Notizia: ASSEMBLEA ORDINE DEI FARMACISTI DI TORINO, IN 60 DENUNCIANO LE VIOLAZIONI NORMATIVE DELL’OBBLIGO VACCINALE
Fonte: Assemblea ordine dei farmacisti di Torino, in 60 denunciano le violazioni normative dell’obbligo vaccinale, su Byoblu, ultimo accesso il 10 Giugno 2022
La notizia riportata
Durante l’ultima assemblea ordinaria dell’Ordine dei farmacisti tenutasi a Torino, il dottore Fabio La Falce ha denunciato, insieme ad una delegazione di circa 60 colleghi, le presunte violazioni normative della campagna vaccinale e del decreto-legge riguardo l’obbligo di sottoporsi alle tre dosi di vaccino in capo ai lavoratori del settore sanitario.
Secondo il sito Byoblu e il dottore Fabio La Falce, farmacista ospedaliero, non sussistono le condizioni necessarie per l’imposizione di un obbligo vaccinale, in quanto il vaccino non assolve alla funzione di prevenire l’infezione. A sostegno di questa tesi la delegazione dei 60 farmacisti argomenta che anche le persone vaccinate possono essere contagiate e a loro volta contagiare, rendendo il vaccino inutile ed inefficace.
Allegato all’articolo una video-intervista del dottor La Falce, in cui ribadisce quanto sostenuto da Byoblu, ancora una volta senza riportare alcun dato o ricerca scientifica.
Il debunking della notizia
Secondo l’articolo 32 della Costituzione, lo Stato «tutela la salute come fondamentale diritto dell’individuo e interesse della collettività […]» e prevede che «nessuno può essere obbligato a un determinato trattamento sanitario se non per disposizione di legge». Il governo dispone di tre strumenti per legiferare, tra cui il decreto-legge definito come atto normativo di carattere provvisorio da adottare in casi straordinari di necessità e urgenza ai sensi dell’art. 15 della legge 23 agosto 1988, n. 400. Dal punto di vista giuridico, e al contrario di quanto riportato dal sito Byoblu, allo stato è quindi consentito imporre l’obbligo vaccinale se ad essere utilizzati sono strumenti giuridici idonei.
Per quanto riguarda le possibili incongruenze e le violazioni presenti nel decreto-legge rispetto all’efficacia del vaccino Sars Cov2, è necessario partire dal suo contenuto. Con il titolo “Obbligo di vaccinazione degli operatori sanitari” il decreto-legge n.44 del 1 aprile 2021 riguarda «il contenimento dell’epidemia da COVID-19, in materia di vaccinazioni anti SARS-CoV-2». All’articolo 4 vengono riportate le disposizioni urgenti «in materia di prevenzione […] mediante previsione di obblighi vaccinali per gli esercenti le professori sanitarie […]». Dunque ad essere menzionato è solo il contenimento della diffusione del virus per la tutela della salute pubblica, e mai la totale prevenzione dall’infezione.
Per quanto riguarda invece l’efficacia dei vaccini, nemmeno il decreto-legge nega la possibilità per i vaccinati di essere contagiati e poter contagiare.
«È indubbio che il vaccino non protegga dall’infezione ma protegge molto bene dalle complicazioni della malattia» spiega il microbiologo Andrea Crisanti, aggiungendo che «anche la letalità è calata dal 2.5% all’1 per mille. Vuol dire che con il via della campagna vaccinale il tasso è diminuito di almeno 20 volte».
Inoltre, più dosi una persona decidere di fare, più efficace sarà la sua copertura. «Con la prima dose la letalità diminuisce significativamente, con la seconda diminuisce di quasi venti volte. La terza dose invece, serve a prolungare e mantenere l’effetto della protezione dalla letalità del virus» conclude Cristanti.
Roberto Cauda, professore ordinario di Malattie Infettive presso il Policlinico Gemelli di Roma, sostiene che l’efficacia del vaccino si misura sulla base di quante persone, dopo essersi sottoposte alle tre dosi, sono andate incontro alle complicazioni della malattia grave, necessitando di cure mediche e occupando posti nelle terapie intensive.
«Il vaccino ha un’efficacia dell’80% per quanto riguarda la malattia grave. E c’è anche una differenza tra l’immunità delle cellule e degli anticorpi, con l’immunità cellulare di più lunga durata» dice Cauda.
Secondo il professore, l’emergenza da Covid-19 non sta nella quantità di persone infettate, ma nel tasso di saturazione delle terapie intensive. «È proprio con l’ondata Omicron che si è vista l’efficacia del vaccino, con gli infetti che avevano bisogno di cure mediche o terapie intensive in numero inferiore rispetto alla prima ondata» conclude Cauda affermando che «l’efficacia del vaccino si misura tramite il ridimensionamento dell’emergenza».
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