I lettori in Italia sono pochi. Ancora di meno se tutti quelli che leggono romanzi rosa non sono considerati tali. L’Associazione Italiana Editori ha presentato i dati dell’anno 2022 sul Giornale della libreria, la testata d’informazione e di servizio dell’AIE, e rivelato che le vendite di varia sono scese del 2,3%, ma quelle delle storie d’amore sono salite dell’84%. Gli acquisti di autori stranieri sono aumentati del 47%, mentre le vendite degli italiani sono triplicate, con un +196% rispetto ai dodici mesi precedenti. I libri d’amore sono il 9% della narrativa e si collocano al secondo posto tra i generi, il primato rimane ai gialli.
Nel 2023, l’Italia ospita due eventi relativi ai romanzi rosa, che permettono ai fan di incontrare i loro scrittori preferiti o conoscerne di nuovi, acquistando i loro libri, con la possibilità di ricevere anche un autografo estemporaneo. Il primo si è tenuto il 18 e 19 marzo a Milano, presso il Mediolanum Forum, ed era il Festival del Romance Italiano. Il secondo sarà a settembre a Firenze, il RARE23, che sta per Romance Author & Reader Events, un festival itinerante che permette a lettori e autori di rosa di incontrarsi ogni edizione in una città europea diversa.
Leggi anche: L’amore non è bello se non è assassino
Nonostante l’importanza per il mercato editoriale, i lettori di questo genere e dei suoi sottogeneri rischiano di essere considerati di serie B. È una polemica ciclica, che torna spesso sui social, ricomparsa di recente a seguito di un articolo de Il Post sul FRI, in cui i romanzi rosa venivano definiti come di «scarso valore letterario – e quindi una prosa sciatta, personaggi poco approfonditi, problemi nella struttura, sviluppi di trama prevedibili, eccetera». Autrici, come Felicia Kingsley, che pubblica le sue commedie romantiche con Newton Compton Editori, e lettrici del genere hanno rilanciato l’articolo sui loro account social, controbattendo l’affermazione e sostenendo che i romanzi rosa sono molto di più. La bookinfluencer @bookblister ha scritto nelle sue storie Instagram: «Io ho studiato alla “scuola” di @chicklit.italia @felicia_kingsley @paolachiozzamv e @naikeror», autrici italiane di romanzi rosa, «e mi hanno insegnato parecchie cose. Ne condivido solo alcune: si chiamano romanzi d’amore, i personaggi protagonisti sono due e non c’è sempre il lieto fine (il lieto fine si trova però spesso nei gialli, nei thriller, nei fantasy… e non è comunque una diminutio o no?) C’è pure tutto un filone che si concentra sulla crescita personale: chick lit e sick lit… per esempio, e nel secondo caso non si forma neppure la coppia (a causa della malattia). Il primo c’entra pure con l’empowerment femminile perché il tema amore è una parte di una questione ben più ampia (realizzazione personale, “fioritura”)».
Alcuni romanzi rosa, specialmente quelli più datati, romanticizzavano relazioni tossiche o comportamenti abusivi, come la possessività di Christian Grey, interesse romantico di Cinquanta sfumature di grigio (Mondadori, 2011), ma altri romanzi rosa sono in realtà rinomati classici della letteratura mondiale. Dal celebre Orgoglio e Pregiudizio di Jane Austen, al drammatico Cime tempestose di Emily Brontë, al più moderno Il Grande Gatsby che nel 2016 De Agostini pubblicò in una collana DEA Classici dedicata a Le più belle storie d’amore di sempre. Ci sono libri romantici che non saranno mai grande letteratura, ma lo stesso vale per titoli appartenenti ad altri generi. A volte, non si ha voglia di drammi esistenziali, di personaggi complessati, di macabri drammi famigliari, si vuole solo staccare la spina, leggendo una storia in cui una ragazza di città si ritrova in un paesino sperduto e trova lì l’amore della sua vita. A volte, invece, si può avere voglia di tutto quello, ma anche di un lieto fine. In ogni caso, i romanzi rosa sono la scelta perfetta per i lettori, soprattutto per i vari sottogeneri che esistono e che possono accontentare anche chi preferisce storie di mistero o storie di magia.