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Esclusiva

Dicembre 30 2020
«Brothers», la Cina della Rivoluzione culturale nell’infanzia di due fratelli

La saga di Yu Hua divisa in due volumi racconta più di quaranta anni di storia della Cina. Nella prima parte, «Brothers», i due bambini crescono in un mondo che gli sembra incomprensibile e da cui gli adulti cercano di proteggerli

«È questa la forza misteriosa della letteratura: un lettore può ritrovare le proprie emozioni nelle opere di uno scrittore di un’altra epoca, di un altro paese, di un’altra etnia, di un’altra lingua e di un’altra cultura», spiega lo scrittore cinese Yu Hua in uno dei suoi ultimi libri “La Cina in dieci parole”. Impossibile dargli torto, soprattutto mentre si viene catturati dalle avventure dei due fratellastri, Li Testapelata e Song Gang, protagonisti del suo romanzo più celebre: “Brothers”.

Yu Hua non è proprio uno scrittore «di un’altra epoca», o forse sì. Nasce nel 1960 ad Hangzhou, città della Cina orientale descritta dal mercante veneziano Marco Polo come «la città più bella ed elegante del mondo» durante il suo viaggio lungo la via della seta nel XIII secolo (Nella piazza della città c’è una statua dedicata a lui). Ma prima di diventare uno degli scrittori cinesi contemporanei più noti in Cina e in Occidente Yu Hua faceva il «cavadenti», una parola più viva secondo lo scrittore per esprimere la professione del dentista. E questo è solo un esempio dell’intero stile e linguaggio utilizzato nelle sue opere e nella saga di “Brothers”.

«Brothers», la Cina della Rivoluzione culturale nell’infanzia di due fratelli
Lo scrittore Yu Hua alla Fiera del libro di Torino (ANSA)

Li Guang e Song Gang sono due fratellastri molto diversi tra loro, ma con un forte legame. «“Tale padre, tale figlio”, amava ripetere sua madre. E si riferiva a Song Gang, che era bravo e onesto, esattamente come il padre». Mentre Li Guang, chiamato da tutti Li Testapelata perché sua madre gli rasava i capelli per risparmiare i soldi del barbiere, non aveva mai conosciuto suo padre e per il piacere della madre sembrava essere molto diverso da lui. Poi, all’età di 14 anni, Li venne scoperto mentre spiava cinque ragazze in un bagno pubblico del suo paese. Ed è in questo momento che si comincia a vedere la capacità del ragazzo di trasformare in occasione le sfortune che gli capitano: un piatto di costosi spaghetti con pesce, carne e gamberetti in cambio di informazioni molto dettagliate su ciò che aveva visto in quel bagno.

L’infanzia dei due fratelli trascorre così tra avventure rocambolesche e i tentativi di Song Fanping, padre naturale di Song Gang e patrigno di Li Testapelata, di tenere i due bambini all’oscuro da ciò che sta succedendo nella vita dei grandi: «Le vie di Liuzhen si riempirono di fiumane di gente e di drappelli che marciavano, ogni giorno, avanti e indietro. Sempre più persone portavano la fascia rossa al braccio, avevano le spillette del presidente Mao appuntate sul petto e le citazioni del Libretto Rosso sulla bocca». È il 1966 e l’inizio della Rivoluzione culturale in Cina quando il presidente Mao Zedong cerca di rafforzare il suo potere all’interno del Partito comunista dopo il fallimento del Grande balzo in avanti, piano che mirava a superare l’economia feudale e a trasformare il Paese in una potenza industriale. In realtà la produzione agricola crolla e milioni di persone muoiono di fame. Mao per frenare l’opposizione all’interno del partito incita i giovani contro un sistema che considera arretrato e antico e che impedisce la trasformazione della Cina in un Paese socialista.

«Cominciarono a esserci quelli che portavano in testa cappelli di carta a punta o grossi cartelli di legno al collo, e quelli che andavano avanti e indietro strillando slogan di autocritica e sbattendo pentole e ciotole rotte». Li Testapelata e Song Gang sapevano che queste persone «erano quelli che tutti chiamavano nemici di classe». Erano intellettuali, proprietari terrieri e chiunque fosse legato al vecchio sistema, persone che venivano «rieducate» e in caso di resistenza picchiate e uccise. Ma per Li Testapelata e Song Gang quella fu un’estate indimenticabile. Non sapevano che era arrivata la Grande Rivoluzione proletaria culturale, né che fosse cambiato il mondo, sapevano solo che Liuzhen era sempre in fermento «come fosse sempre festa». Ma un giorno toccò a Song Fanping indossare il cappello a punta e il cartello di legno solo perché figlio di un proprietario terriero. L’uomo venne picchiato dalle guardie rosse e lasciato a morire a terra con il viso sfigurato.

Attraverso il destino incrociato di questi due fratelli Yu Hua racconta una parte della storia cinese su cui molti scrittori hanno preferito tacere. Le avventure di Li Testapelata e di Song Gang, insieme al sacrificio di Song Fanping, permettono al lettore di ritrovare le proprie emozioni in un Paese e un tempo molto lontani dal nostro e spesso difficili da comprendere.

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