Volete sapere quali saranno gli sport e le armi del futuro? Leggere un reportage come l’avrebbero scritto di loro pugno Oriana Fallaci, Ernest Hemingway, George Orwell? Una storia alternativa in cui Aldo Moro sopravvive al rapimento delle Brigate Rosse? Sapere cosa consiglierebbe Napoleone Bonaparte a Vladimir Putin? Vedere le risposte di un robot agli amori su Tinder? Sono solo alcune delle proposte del nostro nuovo periodico realizzato con l’Intelligenza Artificiale, il primo nel suo genere. L’avvento di sistemi per la produzione automatica di testi non è, secondo noi, la morte del giornalismo, ma strumento in grado di offrire nuove potenzialità al settore dell’informazione, a patto che se ne conoscano forza e limiti. Per questo la redazione di Zeta ha deciso di realizzare un numero speciale del periodico, scritto, illustrato e titolato interamente da ChatGPT, lanciata dall’istituto OpenAI, start up fondata nel 2015 da Elon Musk e Sam Altman. L’AI è in grado di produrre testi, rispondere alle domande e persino scrivere codici. La parola chiave della pubblicazione non poteva dunque che essere “esperimento”, dove sperimentare significa confrontarsi con la novità con atteggiamento aperto e critico. Una scommessa che contemplava anche la possibilità di fallire, offrendo un magazine banale, non all’altezza di quelli preparati da menti umane. Studiando, smanettando, giocando siamo riusciti a creare una rivista con pezzi originali, divertenti, surreali persino, rimanendo noi per primi sorpresi da come la chat sappia tradurre in pratica le nostre idee.
ChatGPT è un modello di linguaggio basato sul deep learning, ovvero una chatbot in grado di produrre testi di diverso tipo basandosi sugli input ricevuti dall’utente. Per scrivere gli articoli del periodico abbiamo proceduto con domande e richieste inserite nella chat, ognuno seguendo le proprie idee e la propria sensibilità. Se qualcuno pensa che per scrivere un articolo con l’Intelligenza Artificiale basti dire al sistema “Scrivi un pezzo su…” resterà deluso. Con una richiesta troppo generica il testo risulterà piatto, banale e sarà difficile tirarne fuori qualcosa che valga la pena leggere. A volte è necessario far più domande alla chat e poi chiederle di sintetizzare le informazioni via via generate. Senza impulsi da parte del giornalista la macchina rimane inerte e trovare un’idea originale resta fondamentale per sfruttarne a pieno le potenzialità. Ogni articolo porta la doppia firma della chat e del curatore. Anche le immagini che corredano gli articoli sono state create attraverso strumenti di Intelligenza Artificiale tra cui Dall-E, prodotto dalla stessa OpenAI, e Midjourney.
Leggi anche: Ruolo e funzione dei podcast in dialogo con ChatGPT
Come tutti i modelli di linguaggio, ChatGPT è allenato su un’enorme quantità di testi reperibili in rete. La macchina “capisce” senza problemi l’italiano e le altre lingue, ma essendo sviluppato negli Stati Uniti le sue capacità generative sono di gran lunga più ampie in inglese. Per ottenere il risultato più completo, abbiamo preferito far generare i pezzi in inglese per poi chiedere alla chat stessa di tradurli in italiano, in modo che nemmeno la traduzione venisse “viziata” da mani umane.
L’altro limite di ChatGPT è non avere accesso alla rete internet e le sue conoscenze si fermano alla fine del 2021. Risulta di conseguenza molto efficace su articoli di analisi, approfondimento e realtà parallele, mentre non può essere utilizzato per pezzi di cronaca attuale, a meno che non gli vengano fornite esplicitamente le informazioni dal giornalista, come per l’articolo sulle strategie russe nell’assedio di Bakhmut, nell’est dell’Ucraina.
Dopo aver esplorato le potenzialità della chat ed esserci scontrati con i suoi limiti, il nostro esperimento può dirsi riuscito, ma come sempre nei laboratori ogni successo è base di nuove domande. Tra poco verrà rilasciato il linguaggio automatico GPT-4, centinaia di volte più potente dell’attuale versione, GPT-3, e in grado di generare foto e filmati, oltre a testi realistici. Quanto a Zeta, produrremo presto anche servizi video e radio.
Autorevoli esperti temono che l’AI sostituisca i giornalisti. Noi, dopo la nostra esperienza, dissentiamo. Per ammissione della stessa macchina, almeno finora, i suoi articoli possono «mancare di creatività, sfumature e prospettiva che gli scrittori umani portano al tavolo», oltre al rischio che alcuni passaggi siano imprecisi o errati. Non esiste scelta tra accettare il progresso o rifiutarlo, esiste solo il bivio fra imparare a usare le nuove tecnologie o venirne sopraffatti. La sinergia Uomo-Macchina rimane centrale, ma la campagna perché l’Intelligenza Artificiale sia sempre uno strumento nelle nostre mani e non un nemico – invincibile – è tutta da combattere.
Leggi la versione integrale del periodico a questo link: Esperimento • Zeta Numero 0 | Gennaio 2023