Notizia: ATLETI E PROFESSIONISTI DELLO SPORT, DECESSI AUMENTATI DEL 1700% DALL’INTRODUZIONE DEL VACCINO COVID. Un’indagine sulle statistiche ufficiali ha rilevato che il numero di atleti morti dall’inizio del 2021 è aumentato in modo esponenziale rispetto al numero annuale di decessi di atleti ufficialmente registrati tra il 1966 e il 2004.
Fonte: databaseitalia.it, 30 luglio 2022
Articolo pubblicato su The Exposè
L’articolo di databaseitalia.it riporta la traduzione di una indagine sulle statistiche ufficiali, apparsa per la prima volta su ‘Natural News’, sito britannico ritenuto inaffidabile da NewsGuard.
Il numero medio mensile di decessi tra gennaio 2021 e aprile 2022 è superiore del 1.700% rispetto alla media mensile tra il 1966 e il 2004 e l’attuale tendenza per il 2022 mostra che questo potrebbe aumentare fino al 4.120% se l’aumento del numero di decessi dovesse continuare, con il numero dei decessi nel solo marzo 2022 3 volte superiore alla media annuale precedente. Secondo uno studio scientifico condotto dalla ‘Divisione di Cardiologia Pediatrica, Ospedale Universitario di Losanna, Svizzera, pubblicato nel 2006, tra il 1966 e il 2004 si sono verificati 1.101 decessi improvvisi tra gli atleti di età inferiore ai 35 anni.
È vero che secondo lo studio scientifico (pubblicato nel 2006), condotto dalla Divisione di Cardiologia Pediatrica, Ospedale Universitario di Losanna, Svizzera – nel periodo tra il 1966 e il 2004 – ci sono stati 1.101 decessi improvvisi tra gli atleti di età inferiore ai 35 anni, ma questo range non può essere confrontato con quello post-pandemico. Infatti non sono stati specificati i metodi statistici utilizzati al fine di valutare la differenza tra i due archi temporali e l’omogeneità delle popolazioni. Pertanto su questa base, non è possibile affermare che la causa di un aumento esponenziale delle morti degli atleti sia il vaccino anti-Covid.
Uno studio della Lancet (rivista scientifica) pubblicato il 10 dicembre 2021, ‘Tolerability and impact of SARS-CoV-2 vaccination in elite athletes’ documenta che «il vaccino è ben tollerato e associato ad effetti avversi poco significativi da non inficiare la partecipazione all’attività sportiva».
L’impatto del vaccino anti-Covid sulla funzione cardiaca deve tenere conto di altri fattori. Lo studio riportato da Frontiers (editore di riviste scientifiche) pubblicato il 12 aprile 2022, ‘Covid-Related Athletic Deaths: Another Perfect Storm’ prova che «nell’atleta ci possono essere anche altri fattori contribuenti, come uno stile di vita non salutare (dieta errata o un over training) che possono peggiorare la condizione cardiaca».
Allora perché abbiamo assistito a un aumento così drammatico?
La risposta molto probabilmente risiede nell’introduzione di un’iniezione sperimentale che avrebbe dovuto proteggere dalla malattia di Covid-19 ma che invece ha causato danni indicibili al sistema immunitario e problemi cardiovascolari. Uno studio su 566 pazienti che hanno ricevuto i vaccini Pfizer o Moderna mostra che i segni di danno cardiovascolare sono aumentati vertiginosamente dopo il secondo vaccino. Il rischio di attacchi di cuore o altri gravi problemi coronarici è più che raddoppiato mesi dopo la somministrazione dei vaccini, sulla base dei cambiamenti nei marcatori di infiammazione e danno cellulare. Un rischio di 1 su 4 per problemi gravi dopo i vaccini, rispetto a 1 su 9 prima. Il loro rischio di infarto a 5 anni è passato dall’11% al 25% grazie ai vaccini (ovvero un aumento del 227%). Il dottor Steven Gundry, medico del Nebraska e cardiochirurgo in pensione, ha presentato i risultati alle sessioni scientifiche della conferenza annuale dell’American Heart Association a Boston dal 12 al 14 novembre. Un abstract del suo articolo è stato pubblicato l’8 novembre su Circulation, la rivista scientifica dell’AHA.
Malgrado lo studio della rivista scientifica Circulation, pubblicato l’8 novembre 2021, ‘Observational Findings of PULS Cardiac Test Findings for Inflammatory Markers in Patients Receiving mRNA Vaccines’ affermi che «il vaccino altera gli indici infiammatori e quindi il rischio potenziale di sindromi coronariche acute come l’infarto» bisogna verificare se questi aumenti degli eventi abbiano una rilevanza statistica, ma nell’articolo non è stata puntualizzata.
Ma non abbiamo davvero bisogno di guardare oltre il numero di casi di miocardite causata dalla vaccinazione contro il Covid-19. La miocardite è una condizione che provoca l’infiammazione del muscolo cardiaco e riduce la capacità del cuore di pompare il sangue e può causare ritmi cardiaci rapidi o anormali. Alla fine, la miocardite indebolisce il cuore in modo che il resto del corpo non riceva abbastanza sangue. I coaguli possono quindi formarsi nel cuore, portando a un ictus o infarto. Altre complicazioni della condizione includono la morte cardiaca improvvisa. Non esiste una versione lieve della miocardite, è estremamente grave per il fatto che il muscolo cardiaco è incapace di rigenerarsi. Pertanto, una volta che il danno è fatto, non è possibile riavvolgere l’orologio.
Uno studio sullo stato dell’arte della miocardite (‘Current state of knowledge on aetiology, diagnosis, management, and therapy of myocarditis: a position statement of the European Society of Cardiology Working Group on Myocardial and Pericardial Diseases’) della Società Europea di Cardiologia ad opera della professoressa Alida Caforio, esperta di miocardite dell’università di Padova, già nel 2013 aveva affermato che «le miocarditi sono processi infiammatori del muscolo cardiaco secondari a virus, batteri o malattie del sistema immunitario, vaccini, tossicità da farmaci, agenti fisici e chimici». La stessa autrice segnalava che «il 50% di queste miocarditi si risolve senza conseguenze. Mentre l’altro 50% può evolvere verso la disfunzione cardiaca, trapianto di cuore o alla morte».
Tuttavia, la stessa professoressa Caforio, nell’editoriale (‘Receipt of mRNA Vaccine against Covid-19 and Myocarditis’) pubblicato il 2 dicembre 2021 nella rivista scientifica The New England, commenta il risultato di due studi israeliani (‘Myocarditis after BNT162b2 mRNA vaccine against Covid-19 in Israel’ e ‘Myocarditis after Covid-19 vaccination in a large health care organization’) in pazienti vaccinati e non contro il Covid con vaccini a RNA messaggero, evidenziando come la miocardite sia rara nei pazienti vaccinati e si risolva nella maggior parte dei casi, anche in quelli che inizialmente esordivano con quadri più gravi.
Lo stesso risultato è stato ottenuto in atleti trattati con vaccino Covid RNA come si evince dallo studio pubblicato su Lancet il 10 dicembre 2021. Infatti «il vaccino è stato associato a pochi, brevi e non significativi effetti collaterali tanto da non limitare il reinserimento nell’attività sportiva degli atleti», sempre ovviamente sotto il monitoraggio periodico tendente a confermare la guarigione assoluta o l’assenza di recidive.
Il grafico seguente mostra le segnalazioni di miocardite al sistema di segnalazione degli eventi avversi del vaccino dei Centri statunitensi per il controllo delle malattie per anno:
Il danno cardiaco è onnipresente in tutta la popolazione vaccinata e il danno viene diagnosticato in diversi modi. I tassi di insufficienza cardiaca acuta sono ora 475 volte il tasso di base normale in VAERS. Le frequenze di tachicardia sono 7.973 volte la frequenza di base. L’infarto miocardico acuto è 412 volte la frequenza basale. I tassi di emorragia interna, trombosi dell’arteria periferica, occlusione dell’arteria coronaria sono oltre 300 volte il tasso di base. Le persone completamente vaccinate stanno soffrendo come mai prima d’ora.
Non ci vuole un genio per capire che la vaccinazione contro il Covid-19 è la ragione per cui il numero medio mensile di decessi degli atleti è ora del 1.700% superiore al tasso previsto.
La fonte dello studio Vaers (Il Vaccine Adverse Event Reporting System, un programma statunitense per la sicurezza dei vaccini, co-gestito dai centri statunitensi per il controllo e la prevenzione delle malattie) non è verificabile. Al contrario lo studio pubblicato su Lancet il 7 marzo 2022, analizzando i dati di Vaers, mostra che «la maggior parte degli eventi avversi al vaccino anti-Covid erano lievi e di breve durata».
Non bisogna dimenticare che il sistema Vaers presenta dei limiti. Gli esperti della Società Italiana di Cardiologia (Giornale Italiano di Cardiologia, Update 2022 dell’Expert Opinion della Società Italiana di Cardiologia su miocarditi, pericarditi e vaccini contro il COVID-19, 2022) specificano che «il programma Vaers accetta qualsiasi segnalazione indipendentemente dalla qualità e completezza delle informazioni e i dati non consentono di determinare un rapporto di causa-effetto tra vaccinazione e miocardite. Il tasso stimato di miocardite e pericardite post-vaccinica è di molto inferiore, di circa dieci volte, a quello osservato nella popolazione generale. I vaccini anti-Covid attualmente utilizzati hanno un profilo di sicurezza maggiore rispetto a quelli usati in passato perché non contengono alcuna traccia di virus vivo, ma soltanto nucleosidi di RNA modificati», che sono frammenti genetici utili per la codifica della proteina Spike del virus.
Anche l’editoriale ‘Receipt of mRNA Vaccine against Covid-19 and Myocarditis’ di Alida Caforio, pubblicato il 2 dicembre 2021 nella rivista scientifica The New England, Journal of Medicine conferma che una miocardite «temporalmente associata» al vaccino anti-Covid è possibile, ma è rara. È più comune in giovani maschi e si risolve in maniera spontanea. «L’associazione temporale non implica causalità» e il rischio di miocardite vaccinale è molto basso. Ovviamente è necessaria una sorveglianza ulteriore per verificare il rapporto di causalità.
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