10 miliardi di dollari. Secondo Sky News sarà il valore record del prossimo pacchetto di aiuti militari che gli Stati Uniti invieranno a Kiev. L’intelligence americana ha avvertito il governo di Zelensky che la prossima primavera sarà il momento decisivo per le sorti della guerra: a primavera la nuova offensiva russa, che secondo il segretario generale della Nato Jens Stoltenberg è già cominciata, raggiungerà il suo picco. Sarà anche la finestra che gli Ucraini potranno sfruttare per sferrare un nuovo decisivo contrattacco, forti dei moderni mezzi di fanteria e dei carri armati occidentali (gli Abrams americani e i Leopard 2 tedeschi) in arrivo soprattutto da Germania, Stati Uniti e Polonia.
Il 14 febbraio si è tenuta presso la base americana di Ramstein, in Germania, la nuova riunione del gruppo di paesi che sostengono l’Ucraina. Presente anche il ministro della difesa di Kiev Oleksii Rezinkov, che ha insistito di nuovo sulla necessità che il suo paese riceva al più presto i caccia occidentali F-16 e i missili a lungo raggio ATACMS (che hanno un raggio d’azione di 300 km) con cui colpire in profondità le postazioni russe. L’amministrazione Biden rimane restia a concedere armamenti di questo tipo, sia per il timore che possano essere utilizzate per colpire il territorio russo, sia perché le riserve di munizioni negli arsenali a stelle e strisce sono scarse. Nel corso dell’incontro è stato però confermato l’invio di strumenti di difesa aerea tra cui i Patriot statunitensi e il sistema italo francese Samp-T.
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Se da parte della Nato ci sono ancora remore sulla necessità di non “provocare” la Russia per non scatenare un’escalation del conflitto, dall’altro è Mosca stessa che nei giorni scorsi ha intrapreso attività sempre più rischiose. Venerdì 10 febbraio il ministero della Difesa ucraino ha dichiarato che alcuni missili russi avevano colpito l’Ucraina sorvolando lo spazio aereo di Moldavia e Romania. Il governo di Bucarest – che fa parte della Nato – non ha confermato la notizia, a differenza di quanto avvenuto a Chisinau: dopo la notizia e le voci di un possibile golpe orchestrato dai russi, il governo del primo ministro Natalia Gavrilița si è dimesso e la presidente moldava Maia Sandu ha nominato al suo posto il consigliere per la sicurezza Dorin Recean.
Ieri un report diffuso dall’intelligence norvegese ha riportato che per la prima volta in trent’anni la Russia avrebbe aumentato la propria deterrenza nucleare dispiegando navi con armamenti nucleari tattici nel Mar Baltico. «In realtà nel Baltico navi russe con armi atomiche o comunque capaci di portarle, ci sono da sempre, l’Oblast di Kaliningrad ha una base navale molto importante», dichiara l’Ammiraglio Ferdinando Sanfelice di Monteforte. «A provocare l’allarme potrebbe essere stato lo spostamento di una delle navi russe più grandi dall’Artico al Baltico, ma non si tratta di una novità». Le attività navali russe vengono da sempre monitorate con attenzione da parte della Nato con tecniche come lo shadowing, che consiste nel seguire a distanza la nave avversaria «L’esempio più famoso è quello della crisi missilistica di Cuba del 1962, quando gli americani misero “sotto caccia” un sommergibile sovietico con siluri atomici». L’ammiraglio ci tiene comunque a precisare che «il fatto che non sia una novità non vuol dire che non ci sia pericolo». Nel riportare la notizia il sito Politico precisa che per ora non si sono osservate particolari novità nel comportamento russo sulle armi nucleari, ma il report norvegese conclude che le armi nucleare tattiche «Possono comunque rappresentare una seria minaccia per la sicurezza di alcuni scenari che possono coinvolgere paesi Nato».
Se sul piano militare il confronto tra Nato e Russia resta confinato all’assistenza all’Ucraina e alle schermaglie verbali, l’’Unione Europea sta preparando una nuova mossa per stringere l’assedio economico sul Cremlino. La presidente della Commissione Ue Ursula von der Leyen ha annunciato che a breve verrà approvato il decimo pacchetto di sanzioni: secondo le indiscrezioni trapelate si vorrebbero introdurre ampie restrizioni commerciali sui beni utilizzati dalle forze armate russe: tecnologie, componenti, veicoli pesanti, elettronica e terre rare. Inoltre le sanzioni già in vigore per alcune banche russe verrebbero estese anche ad altri istituti di credito russi, come Alfa Bank, Rosbank, Tinkoff Bank JSC e il National Wealth Fund della Federazione Russa.