Attenzione! Questo articolo è stato scritto più di un anno fa!
!
Esclusiva

Marzo 18 2021
«Fascino e imprevedibilità. La Milano-Sanremo è unica». Intervista ad Alessandro Ballan

L’ex ciclista, campione del mondo a Varese nel 2008 e oggi commentatore tecnico per Rai Sport, parla della Classicissima, in scena sabato 20 marzo. Tra ricordi e campioni di oggi

La Classicissima, la prima Monumento dell’anno, così bella, impossibile da pronosticare. In due parole la Milano-Sanremo, una delle gare di ciclismo su strada più famose al mondo. Passione, tradizione, nomi che sanno di leggenda: i tre Capi, la Cipressa, il Poggio, salite che hanno creato un legame indissolubile tra questa corsa e gli appassionati. Grandi campioni l’hanno conquistata, altri solo accarezzata. Spesso pochi centimetri hanno diviso il trionfo da un sogno sfiorato, mai più raggiunto.

È il 1906, l’Unione Sportiva Sanremese pensa di dividere in due parti il tragitto che dal capoluogo lombardo porta sulla Riviera di Ponente, per altrettante competizioni destinate a podisti temerari. Scarso il successo. L’anno seguente l’intuizione giusta, grazie a Tullo Morgagni, giornalista della Gazzetta dello Sport: perché non provare in bici un percorso unico? Ai vertici della Rosea l’idea piace. Da allora 114 anni, 111 edizioni. Sabato prossimo – 20 marzo – la 112esima. Sarà la gara dei ‘ragazzini terribili’, quella nuova generazione che ha già rubato il presente perché troppo impaziente di aspettare il futuro. Con talento, coraggio, fame.

Non vede l’ora Alessandro Ballan, oggi commentatore per Rai Sport ed ex professionista, campione del mondo a Varese nel 2008 e vincitore l’anno prima del Giro delle Fiandre, l’’Università del ciclismo’. Classe ’79, in carriera sono sette le partecipazioni alla Classicissima, con tre piazzamenti nella top ten. A Zeta Luiss ha confidato ricordi, aneddoti, pronostici.

«Fascino e imprevedibilità. La Milano-Sanremo è unica». Intervista ad Alessandro Ballan
Alessandro Ballan vince il Campionato del mondo a Varese, nel 2008
Photo credit: Riccardo Scanferla

Come andò la tua prima Milano-Sanremo?

«Quante emozioni. Era il 2005, prima non avevo mai corso una Classica in Italia. A sorprendermi fu il nervosismo nelle fasi più concitate, la tensione per prendere in testa la salita della Cipressa. Si andava così forte che nella successiva discesa rimasi staccato».

Hai particolari rimpianti?

«Più di uno. Come l’edizione del 2011, quando arrivai quarto, il mio miglior risultato. Avevo un’ottima chance, ma in volata mi scontrai con corridori più veloci. Per non parlare dell’anno dopo. Si affrontava l’altopiano delle Manie, a oltre 100 km dal traguardo. Sulle rampe iniziale rimasi coinvolto in una caduta, ma recuperai terreno e scollinai con i primi. Sul Poggio però non riuscii a tenere le ruote di Cancellara, Gerrans e Nibali e chiusi ottavo. Ero sfinito, ma sceso di bici mi accorsi delle conseguenze di quell’incidente meccanico: la ruota era deviata e toccava il pattino del freno».

«Fascino e imprevedibilità. La Milano-Sanremo è unica». Intervista ad Alessandro Ballan
Vincenzo Nibali vince la Milano-Sanremo nel 2018
Photo credit: Ansa

Cosa ha di speciale questa corsa?

«È unica, perché imprevedibile, con un percorso aperto a tutte le soluzioni. Può vincerla chiunque, un velocista, un passista, anche uno scalatore. Pensate a Vincenzo Nibali nel 2018. Serve anche una tenuta sulle lunghe distanze, si sfiorano i 300 km. E poi noi italiani giochiamo in casa».

Solo tre ciclisti nella storia hanno vinto tutte e cinque le Classiche Monumento: i belgi Eddy Merckx, Roger De Vlaeminck, Rik Van Looy. A Philippe Gilbert manca solo la Milano-Sanremo per raggiungere i suoi connazionali. Può farcela?

«Glielo auguro di cuore. Philippe ha esperienza, cuore e classe. Il suo problema è che a quasi 39 anni dovrà scontrarsi con tre giovani fenomeni: Wout Van Aert, Mathieu Van der Poel, Julian Alaphilippe. Non parte tra i favoriti, ma anche alla Parigi-Roubaix del 2019 nessuno lo considerava… e invece ha fatto un gran numero. Se azzeccasse la fuga giusta e dietro si marcassero, potrebbe dire la sua».

«Fascino e imprevedibilità. La Milano-Sanremo è unica». Intervista ad Alessandro Ballan
Alessandro Ballan
Photo credit: Riccardo Scanferla

È stato lui il tuo avversario più forte?

«È un grande, ma scelgo il belga Tom Boonen e lo svizzero Fabian Cancellara. Erano loro quelli da battere nelle Classiche del Nord. Le mie corse».

Che possibilità hanno i ciclisti italiani?

«Abbiamo ottimi corridori, ma credo lotteranno per un piazzamento. Penso ad Alberto Bettiol, che ha fatto un’ottima cronometro alla Tirreno-Adriatico, Elia Viviani, Andrea Pasqualon e Andrea Vendrame. Il problema restano quei tre fuoriclasse. Bisogna anticiparli, sorprenderli. Se impostano la corsa come vogliono, difficile vederli giù dal podio. L’unico che può pensare di batterli in volata è Davide Ballerini».

Dove si deciderà La Classicissima?

«Fino a qualche anno fa avrei risposto sul Poggio. Oggi non saprei. Questi fenomeni potrebbero accendere la corsa già sulla Cipressa. È incredibile, così giovani, ma con un modo di intrepretare la gara quasi… antico. Altro che tatticismi, attaccano senza paura».

Pronostico secco. Chi vince?

«Mathieu van der Poel».