«In questi giorni sembra di vivere in un vecchio album di fotografie», sorride Xiaoyu mentre guarda fuori dalla finestra della sua camera in cerca di conferma. I grandi palazzi e il piccolo parco su cui si affaccia casa sua, al centro di Pechino, sono tinti da una strana luce ocra. Sembra davvero una vecchia foto eppure «giuro, non ho impostato l’effetto seppia», scherza Xiaoyu. Lo strano colore del cielo sopra la capitale cinese è dovuto, infatti, ad un fenomeno meteorologico comune nel Paese: una tempesta di sabbia proveniente dal deserto del Gobi, nella vicina Mongolia.
Con l’inizio della primavera venti forti sollevano le polveri gialle dei deserti della Cina, della Mongolia e del Kazakistan settentrionale creando delle nuvole di particelle sottili che vengono trasportare verso gran parte dell’Asia Orientale. Ma una nuvola così densa, sul cielo di Pechino, non si vedeva da almeno dieci anni. Xiaoyu che ha 21 anni, infatti, non ne ha memoria: «È la prima volta che faccio un’esperienza del genere. Ma in realtà neanche i miei genitori ricordano una tempesta di sabbia così intensa». Negli ultimi anni l’inquinamento atmosferico del Paese ha reso questo fenomeno un serio problema per la salute dei cittadini. L’applicazione sul cellulare di Xiaoyu che monitora la qualità dell’aria ha raggiunto picchi mai visti prima, racconta la ragazza. Le particelle infinitesimali di PM, acronimo utilizzato per indicare le polveri sottili presenti nell’aria, hanno raggiunto i 732 microgrammi per metro cubo. Una cifra venti volte superiore alle raccomandazioni dell’Organizzazione mondiale della sanità.
Il governo municipale della città ha prontamente lanciato l’allerta meteo per 24 ore e ordinato la sospensione degli eventi all’esterno. Ma la vita nella città continua a scorrere, anche se molto più lenta. «Dalla mia camera riesco a sentire le auto che camminano piano e con cautela perché la visibilità è ridotta di almeno mille metri». Xiaoyu racconta che anche i suoi genitori sono andati a lavoro, nel piccolo negozio che gestiscono vicino la Città proibita, basta indossare la mascherina e stare attenti. «Non è così terribile come dicono tutti, anche se è meglio restare a casa», Xiaoyu si riferisce a diversi post che si sono diffusi sui social network e che hanno paragonato la situazione nella città ad una scena apocalittica.
Xiaoyu al telefono sembra essere più tranquilla e positiva, anzi affascinata dal fenomeno di cui può godere affacciandosi dalla finestra. «Penso di aver reagito così perché per me la tempesta di sabbia non è stata un disagio», Xiaoyu frequenta il secondo anno d’università e le sue lezioni si stanno svolgendo online a causa dell’emergenza sanitaria. «Sono rimasta a casa per seguire i corsi. L’unica differenza è che non ho aperto la finestra per non far entrare polveri sottili in tutta la casa». Il sole, coperto da una foschia gialla, comincia a tramontare e con lui inizia a diradarsi anche la tempesta di sabbia.
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