Il quadriennio 2023-2027 prevede per l’Unione Europea l’attuazione della nuova politica agricola comune (Pac) per conseguire gli obiettivi di sviluppo e sostenibilità stabiliti per il 2030. Come spiegato sul sito ufficiale della Commissione europea, l’intento è quello di ridisegnare la filiera della produzione e del consumo di prodotti agricoli e alimentari in modo da ridurre le emissioni, garantire la biodiversità e permettere ai produttori primari un equo ritorno economico.
Basandosi su una traduzione parziale di un articolo del Financial Times, il blog italiano Blondet & Friends, curato da Maurizio Blondet, pubblica un articolo intitolato “Per il Clima, la UE ci imporrà la Fame. Ecco come:” creando una correlazione tra le politiche ambientali dell’Unione e la crisi agricola.
Il fact-checking
Blondet fa generico riferimento alle “autorità di Bruxelles” che decidono “nuove regole per l’agricoltura europea”, citando anche alcuni obiettivi richiesti alle aziende tra cui la riduzione di pesticidi chimici del 50% entro il 2030. Non cita la fonte che in realtà è il programma del report Zero Pollution della Commissione Europea (consultabile a questo link) e non fa diretto riferimento agli agricoltori né impone le riduzioni dall’anno corrente: è un monitoraggio di dati raccolti da anni, almeno dal 2005 come leggibile sul sito ufficiale.
Blondet di seguito associa l’inizio della guerra in Ucraina alla riduzione del fondo Pac 2023-2027 (rispetto al 2014-2020). Tale associazione non è presente in modo esplicito nelle pagine web della Commissione europea riguardanti il bugdet del Pac né si fa riferimento ad alcuna riduzione arbitraria. Vi è invece una differenziazione tra quantità prodotte ed ettari coltivati: i finanziamenti sono assegnati in base a questi ultimi. Gli unici pagamenti sospesi o ridotti sono quelli destinati ad aziende che non rispettano i criteri di sostenibilità e difesa dell’ambiente richiesti dall’Unione Europea (come la già citata riduzione dei pesticidi chimici).
L’articolo di Blondet riprende inoltre citazioni, stralci e collegamenti ipertestuali del citato articolo del Financial Times decontestualizzandoli al fine collegare le politiche ambientali alla crisi internazionale dell’agricoltura dovuta alla guerra in Ucraina. Nello specifico, riporta in maniera errata la notizia della sospensione di una manovra del governo olandese volta alla chiusura di alcune aziende agricole. Blondet nomina la “lobby agricola” dei Paesi dell’Unione, a cui apparterrebbe anche il Movimento contadino-cittadino (Bbb), identificato dall’autore dell’articolo come il vincitore delle elezioni amministrative di marzo. Non specifica però che è ancora un partito di minoranza e di opposizione nel governo di Mark Rutte. Il testo originale è consultabile a questo link in traduzione.
Allo stesso modo l’articolo riporta in modo equivoco la decisione, risalente a metà aprile, di Polonia e Ungheria di interrompere l’importazione di grano ucraino. Come conferma Reuters si tratta infatti di una decisione dai risvolti politici, non una resistenza all’obiettivo europeo delle zero emissioni.
Infine tra i dati riportati in maniera parziale o decontestualizzata, l’articolo di Blondet afferma anche che a causa della guerra in Ucraina, Bruxelles ha permesso agli agricoltori di coltivare sugli appezzamenti di terra destinati al riposo stagionale. Esiste tuttavia un regolamento europeo (Regolamento di esecuzione UE 2022/1317) che specifica meglio questa eccezione. Per l’eccezionalità delle circostanze, alle aziende è in effetti permesso scegliere se applicare o meno la rotazione delle coltivazioni, tenendo presente l’obbligo di garantire la biodiversità.
Conclusione
L’articolo presente su Blondet & Friends, pubblicato il 23 aprile 2023, mette in relazione le politiche agroalimentari e quelle ambientali collegandole a loro volta alla guerra in Ucraina senza fornire fonti ufficiali o affidabili e, quando fornite, usate fuori contesto.
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