Attenzione! Questo articolo è stato scritto più di un anno fa!
!
Esclusiva

Maggio 4 2021
Eleonora Cozzella: “Altro che moda, il cibo e le parole nascono insieme”

Un nuovo ciclo di lezioni al master di giornalismo della Luiss, con un’insegnante speciale, volto simbolo del giornalismo enogastronomico

“Non nascondo un pizzico di emozione nell’essere qui”. Eleonora Cozzella, giornalista, scrittrice e critica gastronomica, aveva lasciato la scuola di giornalismo della Luiss anni fa da studentessa. Ora è tornata, ma questa volta siede dietro la cattedra, da dove porterà avanti un ciclo di lezioni sul giornalismo gastronomico, settore di cui è diventata uno dei volti più noti in Italia.

Eleonora Cozzella ha sempre avuto una grande passione per il mondo del food, tant’è che da giovanissima avrebbe voluto frequentare l’istituto alberghiero. “All’epoca non era ben visto come percorso di studi, e i miei genitori mi hanno convinta a fare il liceo classico”.

Laureata in filosofia, Cozzella ha poi intrapreso la carriera giornalistica. Ma il suo grande amore non l’ha mai abbandonata e, appena ha potuto, è tornata a occuparsi di quello che la entusiasmava sin da bambina (certi amori non finiscono, fanno dei giri immensi e poi ritornano). “Lavoravo per Kataweb, il portale multimediale del gruppo Gedi, quando si è aperta una posizione per la sezione ristoranti. Nessuno si era fatto avanti, ed io ho colto l’attimo”.

Il mondo della gastronomia è spesso sottovalutato nel giornalismo, ma l’esploratrice del food made in Italy, su questo, è stata chiara: “Finiamola di dire che ci occupiamo solo di cibo. Parliamo del 15% del Pil italiano. Occuparsi di cibo significa trattare di economia, lavoro, storia, identità e cultura. Parlare di agroalimentare significa anche parlare di politica. Se smettiamo di comprare determinati alimenti perché contrari alla nostra etica, le cose cambiano (come è successo con l’olio di palma)”.

Dietro questo mondo ci sono vite incredibili, come quella di Alexandre Balthazar Grimod de la Reynière, il primo giornalista enogastronomico della storia, che inscenò la propria morte al solo scopo di poter mangiare con le persone che lo amavano veramente, ossia quelli venuti al suo funerale.

Dall’enogastronomia sono partiti alcuni dei prodotti editoriali più imponenti, come la Guida Michelin, considerata la bibbia della ristorazione.

Raccontare la storia della gastronomia significa raccontare la nostra storia. La ristorazione, per esempio, nasce in Francia con la rivoluzione del 1789, quando il personale dei nobili ghigliottinati si trovarono improvvisamente senza lavoro. Furono loro che, sparpagliandosi per il territorio francese, misero in pratica quello che avevano imparato servendo e cucinando nei grandi banchetti a palazzo, aprendo nuove attività di ristorazione.  

A tutti coloro che ritengono la gastronomia una moda passeggera, Eleonora Cozzella risponde con le parole di Jean-Anthelme Brillat Savarin, famoso magistrato, che diceva: “La sola parola gastronomia fa drizzar tutte le orecchie, è di moda”. Una citazione che sembra dare ragione ai “detrattori” di questo settore. Peccato che l’uomo le pronunciasse a fine 700. Una moda davvero lunga.