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Esclusiva

Febbraio 13 2023.
 
Ultimo aggiornamento: Febbraio 15 2023
Non solo Rihanna: i 5 Halftime Show più iconici nella storia del Superbowl

Le cinque esibizioni che hanno fatto la storia dello spettacolo più seguito dagli americani

Non è più l’Halftime Show dei nostri padri. E non è lo è già da un po’. Nel 1993, al Rose Bowl di Pasadena, dove un anno più tardi l’Italia di Arrigo Sacchi perderà ai rigori la finale dei Mondiali americani, Michael Jackson rivoluziona per sempre l’importanza di quello spettacolo, capace di mischiare musica, sport e marketing in egual misura. I primi spettacoli di metà partita erano dominati dalle marching band delle scuole liceali: qualche oboe, una spruzzata di simbologia americana (dalla Liberty Bell all’aquila) e poco altro. Le prime esibizioni non avevano l’intento di essere ricordate, di rendere partecipi anche coloro che non seguivano il football, ma funzionavano come riempitivo: buone per intrattenere chi riusciva a controllare appetito e vescica durante i venti minuti di intervallo.

Dal 1993 D.J (dopo Jackson) la National Football League (NFL) penserà sempre più in grande. Artisti migliori, coreografie migliori e sponsor migliori. Gli U2, Prince, i Rolling Stones, Bruce Springsteen, Lady Gaga, Beyoncè. Tutti sono passati dal palco di centrocampo per rendere immortale l’evento più americano che c’è.

1.Michael Jackson (1993, Pasadena)

L’uomo che ha cambiato lo spettacolo di fine primo tempo. A Pasadena vengono testati i rudimenti degli effetti speciali prestati allo sport. MJ è in tutti i maxischermi, salta verso l’alto e, dopo una vampata di fumo, alcuni suoi sosia escono dal plasma. Sul palco entra in scena quello vero. Un salto, poi niente. Michael Jackson rimane immobile per un minuto e trenta secondi, facendo venire il dubbio che possa essere un manichino. All’improvviso si toglie gli occhiali, guarda verso sinistra: è il segnale. Un assolo di chitarra sancisce l’inizio della performance. Smooth Criminal, Billie Jean, Black or White e Heal the World è il repertorio completo dello show di Jackson. La voce è fantastica, ma il corpo che si muove come nessuno aveva fatto prima di lui è il vero spettacolo. Mentre la camicia bianca svolazza, l’NFL tira un sospiro di sollievo. Michael Jackson era stato chiamato per risollevare lo share televisivo dopo che, nel 1992, l’esibizione a tema Villaggio di Natale aveva fatto perdere telespettatori al SuperBowl. Dal 1993 niente sarà come prima.

2. Dr. Dre, 50 Cent, Snoop Dog, Eminem, Kendrick Lamar e Mary J. Blinge (2022, Los Angeles)

Per gli amanti del rap l’edizione 2022 dell’Halftime Show è parte del Mount Rushmore dell’evento. Un grande artista e produttore come Dr.Dre che chiama a raccolta alcuni dei migliori rapper esistiti. Ne viene fuori una scaletta straordinaria in cui ognuno gioca alla perfezione il proprio ruolo. A Snoop Dog e Dr.Dre l’apertura iniziale su un palco questa volta a forma di edificio a più piani in cui ognuno degli artisti fa come se fosse a casa propria. Nel salotto si alternano Snoop e 50 Cent, circondato da ballerine, mentre il prato è riservato per la coreografia di Kendrick Lamar che canta Alright con una danza a metà tra hip-hop e marcia militare. I piani alti, invece, sono per la voce soul di Mary J.Blinge e per l’uomo incappucciato di Detroit, Eminem. Lose Yourself, con accompagnamento al piano di Dre, è il momento conclusivo di una delle esibizioni più dinamiche e spettacolari della storia dello show di fine primo tempo.

3. Prince (2007, Miami)

Considerata da molti la più bella performance della storia del Superbowl, l’esibizione di Prince segue quelle di Paul McCartney (2005) e dei Rolling Stones (2006). Il cantante di Minneapolis decide di aggiungere a un elemento tradizionale come la banda musicale un elemento innovativo. I musicisti sono vestiti con una felpa fosforescente che crea un effetto ottico straordinario. Palco a forma di chitarra elettrica, l’attacco di Let’s Go Crazy, tifosi fortunati che vengono lasciati entrare in campo per godersi lo spettacolo ai piedi di Prince. L’assolo di Best of You sembra insuperabile, ma di colpo calano le luci e il silenzio. Un cambio di chitarra improvviso, dal blu spirulina che faceva tinta con il vestito si passa al viola, ben più adatto per il successivo pezzo di repertorio. «I never meant to cause you any sorrow, I never meant to cause you any pain…»And the crowd goes wild. La regia indugia su una telecamera bagnata dalla pioggia mentre Purple Rain viene cantata da tutti i 100.000 spettatori presenti al Met Life Stadium.

4. U2 (2002, New Orleans)

Un megaschermo emerge dall’ombra. Bono ha già intonato Beautiful Day, dal loro palco a forma di cuore in mezzo al campo gli U2 hanno in mano la platea, ma fanno di più. È il primo Super Bowl dall’attentato al World Trade Center dell’11 settembre 2001. Sul plasma gigante, ormai alle spalle del batterista, Larry Mullen, iniziano a scorrere i nomi di chi nell’attacco alle Torri Gemelle ha perso la vita. Poliziotti, pompieri, chi per sfortuna si trovava all’interno di uno dei due edifici. A rendere il tributo ancora più struggente ci pensano le note di Where the Streets have no Name, intonata da tutto il Superdome di New Orleans che viene colpito con un graffio al cuore da Bono che grida «Aaaaaaaameeeeeeericaaaaaaaa».

5. Beyoncè (2013, New Orleans)

Due lingue di fuoco esplodono in mezzo al campo creando due profili che si guardano. Dal bagliore rossastro una sagoma nera emerge da un palchetto sopraelevato. Alle spalle un gioco di luci fluorescenti inizia ad alternarsi: rosso, giallo, viola. Parte il ritornello di Love on Top: «Baby it’s you, you’re the one I love, you’re the one I need…». La luce si accende. Vestita con una camicetta e una minigonna di cuoio nero, Beyoncè cammina sicura mentre canta Crazy in Love. Il pubblico erutta in un boato quando tra le ballerine compaiono gli altri due membri delle Destiny’s Child, il gruppo di cui faceva parte anche Queen Bey prima di diventare solista. Un cammeo che anticiperà la reunion del 2018 al Coachella, in un’altra performance da ricordare per Beyoncè. Intervistata in un podcast lo scorso giovedì, Rihanna ha detto di aver rivisto l’esibizione del 2013 della collega, per preparare la sua esibizione, perché «è stata perfetta. E spero che mi sia di ispirazione».