inediti e curiosità. Ne ho parlato con Vasco, ho proposto la mia idea al suo staff ed eccoci».
Ascolta “La Tempesta Perfetta, estratto” su Spreaker.
Ormai in dirittura d’arrivo, il progetto è una macchina enorme con dietro un lavoro lungo e complesso. «Io e Pepsy Romanoff, regista del film sul “Blasco”, abbiamo deciso di trasmettere il concerto quasi per intero, con pochi tagli. Dentro ci sono i racconti di Vasco, che si guarda in tv raccontando la sua carriera e tanti momenti importanti, come la prima volta in cui è salito sul palco. Il titolo è una scintilla. Pensavo a un semplice Modena Park 3 anni dopo, attualizzando il significato di quel grande evento in un momento delicato. Poi, all’improvviso, La Tempesta Perfetta. Una sintesi che prende spunto da una frase detta da Vasco ai suoi collaboratori dopo il concerto. Parole che dicono tutto».
Il romanzo Modena Park si arricchirà di pagine emozionanti e di testimonianze particolari. Diversi attori spiegheranno il loro legame con Vasco e con la sua musica. «Non si direbbe, ma Luca Zingaretti ha visto parecchi concerti e lo conosce molto bene. Elena Sofia Ricci, che suona la chitarra classica, dice ‘Suonavo De André e Battisti, ma Vasco lo sentivo, lo vivevo’. E una cosa molto bella la dice anche Anna Foglietta, che racconta ‘I miei ascoltavano Claudio Villa e Massimo Ranieri, Vasco era visto quasi come un diavolo. Crescendo invece ci si accorge che i demoni servono a conoscere la parte oscura che è in noi’. Vasco alla fine mette d’accordo tutti, è il perfetto italiano. Forse l’unico artista capace di unire più generazioni».
La voce narrante è dell’attore Vinicio Marchioni, che con Vasco ha realizzato il video di Un mondo migliore. L’idea di Giorgio Verdelli è quella di una narrazione calda, costruita anche grazie al supporto dei fan. «Sono arrivati tanti bei messaggi. Alcuni seri, altri divertenti. Non riesco a dimenticare la foto di un bambino appena nato, un piccolo Vasco Rossi (ride, ndr). Una cosa fantastica e che fa capire quanto le persone gli vogliano bene».
La sfida cade in un momento particolare, non solo per il mondo della musica. «Tra le tante cose, cerchiamo di spiegare le difficoltà che sono dietro a una cosa gigantesca come un concerto. Laura Pausini ha lanciato un appello, firmato dallo stesso Vasco, per gli ‘invisibili’, migliaia di lavoratori stagionali, spesso non tutelati, che permettono a eventi come questo di esistere. La musica non è fatta solo di cantanti e su questo bisogna riflettere».
«Costretto a star lontano dalla sua gente, Vasco è oggi un animale in gabbia che non riesce a esprimersi. È carico, molto attivo sui social e, in un momento particolare per tutti gli artisti, rivivere Modena Park non può che regalargli energia allo stato puro».
«Come lui stesso dice, ‘Ci siamo trovati a dover rispettare troppe regole, ma la nostra storia di animali sociali, la nostra normalità, è proprio Modena Park’. C’è l’uomo, ci sono le persone che cantano a squarciagola e a quello dovremmo tornare. Tre anni fa non c’è stato solo un concerto, ma un pezzo di storia».
La Tempesta Perfetta sarà anticipata, sempre su Rai1, da cinque pillole di presentazione. Dopo la prima, andata in onda il 9 giugno, dal 27 al 30 giugno l’avvicinamento alla serata sarà progressivo. «Torna come un artista pop dall’anima rock. Negli anni ha avuto la capacità di crescere di continuo, senza perdere il pubblico di riferimento. Il suo popolo lo ha sempre seguito. Anche senza una grossa promozione televisiva, ragion per cui non si è consumato».
A trent’anni da Fronte del Palco, il doppio album della consacrazione, i ricordi si fanno strada. «È un matto, ho cominciato a sentire il suo nome a fine anni ’80, ma l’immagine più forte che ho è del 1990. Si era messo in testa di fare Roma e Milano nell’anno dei Mondiali, ma c’erano Madonna e i Rolling Stones. Al Flaminio ha superato la prima, a San Siro Mick Jagger & company. Ha osato e ha vinto. Aver riempito gli stadi è stata la prima certificazione della sua grandezza».
Nel 2016, secondo Verdelli, un altro momento indimenticabile. «Lavoravo a Le quattro giornate di Vasco, una pioggia di emozioni all’Olimpico. A Lignano Sabbiadoro c’erano le prove. Arrivo e lui è giù dal palco, concentrato sul lavoro della band. Lo saluto, mi dice di avvicinarmi e mi pianta lì sotto, concedendomi le riprese. Ho una foto che ricorda quel momento e che ha dentro tutto Vasco. Una persona vera, appassionata e gentile».
L’appuntamento è da non perdere per tanti motivi. «Basterebbe dire che ci sarà una versione unplagged di Vita spericolata. Fatta al buio, per un blackout durante le prove. Si vede l’artista che si diverte con la sua chitarra, senza tensioni. Che altro chiedere».
Leggi anche Addio Ezio, maestro di musica. Il ricordo di Gianni Riotta