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Esclusiva

Aprile 12 2023.
 
Ultimo aggiornamento: Aprile 14 2023
Dal vaccino anti-Covid alla cura del cancro

Gli esperti commentano l’arrivo del vaccino personalizzato mRna contro i tumori entro il 2030, annunciato da Moderna

«La vittoria del vaccino Rna sul Covid-19 è un’esperienza che si è rivelata straordinaria. La tecnologia Rna esiste dagli anni ottanta, ma fino al Covid non aveva raggiunto notorietà». A parlare è il professore Roberto Cauda, direttore dell’UOC Malattie Infettive del Policlinico Gemelli di Roma che, commentando l’arrivo del vaccino personalizzato a mRna contro il cancro, contro le malattie cardiovascolari e quelle autoimmuni entro il 2030 – annunciato dall’azienda statunitense Moderna – sottolinea come, soltanto adesso, stiamo riscoprendo i benefici di questa tecnologia.

«Nel caso del Covid il processo è più semplice, ci si relaziona solo con una proteina: la Spike. Quando parliamo di tumori bisogna pensare a un iter complesso che comporta l’identificazione della cellula aggressiva, poi quella dei bersagli principali. Successivamente L’Rna messaggero, entrando in contatto con la cellula umana immunitaria, trasferisce un messaggio per la produzione di anticorpi contro i bersagli individuati del cancro. Si tratta di una tecnica innovativa che ci ricorda quanto è importante investire nella scienza. Non ci dimentichiamo però di distinguere sempre tra ricerca scientifica, attualità e applicabilità futura».

Il potere della tecnologia Rna è confermato anche da Nicola Petrosillo, professore, infettivologo del Campus Biomedico di Roma che evidenzia «l’importanza della identificazione delle strutture cancerogene. È una tecnica promettente che, entrando in contatto con il nostro organismo, può favorire una risposta immunitaria interessante nei confronti di tumori e malattie degenerative» – conclude il professore.

«La lotta ai tumori può essere decisiva. Il cancro può essere neutralizzato. Come dimostrano alcune terapie esistenti». Giovanni Di Perri, ordinario di Malattie Infettive all’università di Torino, menziona la CAR-T. Sono le specifiche cellule immunitarie (i linfociti T), che vengono estratte da un campione di sangue del paziente, modificate geneticamente e coltivate in laboratorio (“ingegnerizzate”) per essere poi re-infuse nel paziente per attivare la risposta del sistema immunitario contro la malattia (ndr). Come dimostra uno studio pubblicato su New England Journal of Medicine, la CAR-T si è dimostrata particolarmente efficace nella cura dei tumori solidi, neuroblastoma ad alto rischio. Un’altra «terapia» è quella degli «anticorpi monoclonali» che riconoscono una proteina essenziale per la proliferazione presente sulle cellule tumorali e legandosi a essa impedisce la crescita del tumore (ndr).

Si affianca anche il commento ottimista di Massimo Andreoni, ordinario di Malattie infettive e direttore dell’Unità operativa complessa di Malattie Infettive di Roma Tor Vergata. «È una strategia che, insegnando alle nostre cellule a produrre proteine, permette di raggiungere risultati estremamente validi in tempi rapidi. Con il vaccino e l’utilizzo dei farmaci, l’immunità sarà favorita».

Dalla chirurgia, alla chemioterapia, alla radioterapia, fino all’immunoterapia. Con risultati non definitivi, la cura del cancro comincia ad inizio ‘900. Ora grazie al rinforzo del sistema immunitario per mezzo dei vaccini mRNA, la cura del cancro ed anche la cura di altre malattie potrebbe concretizzarsi. «Un’evoluzione che potrà rendere universale questo tipo di approccio con finalità preventive»-termina Di Perri.

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