“Le immagini degli abbracci con la sua famiglia sono liberatorie. Felice per loro, spero che questa cosa si risolva presto”. Alla Nuvola, in occasione di Più Libri Più Liberi, Giuseppe Civati, ex deputato Pd e poi fondatore del partito Possibile, ha commentato con “grande sollievo” la scarcerazione di Patrick Zaki. “È un passaggio importantissimo, perché finalmente lascia la prigione immonda di Tora. Dopodichè la partita giudiziaria, anche se di giudiziario ha veramente poco, è ancora aperta. L’udienza del primo febbraio è un appuntamento altrettanto importante”. Civati ha seguito la vicenda con una campagna social e la sua casa editrice, People, ha pubblicato un libro dal titolo “Voglio solo continuare a studiare”.
“È ora che le istituzioni italiane si sveglino”. Per l’ex democratico lo Stato non ha fatto abbastanza per garantire il rispetto dei diritti dello studente egiziano, al contrario delle decine di associazioni e organizzazioni umanitarie, Amnesty su tutte, che si sono mobilitate. “Ora tutti festeggiano questa liberazione, due anni dopo un arresto ingiustificato. Un paese come l’Egitto che condivide con noi tanti interessi, a cui vendiamo armi, in cui agisce una grande azienda come Eni, in cui c’era stato il precedente osceno di Giulio Regeni, doveva rispondere con un po’ più di prontezza alle nostre sollecitazioni, sempre che per parecchio tempo ce ne siano state”.
Sul processo, si dice preoccupato di un possibile ripensamento del tribunale egiziano. “Non vorrei che usassero qualche trucco del procedimento per rivedere questa decisione. Potrebbe essere un’apertura che nasconde qualche elemento di negatività”. Quanto al comportamento, processuale e non, che Zaki dovrebbe tenere, non si sente di dare opinioni. E chiosa: “Cerchiamo di capire il regime a cui sarà confinato, perché è fuori di prigione, però non sappiamo se è libero di andare dove, di fare cosa. Bisogna leggere le carte e scegliere con cura le prossime mosse”.