La notizia
“BREAKING: notizie riferiscono che Hamas non stava prendendo di mira i civili al festival di musica. L’esercito israeliano sparava ad Hamas in mezzo alla folla. I civili sono rimasti colpiti nel fuoco incrociato”. È questa la descrizione di uno dei video ricondivisi su X, già Twitter, da Isabella Flora, presunta esperta di geopolitica di Russia Today, sito noto per essere uno dei vettori della disinformazione del Cremlino.
Il video è stato postato originariamente da @abjectivist, profilo di un cittadino statunitense che solo nelle ultime 24 ore ha accusato le istituzioni politiche, accademiche e di informazione degli Stati Uniti di fare propaganda «alla narrativa sionista».
Il Supernova Music Festival ha visto la morte di 260 persone e la presa in ostaggio di alcune decine di civili che stavano ballando. Il video postato da Isabella Flora non sembra essere stato ripreso durante il festival e non è chiaro chi siano gli uomini che vi si intravedono nel video. Il contenuto ha avuto più di 5 milioni di visualizzazioni, ma molti utenti hanno fatto notare come quelle ritratte fossero le guardie giurate che sorvegliavano l’evento e non parte dell’esercito israeliano.
Debunking della notizia
I racconti dei superstiti raccolti da testate autorevoli come The Guardian, Associated Press e Nbc News fanno riferimento allo spaesamento e alla sensazione di insicurezza che hanno iniziato a vivere dal primo momento in cui si è sentito urlare «red code», una formula comune in Israele per quando si vedono piovere i razzi. «Per 4-5 ore è stato un film dell’orrore. Abbiamo corso a più non posso, ma nessuno è venuto in nostro aiuto», ha raccontato a Channel 12 una testimone. Un racconto che trova riscontro con la testimonianza di un altro superstite che ha dichiarato alla Cbs News che «l’esercito israeliano ci ha lasciato lì per 6 ore prima che venissero in nostro aiuto». Sentita invece dalla Associated Press, anche Maya Alper ha confermato che per diverse ore, lei e altre migliaia di persone si sono nascoste nei cespugli mentre i militanti di Hamas sparavano con armi automatiche. Dopo più di sei ore, è arrivato il primo blindato israeliano e Alper è stata tratta in salvo.
Stando a queste ricostruzioni non è possibile che al momento dell’attacco al festival fossero già presenti sul posto gli uomini dell’esercito israeliano. Come riporta il The Guardian in un articolo uscito il 12 ottobre, «ci sono volute ore prima che le forze di sicurezza e l’esercito israeliano riuscissero ad arrivare sul luogo per proteggere le persone presenti al festival, che in quel momento stavano scappando. Dopo giorni di combattimento l’area non è ancora del tutto sicura». Solo nella giornata di giovedì, si legge nel medesimo articolo, il tenente colonnello Richard Hecht ha affermato davanti ai giornalisti che «la maggior parte dei terroristi era stata uccisa». Un portavoce dell’esercito israeliano, inoltre, ha dichiarato alla Nbc, che il loro compito di proteggere gli israeliani «nella giornata di sabato è fallito».
Di scontri a fuoco tra Hamas e l’IDF che hanno coinvolto anche i partecipanti al festival non ci sono tracce, al contrario, sono molti i video in cui si possono vedere i terroristi massacrare le persone presenti. L’ultimo, ad esempio, mostra l’arrivo in deltaplano dei terroristi davanti ai bagni chimici presenti al festival, con i colpi di AK-47 che si infrangono contro ogni singolo Wc presente sul posto.
Nei video che mostrano come ha preso piede l’attacco al kibbutz di Re’im, non esiste un singolo frame che mostri un combattimento aperto tra i militari israeliani e i terroristi di Hamas. Inoltre, gli uomini immortalati nel video non sono ripresi a sparare ai gruppi di miliziani, ma si nascondono insieme agli ostaggi non appena sentono arrivare gli spari. Incrociando i video con i racconti di chi era presente al festival, si può vedere come quegli uomini fossero dei semplici addetti alla sicurezza del festival.
Un altro aspetto importante per capire chi fossero gli uomini ritratti nel video riguarda il colore delle divise che indossano. Le divise dei militari israeliani sono di colore verde, mentre quelle blu scure sono per i riservisti che combattono d’inverno. Circostanza impensabile, dato che le divise invernali sarebbero state troppo pesanti in un periodo caldo come questo, visti anche gli abiti di chi era al festival in quel momento.
In definitiva, nessuno dei racconti dei superstiti ha menzionato la presenza dell’esercito al festival, se non dopo sei ore dall’inizio dell’attacco di Hamas. Lo conferma anche l’IDF stesso, intervenuto solo dopo l’assalto al Supernova Music Festival, quando i civili erano già stati uccisi e presi in ostaggio. Inoltre, particolare da non sottovalutare, coloro che secondo l’analista di Russia Today erano membri dell’esercito israeliano, avrebbero dovuto essere vestiti di verde e non di blu come si vede