Esclusiva

Maggio 30 2023.
 
Ultimo aggiornamento: Giugno 6 2023
La doppia mossa di Sanchez contro l’ondata di destra in Spagna

Uscito sconfitto dalle amministrative, il premier spagnolo cerca di mobilitare il suo elettorato con le elezioni anticipate

Estate di mare, vacanze, discoteche ed elezioni in Spagna. Il 23 luglio si voterà per rinnovare governo e Parlamento. L’annuncio è arrivato direttamente da parte del premier socialista Pedro Sanchez, a seguito della dura sconfitta nelle elezioni amministrative che hanno visto trionfare l’asse di destra tra il Partito Popolare di Albert Nuñez Freijo e gli estremisti di Vox, uno degli alleati internazionali di Fratelli d’Italia, capace di affermarsi in otto delle 12 Comunità Autonome (regioni) al voto, strappandone sei alla sinistra.

Da qui la decisione del Premier di sciogliere il Parlamento e anticipare a luglio il voto inizialmente previsto per dicembre. Quella di Sanchez però è tutt’altro che una ritirata. Da un lato mette spalle al muro gli avversari che lo hanno appena battuto, costringendo i popolari a decidere subito se allearsi con l’estrema destra di Vox al livello nazionale. Dall’altro lato, è un invito alla mobilitazione al proprio elettorato proprio per evitare un governo di destra. Il tempismo non è casuale: «Quando si andrà alle urne dopo la metà di luglio saranno in pieno svolgimento le negoziazioni. Per formare i governi delle regioni e dei municipi il PP dovrà decidere se allearsi e in che modo con Vox, facilitando così la mobilitazione dell’elettorato di sinistra, oppure non farlo perdendo però il potere territoriale appena guadagnato», spiega Anna Bosco, professoressa di Scienze Politiche all’Università di Firenze.

Una campagna elettorale che si preannuncia serrata. In Spagna le elezioni amministrative coinvolgono tutti gli 8100 comuni del paese e sono quindi una fortissima indicazione per un voto nazionale tutt’altro che scontato. Il partito socialista del premier in carica ha infatti ottenuto un solido 28,4%, perdendo solo 400mila voti rispetto alla precedente tornata del 2019. La sconfitta è maturata in seguito alla disfatta totale di Podemos e Ciudadanos, i due partiti social liberali saliti alla ribalta nel 2015 e che alle lezioni di quattro anni fa arrivavano, sommati, quasi al 20%, mentre ora non arrivano al 4%. «Questi voti se li sono divisi proprio PP e Vox». Il primo è cresciuto di 10 punti, arrivando al 32%, mentre il secondo ha raddoppiato le preferenze, arrivando al 7%, anche grazie all’opposizione nel periodo del Covid e della successiva crisi economica, in maniera non dissimile da quanto avvenuto in Italia con FDI. Nonostante questo, le proiezioni per il voto nazionale danno un sostanziale testa a testa tra i due schieramenti.

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Le elezioni in Spagna saranno guardate con grande interesse anche a Bruxelles perché proprio il primo luglio inizia per Madrid il semestre di presidenza dell’UE. «Non credo che il cambio di governo, ammesso che ci sarà, impatterà molto su questo aspetto. La Spagna ci tiene a presentarsi come una potenza europea in un periodo decisivo per il Pnrr e la riforma del Patto di Stabilità. Ci si affiderà all’ottimo lavoro dei funzionari, dei tecnici e del corpo diplomatico. In caso di cambio di esecutivo potrebbe esserci un impatto al momento della formazione della nuova Commissione Europea, l’anno prossimo, con la scelta di un nuovo commissario da parte del PP». Nessun problema, secondo la professoressa, nemmeno sul fronte atlantista, con il sostegno garantito da Madrid all’Ucraina, tradottosi anche nell’invio di alcuni carri armati Leopard 2, che continuerebbe anche una con un governo di destra.

Nota a parte su Barcellona, dove gli indipendentisti catalani di Xavier Trias hanno battuto sia la sindaca uscente Ada Colau, che il candidato socialista. Che sia il preludio al riaccendersi dell’indipendentismo? Presto per dirlo ora secondo Bosco: «Sarà importante vedere in caso di governo Popular quale sarà il messaggio politico del governo verso le autonomie. Il passato ha messo in luce che un partito come Vox cresce quando cresce l’indipendentismo. Quindi sarà interesse del Partito Popolare evitare questo tipo di spirale».