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Esclusiva

Gennaio 23 2022.
 
Ultimo aggiornamento: Gennaio 24 2022
Rossetti e sex toys, così le profumerie abbattono il tabù

Sephora Italia ha messo in vendita una linea di sex toys sul proprio sito online. La normalizzazione del piacere femminile svolge un ruolo fondamentale nel combattere antichissimi pregiudizi

«Non solo il piacere femminile è ancora un tabù ma, soprattutto, è appannaggio solo di determinate donne: donne che non hanno paura di informarsi, donne che hanno modo di accedere ad internet, donne libere». Per questo, secondo Alessandra (26 anni), è importante normalizzare l’amore per sé stessi e la conoscenza del proprio corpo.

Sephora, azienda leader nel settore beauty, ha di recente messo in vendita, sul proprio sito italiano, una linea di sex toys.

Tra una cipria e un rossetto è ora possibile acquistare sull’e-commerce anche The Poet o The Surfer, oggetti del piacere che, a partire dal nome, perdono l’alone del proibito per calarsi in una dimensione quotidiana e, perché no, giocosa. «Scopri te stess*» è l’invito lanciato sul profilo Instagram della multinazionale. Come Sephora anche Pinalli e Douglas hanno scelto di mettere a disposizione dei propri clienti questo tipo di prodotti. «Non penso solo al piacere femminile» commenta Luigi (30 anni), «ma ad esempio, come nel mio caso, anche a quello di un ragazzo omosessuale. Semplificare la vendita dei sex toys, secondo me, aiuta a normalizzare la sessualità in generale».

Quello dei ‘giocattoli per adulti’ è un settore in crescita e le più grandi profumerie italiane hanno deciso di provare a conquistare almeno una fetta di questo mercato in espansione, forti di una clientela più che fidelizzata.

Stando al report di aprile 2021, Technavio prevede per il mercato europeo un indotto di circa 2,56 miliardi di dollari per il periodo 2021-2025 ottenuto proprio dalla vendita di questi prodotti. Anche i dati registrati dalla piattaforma di shopping online idealo sembrano convergere verso lo stesso andamento: il sito ha registrato in Italia un incremento delle ricerche in ambito sex toys del +32% per il periodo da luglio 2020 a giugno 2021 rispetto a quello compreso tra luglio 2019 e giugno 2020. Il picco d’interesse è stato però raggiunto proprio durante il primo lockdown: +110% da febbraio ad aprile 2020 rispetto alle ricerche registrate tra maggio 2019 e gennaio 2020.

L’aumento delle vendite e dell’interesse dei clienti non è certo nato dal nulla: il mercato risponde a cambiamenti che, prima di tutto, avvengono nella società.

Così, la domanda crescente di questi articoli si sovrappone o, forse, reagisce a quello che sembra l’inizio di un processo di normalizzazione del corpo e dell’autoerotismo femminile.

«La questione non è solo che i sex toys stiano diventando sempre più accessibili, venduti fuori da contesti fortemente sessualizzati» puntualizza Paola Sammarro, giornalista e fondatrice del centro di consulenza multidisciplinare Io Calabria, «ma che le donne stiano iniziando a conoscere il proprio corpo. È un discorso che va al di là del piacere, rientra nella conoscenza di sé stesse e, addirittura, della propria anatomia».

Autoritratto fotografico di Paola Sammarro
Courtesy Paola Sammarro

Il sex toy diventa allora uno strumento messo a disposizione delle donne per riappropriarsi della propria identità: «Il corpo femminile è sempre stato raccontato dagli altri come qualcosa che deve avere uno scopo, foss’anche la maternità. Se non serve a nulla, va nascosto. Parlare di autoerotismo o di sex toys diventa quindi un atto di denuncia, un atto politico».

Questi oggetti sempre più simili a piccoli e discreti bijoux perdono, pian piano, il connotato ipersessualizzato a cui la cultura di massa era abituata per trasformarsi in un prodotto “da profumeria”, normalizzato e studiato pure per la salute.

«Ora i sex toys sono pensati anche per l’anatomia femminile. Nello store La Bottega della Luna si possono trovare quelli di Intimaluna che hanno, all’interno, delle spiegazioni fatte da un’ostetrica. Le donne, infatti, possono scoprire o affrontare alcune patologie anche grazie all’uso di un sex toy. Penso alla vulvodinia o all’ipertono del pavimento pelvico: si tratta di condizioni che fungono da indicatori e che possono portare a scoperte ulteriori sul proprio corpo o sulla propria salute».

Foto di Anna Shvets da Pexels
Foto di Anna Shvets da Pexels

Per questo esistono anche dei sex toys utilizzati per la riabilitazione del pavimento pelvico: «Alle donne in menopausa viene detto che è normale avere perdite urinarie e, per questo, gli viene solo consigliato di comprare degli assorbenti. Nessuno pensa a proporre una soluzione quando, invece, con una riabilitazione tempestiva si può addirittura risolvere il problema».

Il sex toy, venduto in profumeria o in un qualsiasi negozio, sta quindi cominciando ad entrare nell’immaginario collettivo come uno strumento di emancipazione. Forse anche di consapevolezza.

«È un atto d’amore, per non dire filosofico. In fondo, la filosofia è amore per la conoscenza, no?» commenta Augusta (27 anni), «E ci si può amare davvero solo se si conosce quanto più possibile il proprio corpo. Il corpo non è solo la nostra casa, ma ciò che siamo».

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