Si è chiusa da poco la parentesi romana del tour del musical Jamie, che dal 15 al 26 marzo sarà a Milano, per poi continuare le repliche in tutta Italia fino a maggio tra Torino, Trieste e Firenze.
Dalle poltroncine rosso velluto del teatro Brancaccio di Roma, tra un lustrino e un tacco rosso, qualcuno ha sgranato gli occhi, additando un’attrice sul palcoscenico dicendo: “è quella di TikTok!”.
Certo è riduttivo definire Ludovica Di Donato solo come “quella di TikTok”, attrice sin dai 22 anni e dalla lunga esperienza nel mondo del teatro. «Facevo giurisprudenza quando mi sono affacciata per la prima volta alla recitazione. Da lì sono passata all’accademia che mi ha permesso di lavorare sin da subito. Come tutti ho dovuto fare molta gavetta anche mantenendomi come cameriera, babysitter o insegnante di recitazione».
Come molti altri, durante il lockdown Ludovica Di Donato si avvicina al mondo di TikTok che le regala un enorme successo mediatico.
Ludovica Di Donato e TikTok
«In realtà il mio successo sulla piattaforma è stato un fulmine a ciel sereno. Era un periodo in cui volevo mollare la recitazione e mi ero iscritta a un master in comunicazione quindi stavo studiando TikTok per creare delle pubblicità per i brand. Da dietro le quinte, insomma, non come attrice».
Eppure è proprio il social che porta alla Di Donato grande successo: con quasi 800 mila follower sulla piattaforma cinese e 177 mila su Instagram, sono famosissime le sue ironiche interpretazioni delle mamme, oppure i pov (point of view) delle reazioni delle amiche.
«Ritengo che TikTok sia un trampolino di lancio per molti artisti. Per me lo è stato e lo riconosco. Certo tutti i benefici non vanno ricondotti solo alla potenza mediatica di TikTok. Dietro ci deve essere già dell’esperienza. È un enorme megafono che dà voce al talento. Col tempo si capisce se il successo è un fuoco di paglia o se si parla di reali professionisti».
La piattaforma, che da sempre viene indicata come “il social dei balletti” ha sicuramente del potenziale inespresso per mostrare le qualità di un giovane artista: lip sync, challenge attoriali, point of view, caratterizzazione di vari personaggi sono tutti piccoli esercizi con cui un attore può sperimentare e giocare. Un talent scout che si osserva i contenuti di un attore su TikTok ha già un piccolo portfolio di cosa sa fare.
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«Non basta però. Non si può imparare a fare l’attore su TikTok. Bisogna già avere una certa esperienza alle spalle. TikTok è uno strumento meritocratico, che può dare visibilità a chi non ha contatti e collegamenti. Oggi tutti sanno di tutto, scrivono e fanno qualsiasi cosa. Questo è il contro del social, perché questo enorme megafono è dato in mano a chiunque».
Ludovica Di Donato sottolinea le ovvie differenze della recitazione sui social o dal vivo: «reciti davanti a te stesso, di fronte alla tua immagine, non hai un riscontro, non hai un’altra persona che ti risponde. E te lo dice una persona che l’ha fatto, ma venivo da 10 anni di teatro. Io consiglio ai ragazzi e ai giovani attori di ricordarsi che esiste una vita offline. I ragazzi non dovrebbero stare così tanto tempo sulla piattaforma, sono drogati senza saperlo».
Ludovica Di Donato e Jamie
Dallo scorso anno Ludovica Di Donato veste i panni di Ray, amica della madre di Jamie. «Mi sono innamorata del personaggio sin da subito perché poi è molto simile a me: verace, onesta, divertente. Lei viene da un’estrazione sociale povera e questo suo essere “terra terra”, senza filtri, le dà una grande forza. Quello che pensa lo dice e cerca di dare questo senso di libertà anche a Jamie a cui regala rossetti e accessori senza giudizio. Lei glielo dice “tutti vogliono darti consigli, io no perché tu sai chi sei”. Ray è l’unica che non si mette su un pulpito per dare una lezione a Jamie, gli insegna solo standogli vicino».
La storia del ragazzo che sogna di diventare una drag queen conquista Roma e il teatro Brancaccio. Coreografie impeccabili, un corpo di ballo che si muove come un solo organo. Dinamico e divertente, esplosivo e commovente.
Forse pecca di dialoghi semplici e sopra le righe che alle volte risultano all’orecchio dello spettatore come troppo finti. Un secondo atto più patetico e forse ricco di troppe canzoni, ma sono appunti da segnalare testo originale e non al riadattamento italiano, che riesce a portare in scena un musical originale, nuovo e ricco di professionalità.
«È stato fighissimo, un’ottima scuola e palestra per me che vengo dalla prosa. Avere a che fare con un musical per la prima volta significa entrare in un mondo nuovo. Ho avuto la fortuna di avere una compagnia di bellissime persone, ci siamo divertiti come una famiglia».
«Sai ho conosciuto il vero Jamie» conclude infine Ludovica. «È venuto a vederci alla prima l’anno scorso e si è presentato con un magnifico abito rosso lungo da principessa. Gli è piaciuto il mio vestito tanto che ci siamo andati a fare i selfie per palazzo Brancaccio con le scarpe in mano perché ci facevano male i piedi. Che matto!».
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