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Esclusiva

Dicembre 6 2021.
 
Ultimo aggiornamento: Dicembre 22 2021
Silvia Morrone

La passione per la criminologia racconta sia nata da piccolissima, quando, poco più che bambina, ha cominciato ad appassionarsi alle serie televisive poliziesche. Silvia le ha viste tutte ma elegge come “Fab 3” Distretto di Polizia, R.I.S. Delitti imperfetti e Cold Case. Affascinata, dunque, non solo dalla criminologia ma anche dalla cinematografia si iscrive a corsi di recitazione e di dizione, affinando quelle capacità che l’avevano portata da adolescente a scrivere nel tempo libero sceneggiature televisive riposte, poi, nel cassetto.

“Nello scrivere sceneggiature emerge la volontà di creare un ponte con l’altro, di coinvolgerlo in una storia. È questo desiderio di stabilire una connessione che mi ha portato a voler intraprendere la strada del giornalismo.”. Un percorso lineare -lo definisce Silvia- che abbraccia le sue grandi passioni e le sintetizza nell’aspirazione ad occuparsi di cronaca nera.

Silvia Morrone

Dopo una laurea in Giurisprudenza, un master in Criminologia clinica e scienze forensi e uno in Codice Rosa, è approdata nella Scuola di Giornalismo “Massimo Baldini” della Luiss dove vuole affinare le diottrie della sua lente di ingrandimento fino a rendere evidente ad occhi nudi la verità.

A chi le chiede se abbia mai pensato di indossare la toga e cimentarsi in arringhe risponde seccamente che mai diventare avvocato è rientrato tra i suoi sogni e torna a parlare con disinvoltura di quanto la scienza forense sia molto vicina a quella giornalistica. “Il giornalista sta alla storia di cui si occupa come il criminologo sta al rapporto che si instaura tra vittima e reo. È dalla sua onestà intellettuale che prende forza la verità e questa miro a raccontare.”

Non ci sta proprio, però, all’idea di un giornalismo distaccato e asettico, “l’emozione è parte fondamentale di una storia e il giornalista deve prendersene cura, pur non mettendo in ombra la verità fattuale”. Spera un giorno di concretizzare questa sua idea di giornalismo giudiziario e investigativo all’interno di programmi televisivi come Quarto grado e Amore criminale, di cui si dice fedelissima telespettatrice.

Prima di iscriversi al Master in Giornalismo e Comunicazione digitale della Luiss ha avuto esperienza come ricercatrice e conferenziera all’interno di convegni organizzati tra gli altri dall’ACISF (Accademia italiana delle scienze forensi) con interventi sui casi di nera tra i più famosi in Italia a partire dall’omicidio Kercher fino al caso Yara Gambirasio.

Ha fatto parte di un progetto di ricerca sul tema dell’ascolto del minore all’interno dei processi penali e ha avuto incarico di docenza presso Menarini.

Insomma, Silvia ha tutte le carte in regola per affermarsi come testimone della verità “oltre ogni ragionevole dubbio”.