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Esclusiva

Luglio 13 2022
Blu come il mare, verde come la montagna

Che sia una passeggiata ad alta quota nei boschi o un’immersione nelle sfumature di azzurro marino, ciò che rende speciale una vacanza è soprattutto il significato legato ai luoghi che si scelgono di visitare

C’è chi preferisce l’odore della salsedine, un’abbronzatura dorata e tuffarsi nel blu di un mare da favola e chi, invece, ama immergersi nella fresca e verde boscaglia di montagna, oppure cimentarsi con le sfide di una scalata rocciosa. Nella guida di Zeta, sei luoghi da visitare che, dietro la loro bellezza incontaminata, nascondono storie e curiosità inedite.

Favignana

Tre amiche in sella alla loro bici a noleggio fanno il giro dell’isola, visitando le calette più incontaminate che la contraddistinguono. Non è la trama di un film, ma uno dei modi per conoscere la regina delle Egadi e riempirsi gli occhi delle mille sfumature di azzurro, che rendono uniche le sue acque cristalline. Oltre che per la famosa Cala Rossa, difficilmente balneabile per le forti correnti marine, e la rocciosa Cala del Bue Marino, Favignana è nota anche per il suo pregiato tonno rosso, sul quale la famiglia Florio costruì il suo impero tra il XIX e il XX secolo.

Sentiero degli dèi

Si narra che Ulisse, dopo essersi fatto legare all’albero della sua nave per ascoltare il canto delle sirene senza cadere vittima delle loro insidie, sia stato salvato dagli dèi giunti dall’Olimpo all’arcipelago Li Galli percorrendo questo sentiero. Ma oggi, il suo nome è dovuto soprattutto all’esperienza mozzafiato che offre: un percorso da trekking di circa tre ore, che da Bomerano bussa alle porte di Positano, raggiungibile scendendo i 1.500 scalini che conducono dritti al suo cuore. Dall’inizio alla fine, con una vista a strapiombo sul mare.

Blu come il mare, verde come la montagna
Sentiero degli dèi

Costa dei Trabocchi

«La macchina pareva di vivere di una vita propria, aveva un’aria e un’effige di corpo animato» scriveva Gabriele D’Annunzio nel suo Trionfo della morte, celebrando le doti del trabocco, una struttura simile ad una palafitta con cui i pescatori si assicuravano ricchi bottini senza dover affrontare i pericoli del mare in tempesta. Oggi trasformati perlopiù in ristoranti, venticinque trabocchi affollano questo particolare tratto di costa abruzzese, dove si alternano stabilimenti balneari a spiaggette segrete e intime. Ma all’azzurro incontaminato del mare si affianca la via verde, una pista ciclopedonale che si estende per circa 40 km, collegando nove comuni diversi da Francavilla al Mare a Vasto.

Blu come il mare, verde come la montagna
Costa dei Trabocchi

Lago di Scanno

Letteralmente il cuore dei verdi Monti Marsicani, ciò che rende unico il lago aquilano è la sua forma, visibile soltanto da un punto esatto del Sentiero del cuore, un percorso lungo circa 2 km che sovrasta in parte lo specchio d’acqua. Ma i più temerari possono alzare l’asticella, facendo il giro completo (dura circa 7 km) e arrivando al Santuario della Madonna del Lago, che si affaccia sulla sponda sudoccidentale.

Blu come il mare, verde come la montagna
Lago di Scanno

Rocca Calascio

Da castello medievale diroccato, con un’altitudine di circa 1.400 metri (che lo rende uno dei più elevati d’Europa), a set cinematografico: oltre ad essere uno dei simboli dell’Abruzzo, la fortezza ha fatto da sfondo ad alcuni film cult italiani ed internazionali, come Lady Hawke (1985), Il nome della rosa (1986), La piovra 7 (1995), Il viaggio della sposa (1997) e The American (2010).

Blu come il mare, verde come la montagna
Rocca Calascio

Blockhaus

Anche se le origini germaniche del suo nome possono trarre in inganno, questa cima fa parte del massiccio abruzzese della Majella, dove gli occhi si perdono cercando di rintracciare le sue mille sinuosità. Si dice che, tra il 1863 e il 1867, ospitasse un fortino di legno e pietra sfruttato da un comandante austriaco per respingere le incursioni dei briganti della “Banda della Majella”, che saccheggiavano i villaggi circostanti. Del loro passaggio si trova traccia ancora oggi sulla Tavola dei briganti, una serie di rocce calcaree con delle incisioni effettuate dai banditi durante il periodo post-Unità d’Italia. Ma al monte è legata anche un’altra tradizione più moderna, iniziata nel 1967: quella di essere stata, finora per sette volte, una delle tappe più dure del Giro d’Italia.  

Blu come il mare, verde come la montagna
Blockhaus

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