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Esclusiva

Aprile 19 2023.
 
Ultimo aggiornamento: Aprile 20 2023
Minigonne e capi vintage: arriva la mostra “The Sweet Sixties narrazioni di moda”

Parla Stefano Dominella, il curatore dell’esposizione che rimarrà al museo di Castel Sant’Angelo a Roma fino al 21 maggio

Tra i mattoncini marroni di Castel Sant’Angelo si apre una sala dove il colore fa da padrone, dove le stampe cromatiche esplodono al ritmo della musica degli anni Sessanta che inonda le sale della mostra The Sweet Sixties: Narrazioni di moda, in esposizione a Roma fino al prossimo 21 maggio.

Cinquanta capi in cinque sale per cinque filoni narrativi: una lettura contemporanea degli anni Sessanta attraverso la moda dei grandi stilisti del tempo.

«La mostra oltre a presentare dei look e dei capi dei più grandi stilisti di quegli anni come Valentino, Mary Quant o Paco Rabanne, vuol dare un’immagine della moda del tempo per fare un parallelismo con i giovani di oggi» afferma Stefano Dominella, presidente di Unindustria e ideatore e curatore della mostra assieme a Guillermo Mariotto.

Sweet Sixties
Sweet Sixties -prima sala espositiva

Non solo un’esposizione nostalgica di quegli anni ma una mostra che si lega al riuso, al riciclo e a un fenomeno del settore moda che sta diventando sempre più presente e da record: il vintage.

«Il vintage è un’industria da 200 miliardi di euro. È qualcosa che sta crescendo e si riferisce ai giovani così come furono i giovani negli anni Sessanta a dar vita ad una rivoluzione e diventare protagonisti di quella decade attraverso la musica, le rivoluzioni sociali, come la pillola o il divorzio. La mostra parla di questo: un parallelismo tra i giovani di allora e i giovani di oggi».

Sweet Sixties – Servizio tg

Gli stilisti degli Sweet Sixties e l’omaggio a Mary Quant

Kenzo, Biba, Callaghan, Paco Rabanne, Max Mara sono solo alcuni dei grandissimi stilisti selezionati per l’esposizione, tra cui anche l’eterna, e da poco scomparsa, Mary Quant.

«La Quant non è stata soltanto la stilista che ha accorciato le gonne. È stata la protagonista di un cambio completo per la moda e la società. Accorciare la gonna negli anni Sessanta ha significato una nuova libertà e una nuova silhouette. La donna che veniva dalla moda borghese improvvisamente si è catapultata in un’epoca nuova. Dando risalto alle gambe nasce l’industria delle calze e di conseguenza cambiano il trucco e le pettinature. La moda non è più stretta in vita ma ha forme trapezoidali. Cambiano anche i materiali: non più sete e taffetà croccanti degli anni Cinquanta, ma materiali più compatti. L’industria tessile ha un grande cambio con la moda di Mary Quant e lei resterà tra le grandissime stiliste che hanno cambiato l’immagine e la fotografia di quel tempo».

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La mostra ha impiegato un anno di preparazione, dove le maggiori difficoltà hanno coinvolto la scelta e la selezione dei capi e degli stilisti. «Penso a Fiorucci, il Mary Quant italiano, che ha portato in Italia il jeans ed è stato il faro della moda dei giovani. O ancora Ken Scott, detto “il giardiniere della moda”, con i suoi colori sgargianti, i tessuti stampati, le quadricromie».

Sweet Sixties
Sweet Sixties – dettaglio

Gli Sweet Sixties e l’alta moda

I frizzanti anni Sessanta non sono stati solo anni caratterizzati da lotte sociali, rivoluzione, colori sgargianti, jeans e tessuti policromi. Oltre alla moda giovane, è stata l’epoca d’oro per l’alta moda borghese. «Il nostro contributo come maison Gattinoni è stato quello di mettere in mostra tre capi iconici della griffe di quegli anni. Li troverete all’interno della sala dedicata all’alta moda, quella tradizionale, la massima espressione del lusso: una poesia di arte artigianale tra scelta di tessuto, ricami e materiali da ricamo».

Sweet Sixties
Colori sgargianti e piume alla mostra Sweet Sixties

Gli Sweet Sixties e l’eco-sostenibilità

«Questo tipo di mostra dovrebbe sollevare degli interrogativi e far riflettere sul momento che sta vivendo il settore moda. Il vintage, l’eco-sostenibilità sono molto presenti oggi. La moda ha la coscienza sporca perché è il secondo settore più inquinante al mondo. Come negli anni Sessanta la moda viveva un momento di transizione, anche oggi c’è un grande rinnovamento tra il vintage, il riuso, l’upcycling».

La mostra Sweet Sixties è un tour emozionale tra le linee e lo stile di un tempo, un parallelismo costante tra ieri e oggi che mostra un cambio generazionale a colpi di minigonna e capi vintage.

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