Non poteva essere più metaforico il quinto film della saga di Indy, Indiana Jones e il Quadrante del Destino: il passato lascia il posto al futuro e l’archeologo va in pensione mentre gli Stati Uniti d’America celebrano l’uomo che mette piede sulla Luna. La pellicola, diretta da James Mangold, con Steven Spielberg e George Lucas in veste di produttori esecutivi, è nei cinema italiani dal 28 giugno.
Il film si apre con una lunga sequenza ambientata nel passato, che ha la funzione di prologo per introdurre elementi e personaggi che ritorneranno nel corso della storia, ma permette anche allo spettatore di vedere l’azione e le peripezie di un giovane Indiana Jones, interpretato sempre da Harrison Ford ma ringiovanito grazie all’intelligenza artificiale, sentendo risuonare l’iconico tema musicale. L’inizio avvicina molto la nuova pellicola alle precedenti, soprattutto alla trilogia, ma permette anche di evidenziare la differenza con l’Indiana Jones ormai prossimo alla pensione. Indy è solo, stanco e anziano, ma questo non gli impedisce di saltare in sella all’avventura quando gli si ripresenta l’occasione.
Non mancano riferimenti e rimandi ai primi quattro capitoli della saga, a cominciare dai nemici storici: i nazisti. Mads Mikkelsen interpreta un nazista che ha portato gli americani sulla Luna, ma sogna di tornare al tempo di Hitler, un personaggio che incarna il contrasto tra passato e futuro su cui si basa il film. Sebbene sia il cattivo, l’astrofisico tedesco diventa quasi più interessante della figlioccia e co-protagonista di Indy. Helena “Wombat” Shaw, interpretata da Phoebe Waller-Bridge, è un personaggio opportunista che all’inizio del film compie solo scelte che ostacolano il protagonista, ma nel corso dei 154 minuti migliora e si sviluppa, arrivando a diventare una degna compagna di avventure per Indiana nel finale.
Il nuovo capitolo delle avventure del celebre archeologo arriva quindici anni dopo Indiana Jones e il regno del teschio di cristallo, a sua volta arrivato dopo quasi venti anni da Indiana Jones e l’ultima crociata. Ognuno di questi film avrebbe potuto essere il saluto alla saga cinematografica, ma è questo quinto il capitolo conclusivo e l’addio di Harrison Ford al personaggio.